Come ai bimbi delle elementari

Buongiorno,

Se avete più di quarant'anni potete provare a ricordare:

"Bambini! Adesso tirate fuori i quaderni di matematica e scrivete i compiti per domani:

<Problema

In una vasca ci sono 200 litri d'acqua. Quanti secchi da venti litri dovrete impiegare per svuotare la vasca per poterla riverniciare?

A chi risolverà correttamente il problema saranno concessi cinque minuti di ricreazione in più. Va bene, va bene, anche l'altalena, ma solo se il tempo è bello!">

Il calzolaio di Teramo: piccola storia apocalittica

Buongiorno,

la notizia del giorno è una piccola storia qualsiasi, apocalittica quanto basta, infatti non sta in prima pagina, anzi, compare su un solo quotidiano: un ventisettenne di Teramo, Marco Grazietti, ha aperto un calzoleria.

Precedentemente aveva svolto altri lavori più o meno precari, più o meno remunerati e più o meno di soddisfazione, ma adesso è un piccolo imprenditore, un artigiano, che ha una sua attività in centro a Teramo, cui auguro soddisfazioni e successi. Il fatto che sappia riparare scarponi da montagna è indice di capacità tecnica e di spirito di iniziativa: per esperienza personale posso garantirvi che sono pochi i calzolai capaci di farlo, pochissimi quelli bravi.

Da quanto sembra di capire dal curriculum non si tratta di una persona che aspetta che gli cada addosso la manna dal cielo: ha fatto il meccanico, il pizzaiolo, il trasportatore, ed altro per mantenersi agli studi.

La legge anti scalate

Buongiorno,

Nei giorni scorsi, sull'onda delle emozioni sollevate dall'acquisizione di Parmalat da parte di Lactalis e a pochi giorni di quella di Bulgari sempre da parte di un gruppo francese,il Ministro delle Finanze più coerente e creativo di tutta la storia di tutto l'universo Giulio Tremonti ha annunciato che avrebbe promulgato in fretta e furia una legge anti scalate, che cioè non permetta a ditte italiane di essere acquisite da gruppi esteri in assenza di condizioni di reciprocità, o se in settori strategici.

Si sa infatti che è prassi comune per le aziende italiane cercare di crescere, specialmente espandendosi all'estero, e che questa loro attitudine (sconfinante quasi nella foga esterofila) è sistematicamente frustrata da pratiche protezionistiche e nazionaliste. Basta ridere, per favore.

Cronaca di un sabato particolare

Buongiorno,
poiché mentre scrivo la Gabanelli mi sta fregando l’argomento che pensavo di sviluppare molto più superficialmente di lei, vi parlerò di un piccolo fatto personale.

Sabato ho passato la giornata lavorando per rimettere in sesto la scuola che frequentano i miei figli.
 
Grazie!
Ho infatti aderito ad una meritoria iniziativa di Legambiente che ha mobilitato alcune decine di genitori per effettuare tutta una serie di lavori di dipinture, pulizie, idraulica, giardinaggio e manutenzioni varie oltremodo necessarie nella scuola frequentata dai nostri figli. Non che la scuola fosse decrepita, né che il suo dirigente la trascuri, anzi, ma i soldi per la manutenzione nella scuola pubblica non ci sono, quindi molti interventi erano rimasti in sospeso.


Rate in scadenza

Buongiorno,

diciamoci le cose come stanno: il governo di Silvio Berlusconi in questi giorni sta dando, con il suo immobilismo, con l'assenza del Premier sulla scena in momenti di cruciale importanza, con messaggi contraddittori e fumosi, un segnale di debolezza de facto ancora superiore a quello della fine del 2010.
 
Sono fortissimo!
Dopo il tentativo di spallata con la mancata sfiducia del 14 dicembre il Cavaliere sembrava aver ripreso fiato e soprattutto numeri appoggiandosi alla stampella degli improbabili Responsabili, erodendo rappresentanti a FLI ed IDV, accettando di portare il giogo della Lega e chinandosi dinanzi alle bizzarrie di altri partiti / movimenti pittoreschi (quanto meno sulla scena nazionale) come la SVP.

La politica asfittica condotta in questi mesi è però lo specchio di un Premier che, benchè sbandieri una alleanza più coesa di prima, pare ormai paralizzato dalla necessità di accontentare chiunque tra i suoi, perchè ogni gruppo parlamentare suo alleato ha il potere di ricatto. E, uno alla volta, stanno passando a riscuotere il debito, rata per rata, chiedendo pure consistenti interessi.

Il pieno, per favore!

Buongiorno,

oggi piccolo post economico comparativo.

Nel marzo del 2008 il rapinoso governo Prodi varava su iniziativa dell'allora Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi “Dracula” Bersani e del ministro dell'economia Vincenzo “Nosferatu” Visco, una riduzione delle accise sui carburanti di un paio di centesimi al litro..

La benzina in quel periodo viaggiava attorno al valore di 1,40 € al litro, mentre il gasolio stava un paio di centesimi sotto, con il barile di Brent attorno ai 66,5 € in costante ascesa dell'inizio dell'anno precedente .

 Visco & Bersani i vampireschi
In quella situazione lo Stato in questo modo rinunciava ad una entrata fiscale immediata cercando di calmierare il costo dei carburanti, nel tentativo di contenere l'inflazione e l'aumento dei costi di produzione per le imprese italiane. Le tasse sui carburanti hanno un duplice effetto depressivo sulla crescita economica, incidendo sia direttamente sul portafoglio dei consumatori che sui costi di produzione di ogni altro bene attraverso i costi di trasporto, ed il tentativo di arginarne la crescita era perciò doppiamente apprezzabile, benchè irriso come ininfluente dall'allora opposizione di destra.

Posizioni personali

Buongiorno,

oggi vi propinerò un po' di fatti miei, partendo dalle ironie che ho sentito fare (spesso dalle stesse persone) sia su un Gino Strada che conferma la sua posizione di pacifista a prescindere sia nei confronti di chi, dopo essere sceso in piazza con la bandiera arcobaleno in altre occasioni, non lo sta facendo oggi contro la guerra a Geddafi.
 
