Buongiorno,
per anni ci siamo raccontati come la
presenza egemone di Silvio Berlusconi, pur garantendo alla destra
italiana un consenso elettorale e popolare di notevole rilevanza, la
costringeva in una condizione di paralizzante immobilismo politico
legato alla sproporzione tra il carisma ed i mezzi dell'ex Primo Ministro
(almeno nel suo campo politico) e quello di qualsiasi altro esponente
d'area, Lega compresa.
Follini, Casini, Fini, Alfano, pur
nutrendo velleità di dare una veste diversa alla destra, non sono
riusciti nemmeno ad iniziare un percorso in tal senso, schiacciati
dall'enorme ingombrante Silvio Berlusconi, cui restava comunque
sempre il definitivo potere di veto, quando non proprio direttamente quello di
investitura: in qualche modo la destra ha vissuto per vent'anni nel paradosso politico di non potersi innovare per eccesso di consenso al suo leader, ed è per questo motivo rimasta abbarbicata ad una visione politica estremamente datata, quale era quella scolpita decenni fa nella testa di Berlusconi.