Colombe si, ma integraliste

Buongiorno,

visto che c'è forse qualcosa da commentare, sono tornato.

Mi spiace per voi.

Credo che possa essere interessante vedere chi sono, almeno secondo quanto sembra di capire sino ad ora, le cosiddette colombe, i politici che sembra stiano abbandonando il PdL / FI ed il loro padre padrone Silvio Berlusconi, perchè da molte parti, al di fuori di una destra che le considera sprezzantemente traditori tout court, si vuole attribuire a costoro una patente di moderati che mi permetto di non condividere assolutamente.

E non la condivido per due ordini di motivi:
  1. Perchè più o meno tutti, a partire dal loro attuale leader Angelino Alfano, hanno continuato imperterriti sino a ieri ad usare toni sprezzanti ed epiteti insultanti nei confronti di qualsiasi posizione non fosse perfettamente aderente alla propria, non meno di quanto amino fare i cosiddetti falchi alla Brunetta o Biancofiore. E contribuire ad irrigidire le posizioni in modo da rendere impossibile qualsiasi forma di dibattito, mediazione e sintesi persino nei confronti delle posizioni politiche più affini non è esattamente un comportamento moderato.
  2. Perchè le cosiddette colombe sembrano annoverare il fior fior dell'integralismo cattolico attualmente presente in Parlamento: Roberto Formigoni, Maurizio Lupi, Raffaello Vignali sono l'espressione in Parlamento di un movimento come Comunione e Liberazione e della contiguità con la Compagnia delle Opere; Maurizio Sacconi, Carlo Giovanardi, Dorina Bianchi, Raffaele Calabrò, Eugenia Roccella, Laura Bianconi, Barbara Saltamartini (per citare quelli forse più noti) si sono distinti per le loro iniziative volte a reprimere qualsiasi possibile apertura ad una visione laica in materia di fecondazione assistita, aborto, fine vita, omosessualità,...
Insomma,  tutto mi fa pensare che anche il partito che Alfano sta cercando di partorire non avrà modo di brillare per moderazione, ma si posizionerà su una diversa forma di oltranzismo, quella dell'integralismo clericale. 

Il che marca una delle due differenze rilevanti rispetto a quanto aveva tentato di fare Fini, il cui movimento apparentemente voleva essere laico e (seconda differenza rispetto a quello di Alfano che apparentemente vuol mantenere una forte alleanza con loro) voleva opporsi al PdL / FI, differenze che potrebbero essere fondamentali nel permettere al progetto un esito diverso da quello dell'ormai dimenticata Futuro e Libertà.

E, guardando la cosa da laico, trovo personalmente negativo che il governo Letta, che sembra destinato a perdere l'appoggio dei cosiddetti falchi berlusconiani in caso di voto favorevole alla decadenza, resterà in piedi vedendo proporzionalmente aumentata l'importanza di queste posizioni retrive. Non che io mi sia mai aspettato aperture laiche da Letta (e non perchè queste possano essere in qualche modo paralizzate dall'attuale situazone di crisi economica: legiferare sui diritti civili non avrebbe avuto impatto alcuno sui conti pubblici), che in fondo, rimane un democristiano conservatore, ma in questo modo vedremo certificata a priori l'impossibilità di qualsiasi percorso in tal senso.

Ciao

Paolo

3 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

post interessante. L'utilizzo del termine moderato per definire questi personaggi è un altro portato di un giornalismo nefasto per il Paese.

Osservo che proprio il non essere moderati potrebbe far sì che, in futuro, il risultato elettorale di questa formazione non sia fallimentare come lo è stato quello di Fini. Ovviamente essere alleati con chi comanda l'informazione potrebbe essere un aiuto maggiore.

Non condivido la conclusione sul governo. Al di là dei numeri e quindi della stabilità, non vedo perché debba essere peggio per Letta essere alleato delle sole "colombe" invece che dell'intero PDL. Prima bisognava mediare con Giovanardi e Brunetta, ora con uno solo dei due.

Saluti

Tommaso

PaoloVE ha detto...

@ Tommaso:

"Osservo che proprio il non essere moderati potrebbe far sì che, in futuro, il risultato elettorale di questa formazione non sia fallimentare come lo è stato quello di Fini."

E' l'idea che ho anch'io: in fondo permette agli alfaniani di avere una identità chiara e definita e degli alleati nella società prima ancora della politica).

"Al di là dei numeri e quindi della stabilità, non vedo perché debba essere peggio per Letta essere alleato delle sole "colombe" invece che dell'intero PDL."

Difendo la mia impostazione: da un lato Letta avrà una maggioranza più risicata nel momento in cui prevedibilmente la decadenza di SB porterà FI all'opposizione (e quindi chi resta nella maggioranza ha un peso o un potere di ricatto maggiore), dall'altro le posizioni del nuovo partito nen saranno "filtrate" internamente prima di diventare quelle del partito...

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...

...dopodichè, vedere che si riforma una aggregazione politica attorno ad interessi di natura confessionale mentre l'emergenza nazionale è l'economia non mi rassicura neanche un po'...

Ciao

Paolo