Gino Strada, pacifista a prescindere
Sallusti, ironico a sproposito
Penso che chi ironizza in tal senso sia un cretino assoluto, perchè prescinde nelle sue valutazioni dagli elementi che invece le dovrebbero originare.

Per costoro se ero favorevole a far la guerra ad Hitler devo esserlo anche a farla a Madre Teresa: favorevole ad una, favorevole a tutte, come se non ci fosse differenza tra guerra e guerra. Salvo poi essere spesso quelli che ieri volevano esportare la democrazia in Iraq ed oggi sono dispiaciuti per Geddafi più che per le sue vittime.

Indecisi a tutto

Buongiorno,

in questi giorni il governo più decisionista degli ultimi 150 anni (credo di poter parafrasare in  questo modo il modo di dire “il governo del fare” senza travisare di molto lo spirito entusiasta e comunicatore del nostro esecutivo) sta mostrando la corda sotto vari aspetti.

Oggi ne vorrei considerare un paio, il primo dei quali mi è stato suggerito da MR (Grazie Michele!) e riguarda la difesa dell’italianità delle imprese, mentre il secondo riguarda la politica estera.
Alitalia: da rubrica sul Made in Italy!

Il non ancora Premier Silvio Berlusconi aveva di fatto esordito nel governo irrompendo nell’affaire Alitalia, mandando a carte quarantotto, nel nome della difesa del simbolo, la possibilità di vendere la compagnia aera di bandiera ad Air France per trecento milioni di €, soluzione che ha già di fatto consegnato il controllo della maggioranza di Alitalia ad Air France (che con il 25% delle azioni è il primo socio di CAI e mi pare possieda già parte degli altri soci...) e le ha gentilmente offerto condizioni monopolistiche sulle principali tratte interne, gravando del cosiddetto “prestito ponte” (che non sarà mai restituito) sulle tasche degli italiani (questa l'ho detta solo per fare polemica ;-)).

La destra in Tivvù, la destra in tivvù ù ù ù

Buongiorno,

in questi giorni è stato posto un ulteriore importante tassello per il riequilibrio tra la programmazione RAI "di sinistra" e quella "di destra", inserendo in palinsesto dopo il TG1 Radio Londra di Giuliano Ferrara.

troppo a dx o troppo narciso?
Da decenni artisti conduttori e politici di destra lamentavano l'ostracismo contro le loro strutture da parte delle comunistissime dirigenze RAI: si andava dalle accuse di Berlusconi a quelle di Banfi, Buzzanca, Barbareschi, e tanti altri che ritenevano che esistesse una discriminazione contro una programmazione televisivia "di destra", a quelle contro conduttori come Santoro, Floris e la Gabanelli di essere faziosi e militanti di sinistra.

Cicchitto ed il fungo atomico

Buongiorno,

Si è concluso ieri sera l'ennesimo strepitoso sondaggio.

Le Chef
Boletus atomicus edulis











Sulla base di un campione rappresentativo quanto possono essere quindici lettori del blog, riteniamo di poter dire che se Fabrizio Cicchitto vedesse un fungo atomico lo raccoglierebbe per farci un risotto (53% dei voti) magari chiedendo prima ad un micologo informazioni sulla sua commestibilità (13% dei voti). Per un altro 13% dei voti si metterebbe al riparo dalle radiazioni, mentre per i restanti continuerebbe imperterrito a fare quello che stava già facendo perchè non si cambia idea ogni dieci minuti...

Sono sicuro di non meritarmi un politico simile... :-)

Ciao e bon appetit!

Ciao

Paolo

La dura realtà

Oggi ospito un post del blogger tenutario di http://nonsonoserio.blogspot.com : Michele. Che ovviamente ringrazio (ammetterete che nella captatio benevolentiae me la cavo benino :-)).

Buongiorno,

Lunedi 14 il Presidente del Consiglio è sceso ad incontrare i sindacati di polizia che manifestavano davanti ai cancelli di Arcore (la succursale lombarda del Governo italiano) per protestare contro i tagli del governo al comparto sicurezza. Tra le cose dette da Berlusconi, ce ne è stata una importante sottolineata in serata a "La zanzara" da Cruciani e Parenzo: “è colpa di chi ha speso prima, certo. Ma è colpa anche nostra perché non siamo riusciti a ridurre le nostre spese in generale per cui incassiamo 100 e spendiamo 105”.

Berlusconi arringa i poliziotti
Dato che nessun organo di informazione ha rimarcato questo, devo fare i miei complimenti a Cruciani e a Parenzo per aver pescato qualcosa fuori dal coro.

Per me poi è una perla assoluta che mostra, in particolare ai fan incalliti che vedevano in Berlusconi una specie di messia come e perché la politica fatta di vuote promesse e slogan elettorali tipo “meno tasse per tutti” o “per un nuovo miracolo italiano” sia fallita. Escludo da questo chi è riuscito a tenere gli occhi aperti sul vero problema di casa che è il debito pubblico, e che non lo si abbatte se non al prezzo di sacrifici, ovvero far pagare le tasse a tutti e di tagliare i rami secchi e improduttivi della macchina pubblica. E' quindi l'ammissione implicita del fallimento di Berlusconi come politico, sceso in campo tra le altre cose contro quella macchina burocratica, di cui in tempi precedenti si era servito per i tutelare i propri interessi (vedi legge Mammi), per “liberare l'Italia da lacci e lacciuoli”.

Saluti
Michele

Riprendo la linea solo per una piccola considerazione OT: la maggior parte dei leghisti ha disertato le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Come succede sempre con gli ospiti indesiderati che non si può però far a meno di invitare, non sono mancati a nessuno, anzi la festa ha tratto giovamento dalla loro assenza.


 la veloce autocritica di Silvio

Gheddafi: l'occasione persa

Buongiorno,

mentre il disastro giapponese monopolizza l'attenzione di gran parte dell'opinione pubblica, (vi segnalo che oggi la CRI ha attivato il numero 45500 per gli SMS per l'emergenza Giappone) in Libia il Colonnello Gheddafi, libero come il vento e giovandosi della mancata istituzione della no fly zone, sta utilizzando aviazione e carri armati contro i ribelli male armati e disorganizzati.

