L'altra metà del bicchiere europeo

Buongiorno,

se venerdì ho voluto vedere la (quasi) metà piena del bicchiere della attuale politica europea, con i piccoli progressi fatti verso un tentativo di soluzione per la questione greca e per quella ucraina, oggi mi ritrovo molto sconsolatamente a commentare invece la metà abbondante sconsolatamente vuota, tragicamente evidenziata dalle drammatice notizie dell'ennesima strage di migranti annegati nel Mediterraneo durante il tentativo di raggiungere le coste europee.

Il passaggio della gestione della frontiera meridionale dell'Europa da competenza nazionale (italiana, greca e spagnola) a competenza europea, passaggio fortemente voluto dal nostro governo e sancita dalla transizione dall'operazione "Mare nostrum" alla "Triton" è coincisa con un ridimensionamento del raggio d'azione dei mezzi navali europei impiegati e da una riduzione dell'mpegno economico rispetto a quanto l'Italia stava precedentemente facendo.

Non so se quei morti si sarebbero potuti evitare mantenendo in piediil dispositivo e le procedure in atto con l'operazione Mare Nostrum, ma il downsizing scelto dall'Europa a fronte di un problema che non si sta invece riducendo e che, in prospettiva, è prevedibile esploda nei numeri nel futuro prossimo con l'avvicinarsi di stagioni più favorevoli alle traversate e con la sempre più caotica situazione politica e militare, pare ragionevolmente essere una scelta che moltiplica i rischi e le perdite per i migranti.

L'Europa non ha la forza per salvare da sola il mondo, e nemmeno il solo continente africano o il medio oriente, ma sinora è stato un suo tratto distintivo caratteristico e nobile (probabilmente il più nobile) operare per il rispetto dei diritti umani, tratto rispetto al quale si è fatto un brutto passo indietro, rinnegando il meglio della cultura illuminista ed occidentale.

Sarebbe amaramente ironico se dopo aver difeso i nostri valori riempiendo le piazze europee di matite dopo le venti morti dovute agli attentati a Parigi, li lasciassimo spazzar via in silenzio davanti alle centinaia di morti dei disperati sui barconi.

Ciao

Paolo

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