Ritorna vincitore
Conseguentemente, dopo essere stato praticamente confinato nella sola Tripoli o poco più, sta riprendendo il controllo dell'intero paese: le filiere del petrolio e del gas sono tornate nelle mani rapaci del Colonnello, così come quasi tutti i grandi centri abitati. Ormai pare che a resistere sia sostanzialmente le sole Bengasi e Misurata e parte della Cirenaica, ma con i rapporti di forze in campo è solo questione di tempo.

Per chi aveva provato a rivendicare diritti si prospetta un futuro molto cupo e per noi l'aumento della pressione degli emigranti, che vedranno aggiungersi a chi fugge la fame chi fugge alla repressione (magari respingeremo nei campi libici anche loro, tanto, per quel che frega ai nostri governanti...).

Le diplomazie straniere, nell'ignoranza di chi fossero e cosa volessero i ribelli e legate al regime libico da forti interessi economici, hanno esaurito la loro attività in chiacchiere e, al massimo qualche vaga minaccia. In questo campo l'Italia, che aveva consolidato con la Libia maggiori rapporti economici e politici, è stata una delle nazioni che più hanno operato come freno nel prendere iniziative contro il dittatore e quella cui probabilmente questi sarà, nei fatti, maggiormente debitore. 

and the winner is: Mr. Mugabe!
Possiamo aspettarci che maggior gratitudine andrà solamente a Mugabe, se è vero che ha favorito l'arrivo di mercenari dallo Zimbabwe, e non è un bel confronto.

Tutto ciò è stato secondo me un colossale errore da parte degli stati democratici occidentali, che magari in parte ne trarranno nell'immediato un vantaggio.

Ogni volta che la testa di un dittatore rotola nella polvere, ogni volta che un Mussolini viene appeso per i piedi, ogni volta che un Ceausescu viene linciato, ogni volta che un Milosevic o un Babic crepano come cani rognosi in carcere, il mondo diventa un po' migliore e a chi aspiri a diventare dittatore a sua volta giunge un messaggio sulle conseguenze del violare i diritti umani.

Con Gheddafi si sta affermando invece il contrario, e si sta mostrando come non esista spietatezza e crimine che i soldi non possano far perdonare... gli interessati ne trarranno le ovvie conseguenze: se i soldi fanno perdonare qualsiasi cosa, si può fare qualsiasi cosa per impossessarsi dei soldi. Ed insegneranno a chi è tiranneggiato a subire in silenzio, perchè sarà solo davanti al suo aguzzino.

Salvare un dittatore oggi ne fa nascere altri due domani.

Ciao e buoni festeggiamenti

Paolo

L'inno di Mameli me lo sono già giocato: Benigni integrale!

A volte ritornano

Per il post di oggi mi soccorre Tommaso: grazie Tommaso!

Buongiorno,

assistiamo con la consueta italica indifferenza al ritorno sulla scena di un paio di personaggi che personalmente non avevo affatto dimenticato: Claudio Scajola e Luca Luciani.

di nuovo sui nostri schermi
Il primo è un habitué del "back in action" a pochi mesi da una sempre ignominiosa uscita di scena. Sostiene di voler vendere la casa con vista Colosseo che avrà "acclarato" essere stata pagata da altri. Come se questo cancellasse la vergogna. (personalmente non dimenticherei che si tratta anche di colui che ritenne opportuno etichettare come rompicoglioni il Prof. Biagi che richiedeva una scorta -come quella di Scilipoti, per dirne uno- che probabilmente gli avrebbe salvato la vita dalla Nuove Brigate Rosse: uno dei rari casi in cui i nostri politici hanno preso le adeguate conseguenze. E non dimenticherei nemmeno che è l'uomo che riusciva a giustificare la necessità del volo Alitalia Savona Roma quando era parlamentare...). E come se non bastasse dobbiamo beccarci i piagnistei della serie "quello è più delinquente di me ed è rimasto al suo posto, perché devo pagare solo io?"

Luca "Napoletone" Luciani
Il secondo si è reso protagonista di una gaffe su Napoleone  che si commenta da sola (così, solo per infierire, ricordo a tutti che è forse l'unico caso in cui Cruciani si è permesso un po' di pesante sarcasmo con un pezzo grosso, fate un po' voi...).

Ora viene accusato di truffa (che strano!) e solo così veniamo a sapere che egli era colui che "I soci forti della società hanno appena scelto come dg nell'operazione di modifica della governance di gruppo". Non c'era nessuno meglio di così? (Evidentemente no, si sa che in Italia vige la meritocrazia più spinta...).

Questa è la nostra classe dirigente: impuniti pieni di sé, infantili come bambini delle medie, figli di papà, ignoranti come pali. 

Con la fuffa e l'improvvisazione si faranno i soldi nelle pulciose PMI sempre sull'orlo di fallire dopodomani, ma un Paese governato a lungo da persone immeritevoli e incompetenti non ha futuro.

Saluti

Tommaso

Riprendo la linea per una considerazione ed un flash back. 

La considerazione: in fondo non ci sono solo cattiva notizie se Giovanardi minaccia le dimissioni. Speriamo che qualcuno le accetti.

Il Flash back: sarà leggere certe cose, sarà che abbiamo appena rivangato nel mio passato da ufficiale degli alpini, ma mi è venuto in mente un ottimo alpino del plotone che comandavo. Costui aveva un rimedio universale per qualsiasi problema: "Carico, scarrello e sparo". Chissà cosa mi frulla nella testa.... :-)

E' un mondo difficile...

Buongiorno,

personalmente trovo impegnativo scrivere un pezzo tutti i giorni sul blog: richiede tempo ed energie che non sempre ho. E' difficile cercare di scrivere ogni giorno qualcosa di intelligente (Ehi! ho scritto cercare ed il blog si chiama acuto come una palla: è proprio necessario infierire? :-)). Riuscirci mentre nella testa vi risuona la voce di Fabrizio "The Brain" Cicchitto che recita che sul nucleare si continua tutto come prima perchè "non si può cambiare idea ogni minuto" va probabilmente oltre le mia capacità odierna.

Genius at work
Spero intensamente che i problemi al reattore di Fukushima  saranno rientrati quando questo post sarà pubblicato (ed allo stato attuale è tutt'altro che scontato), ma quanto è stato diffuso in questi giorni sottolinea quanto siamo arrivati vicini ad un esito catastrofico, anche nelle centrali dove i problemi sono stati presentati come minori (le esplosioni dovute all'idrogeno non sono rassicuranti se si pensa che l'acqua genera idrogeno a temperature prossime a quelle di fusione dell'uranio...). Pensare di essere arrivati ad un passo (o anche meno) dalla catastrofe in più realtà contemporaneamente non è rassicurante, specialmente se da parte di chi governa c'è la ferma determinazione a non voler vedere cosa sia successo.  Come dire che non abbiamo corso rischi perchè la pistola con la quale hanno cercato di spararci si è inceppata invece di sparare. Apprezzo perciò moltissimo la razionale decisione della Cancelliera Merkel di prendere atto che le conoscenze sulle centrali nucleari sono cambiate in conseguenza di quanto sta succedendo in Giappone e che la situazione impone pertanto una rivalutazione dei rischi, dei costi e dell'opportunità di fruire della tecnologia nucleare. Che la valutazione confermi o meno le scelte poco importa: quanto in Germania viene evidenziato è il tentativo di effettuare una scelta razionale e non ideologica. Proprio come in Italia.
Metto anche lei per parità di genere

In questi giorni si è anche toccato con mano come l'informazione in Italia abbia viaggiato a velocità diverse, a seconda della diversa propensione di un giornale piuttosto che di un altro ad avallare la scelta nucleare. Sul Corriere determinate notizie giungevano con notevole ritardo rispetto a Repubblica ed ancor più al Fatto, e non ho avuto l'impressione che trattasse dei tempi necessari a verificare le notizie... Per non parlare di chi, come il Giornale di Sallusti, apriva ieri sera l'edizione on line con le notizie sul barcone dalla Libia. Qualcuno dirà che sono libere scelte editoriali.

Come avevo già evidenziato ieri qui ciò mi vale sicuramente l'epiteto di sciacallo e di avvoltoio: mi sembra comunque di esser in miglior compania avendo a che fare con la Merkel che con i nostri geniali governanti.

La mia considerazione su Cicchitto sta tutta nel sondaggio che trovate di spalla da ieri sera...

Ciao

Paolo


No CMM today guys... Sorry!

L'Impero del Sol Tremante

Buongiorno,

mentre scrivo si stanno lentamente definendo i contorni della catastrofe che venerdì ha colpito il Giappone: la potenza del terremoto è stata impressionante, ciononostante i suoi effetti diretti sono stati piuttosto contenuti, grazie alla tecnica edilizia ed alla organizzazione dello Stato del Sol Levante. Molte testimonianze segnalano come, di fronte ad uno dei terremoti in assoluto più potenti tra quelli verificatisi in epoca storica, i giapponesi hanno reagito quasi senza panico, con autocontrollo e disciplina, spesso uscendo in strada con caschetto di protezione e kit per l'emergenza, confermando il fatto di essere un popolo abituato a convivere con i fenomeni sismici.
 
Purtroppo poco è ancora possibile fare per arginare la furia dei maremoti , ed in effetti lo tsunami seguito al terremoto pare essere il responsabile della maggior parte dei morti, che ormai si contano a migliaia, e dei danni.

Nell'arco del fine settimana però l'attenzione è stata prevalentemente concentrata su una delle conseguenze del terremoto: cinque degli oltre cinquanta reattori nucleari installati in Giappone (tre a Fukushima, uno a Tokai ed uno a Onagawa), in conseguenza delle scosse sono andati in avaria e fuori controllo, sino al verificarsi di esplosioni, fughe radioattive più o meno controllate, tentetivi di raffreddamento dei reattori con acqua di mare, melt down parziali del nucleo e precipitosa evacuazione di centinaia di mglaia di persone. 

Devo ammettere che il test cui gli impianti giapponesi sono stati sottoposti è stato brutale ed estremo, i risultati purtroppo per ora non sono ancora ascivibili al positivo, anzi, benchè almeno alcuni  di questi impianti siano secondo quanto affermava un fisico nucleare intervistato su R24 impianti BWR di seconda/terza generazione, contrariamente a quanto affermato invece dal nostro ministro dell'ambiente (che ne retrocede la generazione a prima e la realizzazione agli anni '50, mentre per Fukushima Daichii gli impianti dovrebbero datare al 1971 per l'unità 1, 1974 per l'unità 2 1974 per l'unità 3).

Non siamo Giapponesi
Da italiani, in vista di una ripresa del programma nucleare nazionale, credo valga la pena di approfittare per chiederci cosa potrebbe succedere da noi, in caso un terremoto coinvolgesse le centrali che verranno costruite. Da un lato i geologi ritengono che in Italia non siano prevedibili terremoti della portata di quello verificatosi in Giappone, dall'altro le condizioni al contorno sono molto meno rassicuranti: l'edilizia, le infrastrutture, le tecniche costruttive e la preparazione degli italiani non sono certo quelle giapponesi: chi di voi ha pronto un kit per le emergenze? quanti sono sicuri di vivere in una abitazione che risponde a criteri antisismici? quanti sanno quale sia il rischio sismico del comune di residenza? La strada che vi porta al lavoro resisterebbe ad un terremoto del V grado Richter? Bene, se foste un tecnico della costruenda centrale nucleare, sulla scorta di queste consapevolezze, quali garanzie potreste dare di essere in grado di raggiungere il posto di lavoro per tamponare una grave emergenza se si verificasse un terremoto?

Giusto per aggiungere una nota polemica: tempo fa vi era chi giurava che le centrali nucleari erano diventate assolutamente sicure, assicurava che chi metteva in dubbio la sicurezza e l'economicità delle centrali era un ottuso retrogrado oscurantista o peggio, spergiurava che le centrali di terza generazione non avrebbero mai permesso una nuova Chernobyl, mandava in TV pubblicità piene di messaggi impliciti e subliminali a favore di una ripresa condivisa del programma nucleare. Oggi, con un numero imprecisato di centrali che potrebbero essere ad un passo dalla fusione del nucleo e segnalano l'esistenza e la dimensione del problema, oggi dicevo, con immutata sicumera  costoro non trovano di meglio che dare dello sciacallo a chi segnala che la realtà sembra essere diversa (come ha fatto l'inossidabile Chicco Testa), dargli dell'avvoltoio utilizzando dati quanto meno dubbi (come ha fatto la già citata ministro dell'Ambiente Prestigiacomo) e confermare la scelta di installare delle nuove centrali in Italia perchè "non si può cambiare idea ogni minuto" (come ha fatto Cicchitto, dall'alto delle sue granitiche ed inscalfibili certezze).

Penso che posizioni così ottuse facciano il paio con un certo ambientalismo immobilista che spesso hanno coperto di sarcasmo: cerchiamo di tenere entrambe le posizioni fuori dal dibattito nel prossimo futuro: non potrebbero che danneggiarlo...

Ciao

Paolo

Oggi due CMM: il primo ha un sapore diverso da quando è stato trasmesso la prima volta:


il secondo è un CMM Monstre: 86 minuti di The atomic cafè

Settentrionali AT-TENTI!

Buongiorno,

smentisco quanto detto ieri: oggi parlerò della questione degli Alpini che la Lega vorrebbe settentrionali (mi merito un applauso alla coerenza vero? :-)). In quanto ex ufficiale degli Alpini la questione non dico che mi tocchi, ma quanto meno mi interessa. Spero che un paio di spunti possano interessare anche voi...

La Lega ha proposto di favorire nel corpo degli Alpini la presenza di militari settentrionali, motivando la richiesta con richiami alla tradizione, al legame con il territorio, alle origini del corpo...: la proposta, in questi termini, era ridicola, propagandistica ed anche pericolosa ed è stata giustamente rigettata.  
Sapreste riconoscere gli Alpini del Nord?

E' vero che gli Alpini sono nati sulla base di un reclutamento territoriale che favoriva un forte rapporto con il territorio, ma questo aveva un peso quando i militari erano di leva e quando era plausibile uno scenario operativo (leggi "di guerra") in casa nostra.

In caso di invasione da parte di un nemico gli Alpini avrebbero goduto dell'appoggio della popolazione da cui provenivano e della ottima conoscenza del luogo in cui operavano. Insomma avrebbero condotto la partita in casa. Inoltre erano in grado di operare (vedi terremoto del Friuli o alluvione del Canavese) come forte struttura di supporto in caso di emergenze e catastrofi.

Tolta la leva (cosa che considero un errore enorme), spostato lo scenario delle operazioni militari altrove (se l'amico Putin vuole metterci in ginocchio gli basta chiuderci il gas, non ci muoverà certo contro i suoi carri armati) e delegata la gestione delle catastrofi alla protezione civile (nella quale non a caso si vedono moltissime penne nere), un corpo così concepito non ha più senso, con buona pace dei nostalgici.

Gli Alpini di oggi non hanno nulla a che vedere con quelli che mi onoro di aver guidato quindici anni fa, e non perchè siano meridionali, ma perchè sono professionisti destinati al altri scopi: personalmente sono quindi convinto che sia stato corretto rigettare la proposta leghista di giungere ad un corpo di Alpini settentrionali, che poco hanno a che vedere con il radicamento nei territori del nord Italia.

La proposta in realtà mascherava (nemmeno poi molto) però due cose troppo sottaciute: da un lato il rischio che uno Stato corre quando il suo esercito è espressione solo di una sua parte geografica (cosa che attualmente succede in Italia dove la stragrande maggioranza dei militari è meridionale e che non si verificherebbe con la leva), dall'altra la pericolosa voglia della Lega di avere anche una struttura militare "territoriale" che la veda come il proprio riferimento politico amico.

Per quanto riguarda il primo aspetto, mi pare ovvio che un esercito che rappresenti al proprio interno in maniera proporzionata tutte le componenti regionali dello stato sia in qualche maniera più affidabile di un esercito che ne escluda una parte. Un esercito siffatto non si porrà il dubbio se sia opportuno difendere o meno gli interessi di una parte dello Stato, cosa che potrebbe invece accadere se quella parte dello Stato non è proporzionatamente presente nell'esercito stesso.
Per la loro nordicità nessun incentivo...

A conferma della faziosità e della retorica della proposta ricordo che la Brigata Julia reclutava ottimi e tostissimi Alpini Abruzzesi, non solo Friulani, e che nulla si è pensato per gli altrettanto valorosi, tosti e "Nordici"  (ma meno mediaticamente visibili) Lagunari: discriminati anche loro...

Qualcuno potrebbe obiettare che la proposta leghista aveva il pregio di provare ad riequilibrare il rapporto tra meridionali e settentrionali all'interno dell'esercito. Errore doppio: avere di fatto DUE eserciti diversi rappresentativi di Nord e Sud è peggio che averne uno solo mal assortito, perchè ovviamente, a quel punto per ognuno dei due la fedeltà alle terre d'origine diverrebbe un fattore non secondario, in caso di interessi diversi tra Roma e Milano (questo problema, in Italia  prima della nascita del leghismo, ovviamente non si poneva: vent'anni fa nessuno avrebbe considerato seriamente la parola "Padania," ma adesso tragicamente, dobbiamo fare i conti anche con queste pericolose assurdità).

In sintesi la proposta leghista voleva nel migliore dei casi essere propagandistica, nel peggiore dare un minimo di credibilità e corpo alle ripetute minacce di Umberto Bossi relative alla disponibilità di milioni di fucili presso i leghisti padani, contribuendo contemporaneamente alla auspicata (da loro) balcanizzazione dell'Italia oltre che sul piano amministrativo, anche su quello militare: ha raggiunto solo il primo scopo, grazie alla mancanza di volontà del nostro Presidente del Consiglio di non irritare un alleato dal quale dipende troppo strettamente. Nulla invece viene fatto per ovviare al fatto che il nostro esercito è una espressione inadeguata della società che deve difendere.

Ciao

Paolo



La patente veneta

Oggi provvidenziale post di Tommaso, che ringrazio...

Buongiorno,

leggendo la versione online del quotidiano della mia città mi imbatto in questo.
Gabriele De Pieri
Si tratta del sedicente "Presidente dello stato di Padova, Repubblica Veneta", che fermato dai Carabinieri afferma di non riconoscere l'autorità dello stato italiano. Privo della patente italiana, presenta quella veneta, immagino prodotta con i soliti colori squallidi che accompagnano certa miseria culturale. Al momento di firmare delle carte sostiene di non conoscere la lingua in cui sono scritte, pretende quelle in veneto e vaneggia di un appello alla comunità europea per violazioni dei diritti dell'uomo. 
Dall'articolo del giorno dopo apprendiamo  che questo personaggio sostiene di aver speso 60.000 euro di avvocati per chiedere risarcimenti alla UE per i danni subiti a causa dell'"occupazione italiana" del suolo veneto.

È naturale che venga da ridere a sentire certe cose, ma riderei di buon gusto se vivessi in Germania. Invece mi tocca abitare in mezzo a queste persone, sapere che nei bar del paese dove lavoro molti condividono questo delirio. Soprattutto sapere che numerosi amministratori locali appoggiano, per reale convinzione o a fini elettorali, le più becere e pericolose tendenze di questo "autonomismo" de noaltri, basato su egoismo e "ignoranza".

Alle prossime elezioni aumenteranno ancora gli amministratori locali di questa fatta e sentiremo sempre nuove uscite, sempre più razziste, anti-italiane e sempre mascherate con l'ipocrisia cui questi farabutti attingono come e meglio dei tanto odiati politicanti meridionali. Non so se esagero, tuttavia se il problema più grosso dell'Italia è la malavita organizzata, subito dopo viene il problema costituito da una fetta sempre più grande di persone che minacciano l'unità nazionale. Per paradosso: vivere in un territorio controllato dai mafiosi è pessimo, ma io personalmente in un territorio controllato da bifolchi leghisti non mi trovo tanto bene. 

Non dico affatto che ogni elettore leghista condivida le idee secessioniste, sostengo con forza però che il pericolo ci sia e che a contrastarlo ci sia molto poco. Nelle scuole non si insegna la storia degli ultimi 50 anni, libri in uscita e media propagandano da 30 anni almeno una visione negativa del Risorgimento e della Resistenza, il Fascismo viene visto come l'unico momento in cui abbia funzionato qualcosa nel paese, aggiungiamo che una bella fetta di persone esce dalle scuole superiori e "non è in grado di comprendere un articolo di giornale", ci credo che poi le fesserie sulla "Nassion Veneta" fanno presa sui fenomeni che anelano solo a "tirar su schei e a no pagare e tase"(e qui ci starebbe la bestemmia esclamativa).

Cito la conclusione del secondo articolo, che condivido:

"Sull'episodio ha intanto preso posizione Antonio De Poli, deputato dell'Udc. «Sono avvisaglie - dice un comunicato del parlamentare - che preoccupano. Da anni la Lega ci racconta che il Veneto non è Italia, che l'adesione della nostra Regione alla Nazione è stata una truffa e che staremmo meglio da soli. Ogni giorno i politici e gli amministratori leghisti si lanciano in provocazioni gravi e offensive. Per non parlare del governatore Zaia, campione di equilibrismi e di "salto dell'Inno". Non vorrei che tutto questo, che non esiterei a definire una vera e propria campagna di controcultura, portasse a conseguenze gravi. Sicuramente il voler estirpare il sentimento di coesione nazionale da un certo territorio è, da parte di una forza politica, un'operazione gravissima. Oggi ridiamo, ma un cittadino che si rifiuta di riconoscere l'autorità dei carabinieri a causa del presunto indipendentismo veneto è un evento grave»."

Saluti 

Tommaso Lord of Turnchariot, second of his name, Warden of the East

Riprendo la linea solo per aggiungere che, da ex ufficale degli Alpini, avrei voluto commentare il turbine di imbecillità che ha avvolto leghisti e PD sull'argomento del reclutamento degli Alpini. Ma, al di là dell'interesse personale, mi rendo conto che l'argomento ha scarso appeal ed io poco tempo...

Ciao

Paolo.

Un otto marzo un po' particolare

Buongiorno,

oggi scrivo con una certa incredulità un post un po' meno cupo del solito su un argomento dove l'Italia, tradizionalmente, occupa una posizione non invidiabile tra i paesi occidentali: quello della discriminazione di genere.

8 marzo
Che l'occupazione femminile italiana rispecchi una profonda discriminazione di genere è una ovvietà evidenziata da tutte le statistiche in materia, che evidenziano per di più come, malgrado un livello di scolarità superiore a quello maschile, le donne rimangano ai margini delle posizioni dirigenziale e decisionali. Per fare un esempio emblematico ci sono molte più donne laureate in medicina che uomini, ma la proporzione si inverte se guardiamo il numero dei primari. E ngli altri campi avviene la stessa cosa.

La cosa ha radici culturali profonde nel tessuto italiano: molti di coloro che abbaiano contro il Presidente del Consiglio per la scarsa considerazione delle donne che i suoi comportamenti privati sembrerebbero evidenziare, all'atto pratico danno per scontata la medesima discriminazione, quando addirittura non la favoriscono, persino quando si tratta di donne.

In questo contesto non posso che sperare che due notizie di ieri abbiano un reale impatto sulla realtà italiana: la riforma che vuole rendere più semplice conciliare la vita familiare con quella lavorativa e quella che introduce le quote di genere (una volta si sarebbe detto quote rosa) nei CDA delle aziende.

Parità o "figlia d'arte"?
Ora, non conosco nei dettagli le due iniziative, e spesso il diavolo è proprio lì che si annida, posso avere alcune perplessità sull'adozione delle quote rosa (che considero il minore dei mali, non un bene tout court), mi immagino che da domani nei CDA vi sarà un florilegio di mogli, amanti, figlie, segretarie del paròn,  mi rendo conto la prima delle due riforme citate sottintende di fatto che il peso della famiglia debba continuare a pesare sulle donne e che tende ad inserirle in ruoli subalterni, temo che vi sia un forte desiderio di "effetto annuncio",  ma, malgrado tutto ciò, sono convinto che da queste due iniziative un minimo di effetti positivi lo avranno, persino al di fuori del campo della riduzione della discriminazione di genere.

Due esempi: favoriranno l'introduzione in ambito aziendale di rapporti di lavoro flessibili anche da parte delle aziende e costringeranno un establishment economico incartapecorito ed ingessato come quello italiano a rinnovarsi almeno un po', e questi saranno due magari piccoli passi oltre l'attuale imbarazzante status quo.

Ciao

Paolo

Piccoli confronti tendenziosi...

A tutte le signore e signorine che frequentano il blog un buon 8 marzo!

Buongiorno,

l'ennesima notiziola incredibile dai bassifondi della nostra politica mi fa pensare a cosa succede in altri Paesi con cui vorremmo confrontarci.

zu Guttemberg
Ad esempio in Germania succede questo e questo, in Inghilterra succede questo, in Giappone succede questo, negli Stati Uniti succede questo, in Israele succede questo, in ..., ok la smetto, per farla breve in tutto il mondo civilizzato i politici coinvolti in scandali che possano delegittimare la carica che occupano si dimettono, vuoi ammettendo le proprie colpe, vuoi semplicemente per tutelare le istituzioni.

In Italia non è così, al punto che in più d'uno ha ritenuto di applaudire come persona correttissima ed esemplare l'ex presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro quando ha accettato la recente condanna al carcere.

Ora io stesso ho delle perplessità ad accettare, in un clima politico avvelenato come quello italiano, l'idea che un sospetto debba essere giustificazione sufficiente per imporre le dimissioni di un politico, al punto che le pretenderei unicamente dopo una condanna in primo grado (senza però che vi siano tutele o immunità particolari per i politici), ma davanti a una raffica simile credo che chi pretende che in ogni Paese esista una sensibilità diversa davanti a situazioni simili (alla Cruciani) abbia torto marcio: quello che vedo è un indirizzo diffuso e ben definito: il politico coinvolto in uno scandalo si dimette. Punto. E, vista la qualità della politica italiana, credo che ad aver torto sia la linea sposata dalla destra italiana, (è vero, a sinistra le dimissioni usano un po' di più) che troppo spesso stiracchia un garantismo selvaggio a tutela dei propri uomini, ma che in questi giorni sta riuscendo ad andare oltre, dando corpo al rientro in pompa magna al "Ministro a sua insaputa".

Per fortuna persino all'interno del PdL c'è chi si oppone, malgrado la cosa possa sembrare ancora più grottesca: si tratta di Dell'Utri...

Ciao

Paolo

Il made in Italy: il turismo parte seconda, le presenze

Come sempre quando ho poco tempo e poche idee vi propongo un fill - in: non perdetevi comunque il riassunto dei risultati del sondaggio...

Buongiorno,

qualcosa sul turismo ce lo siamo già detti. Ma ho sentito qualcuno borbottare che gli alberghi sono solo un piccolo aspetto del turismo.

Giusto.
Infatti quello che non ci siamo detti è che la nazione

meta del maggior numero di turisti 

è l'Italia, com'è ovvio per tutte le attrattive che possiamo sfoderare: città d'arte, Roma, Venezia, Firenze, montagne patrimonio dell'umanità, mare incredibile e la nostra proverbiale assistenza ed ospitalità. Giusto?

Sbagliato. 

Ecco la graduatoria, secondo i dati dell'osservatorio nazionale per il turismo, maggio 2009:


Arrivi internazionali  (in milioni): 81,9
Presenze (in milioni di giornate): 479

Arrivi internazionali  (in milioni): 59
Presenze (in milioni di giornate): 225,6






Arrivi internazionali  (in milioni): 56
Presenze (in milioni di giornate): non dichiarato


 



Arrivi internazionali  (in milioni): 54,7
Presenze (in milioni di giornate): 142,2

     Arrivi internazionali  (in milioni): 43,6
     Presenze (in milioni di giornate): 163,4






Ciao

Paolo

Le vostre scelte in edicola

Oggi niente post se non un fill - in sul made in Italy e la chiusura del sondaggio. Sorry guys...

Buongiorno,

anche il secondo sondaggio si è chiuso: su 21 votanti nessuno si è detto intenzionato all'acquisto dei presunti diari di Mussolini allegati a Libero, ben 3 hanno invece dichiarato il loro interesse nei confronti del testamento politico di Mussolini allegato a il Giornale (a questi consiglierei anche le memorie del cameriere del Duce, non si sa mai) e 18 hanno dichiarato di aver già una scorta sufficiente di questo bene:






Non ho votato ma, per una volta, mi sarei schierato con la maggioranza...

A chi interessi capirci qualcosa di Mussolini consiglio De Felice: senza dover affrontare l'enorme biografia da lui redatta esiste una ottima "Breve storia del fascismo" cui le iniziative nostalgiche non aggiungono nulla, anzi...

Ciao

Paolo

La Settimana Enigmistica della malafede

Buongiorno,

immagino che l'argomento non brillerà per originalità, quindi cercherò di inventarmi qualcosa, perchè credo che sia un questione piccola ma importante. Se non avete cinque minuti da perdere saltate subito alla parte in grassetto, che è il succo del post... 

Ecco, forse può andare! Adesso vi chiederò di concentrarvi, leggere con attenzione due articoli e trovare le dieci piccole differenze tra questo e quest’altro.
                            
Al di là dell’amaro scherzo, bisogna essere proprio bravi a percepire determinate sfumature, legate al fatto che il quadro di insieme è sostanzialmente identico nelle due situazioni, che si differenziano praticamente solo perché si verificano a distanza di due anni l’una dall’altra.

Il quadro d’insieme dice che anche quest’ anno, come già è stato nel 2009, il governo persevera nel non voler accorpare i referendum ed altre elezioni, deliberando di sprecare denaro pubblico in gran quantità (se le cifre citate sono esatte stiamo parlando per ognuno dei due mancati accorpamenti di uno spreco di trecento milioni di euro, pari a 2/3 di quanto destinato alla tanto decantata e poco finanziata social card promossa con dubbi risultati (un euro e mezzo al giorno non cambia la vita a nessuno) in funzione anticrisi due anni fa.

Lo scopo è evidente e francamente poco nobile: garantire che i referendum (su legittimo impedimento, acqua pubblica e nucleare), non raggiungano il quorum, togliendo loro il ”traino” che deriverebbe dalla concomitanza con altre elezioni ed anzi facendoli osteggiare dalla stanchezza di chi, in un mese avrà già votate al primo turno ed al ballottaggio. Insomma si vuole portare a casa il modo migliore per invalidare la consultazione democratica e non doversi confrontare sui suoi reali risultati.

Questa manovra rende perfettamente visibile l’ipocrisia e la strumentalità di chi sosteneva che le liste elettorali sostenute da raccolte di firme false, mancanti, di defunti, consegnate in ritardo, (ricordate il panino di Milioni? e Firmigoni?)… dovevano essere comunque ammesse, in spregio a regole che affermavano il contrario, per garantire la più ampia partecipazione democratica, quella stessa partecipazione che adesso si vuole dissuadere a caro prezzo.

E’ evidente che in questa situazione, come già due anni fa, sto dalla parte dell’opposizione, e che pertanto mi rendo conto che la mia posizione resterà inascoltata, anche se sottoscrivo questo appello http://www.iovotoil29maggio.it.

Perché oltre che inascoltata non sia anche completamente inutile come due anni fa ho una piccola proposta: proviamo almeno a farli vergognare, sputtaniamoli un pochino, per quanto possibile!

Vi invito a mettere nei vostri blog (o a suggerire ai blog che normalmente leggete di contribuire a distribuire) la proposta di accorpare referendum ed elezioni destinando i trecento milioni di euro che si risparmierebbero al ripristino ai livelli del 2008 dei fondi per le politiche della famiglia che, come avevamo visto qui, sono stati ridotti di oltre l’85% da questo governo. Sarebbe una manovra socialmente utile ed a favore delle famiglie ( Ministro Sacconi, ci sente?) ed a costo zero (Ministro Tremonti ci sente?), che comporta minori interruzioni di pubblici servizi (le scuole utilizzate come seggi: Ministro Gelmini, ci sente?) e minori assenze dal lavoro (gli scrutatori: Ministro Brunetta, ci sente?),  minore impiego di forze dell'ordine (per la sorveglianza ai seggi: Ministro Maroni, ci sente?) e che per di più promuove la partecipazione democratica (no, di questo siamo sicuri a priori che non glie ne frega niente a nessuno).
 
dalle tasche di ogni italiano, si, si, anche tu!
Chissà che almeno qualche coscienza cominci a rimordere un pochino anche tra i sostenitori del Family Day, visto che quei soldi adesso sono sottratti anche alle famiglie ed ai bisognosi e chissà che qualcuno faccia due conti e si accorga che questo governo con questa iniziativa per l'ennesima volta mette le mani nelle tasche degli italiani e sfila per la seconda volta ad ognuno di loro 5 euro (che si aggiungono a quello che sfila dalle stesse tasche ogni volta che uno va al cinema ed a quelli che sfila con la tassa di soggiorno, che si aggiungono ... Quanti siete in famiglia? Quante volte andate al cinema? Quanti giorni andate in vacanza o in albergo per lavoro? Insomma chiedetevi un po' quanto assomigliate al Bancomat di Berlusconi, una buona volta!)

Ciao

Paolo


Non sto scherzando: se siete d'accordo linkate, copiate, parafrasate e diffondete questo post e fatelo linkare, copiare, parafrasare e diffondere a vostra volta...

Alcuni padani sono più padani degli altri

Buongiorno,

ricordate quando i simpatici politici leghisti si aggiungevano a Confindustria nella richiesta di non festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia questo 17 marzo?

Benigni
Per certi versi sembra ieri: ne parlavamo poco più di tre settimane fa e le condizioni politiche ed economiche non mi sembra che siano significativamente cambiate. Non credo poi che la pregevole comparsata di Benigni a Sanremo possa essere considerata una svolta epocale nel panorama culturale italiano.

Pertanto, secondo me sarebbe ragionevole che, in mancanza di stravolgimenti, chi riteneva che non si dovesse festeggiare una tantum l'unità d'Italia perchè un giorno festivo in più (in un anno con poche festività in calendario) avrebbe mandato in rovina l'economia italiana (e poi non c'era nemmeno la copertura economica, al punto che per festeggiare il 17 marzo non sarà retribuita la festività del 4 novembre...) dovrebbe coerentemente essere rimasto contrario all'aggiunta di festività al calendario...


Infatti, da allora sembrano invece passati mille anni: non solo la Lega rinuncia a far opposizione sul 17 marzo, ma lo fa ricevendo in contraccambio l'istituzione della festa regionale lombarda, che sembra doversi celebrare ogni anno (non una tantum) il 29 maggio. Du fest is mei che uan come diceva la pubblicità.

Qualcuno mi dice quale festività non sarà retribuita ai lombardi per trovare la copertura per la loro festa regionale?  E i poveri imprenditori lumbard? non vanno in rovina con la festa, loro? E perchè io, che sono Veneto, devo farmi carico del fancazzismo lumbard e degli oneri che la festa lombarda comporteranno per lo stato? Oppure per quella festa la copertura si trova in Regione con l'interessamento del castissimo Formigoni (che sia in arrivo la tassa sul profilattico per chi ce l'ha duro? Maledetto conflitto di interessi...)?

Applaudo la coerenza.

E la applaudo di nuovo e più forte per tutti quei leghisti duri e puri di Veneto, Piemonte, Friuli, ... che non ne potevano più di sentirsi schiavi e colonizzati da fuori, e della cui festa regionale nessuno si è proccupato. E' cosa ben diversa essere schiavi e colonizzati da Milano piuttosto che da Roma, vero?


E mi aspetto che ai sudtirolesi della provincia di Bolzano venga riconosciuto il diritto alla giornata del dolore, con cui celebrare degnamente l'annessione della loro patria da parte dell'Italia. Avanti Durnwalder, si faccia sentire che è il momento buono!

Ciao (anzi, per chi lo preferisce: Buona Padania a tutti! ...o solo ai lumbard??)

Paolo