Revisionismo? si, e brutto

Buongiorno,

mi sento oggi di affermare che, quando un paio di mesi fa scrissi il post circa la notizia della (molto) presunta esistenza di una foiba sino ad oggi ignota collocata nel Friuli orientale e contente dai 200 agli 800 cadaveri di vittime di un massacro sinora ignoto commesso dai partigiani ipotizzando e sperando che si trattasse qualcosa che stava tra l'esercizio di leggerezza e la strumentalizzazione revisionista, avevo molto probabilmente ragione.

E, anche in virtù di più recenti notizie di scoperte (che tali non sono, e lo dimostro sotto), mi sento di propendere, purtroppo, più per la seconda possibilità (una forma di marcio revisionismo volto ad infangare l'operato dei partigiani e chi li ha politicamente sostenuti nel tempo) che per la prima (la leggerezza).

Perchè, se da un lato le segnalazioni dell'inattendibilità dei contenuti dell'informativa sono stati sistematicamente presentati come un mix di fastidiosa omertà e di pesante censura (vedi qui e qui, ad esempio) da chi si riempie la bocca di velleitarie ricerche della verità, dall'altro si continua a dare spazio e ad accreditare come conferme quelle che sono solo pseudoscoperte, come avviene in questo più recente articolo, in cui lo scopritore dell'informativa che ha dato origine al caso, rende pubblica l'ulteriore "scoperta" (derivata dal clamore generato dalla prima) degli elenchi nominativi delle vittime dei partigiani esumate nella zona tra il '45 ed il '46.

Quanto ignote fossero queste vittime è immediatamente visibile facendo una breve ricerca negli elenchi delle vittime della RSI -aggiornati al 1 aprile 2014 mentre li consulto- (quindi oltre due anni fa, ben prima della nascita del caso della presunta foiba di Corno di Rosazzo) disponibili online (chiedo scusa per il discutibile link) o banalmente con Google.

Cito pari pari la parte dell'ultimo articolo contenente i nomi delle vittime, linkando un riferimento immediatamente disponibile che attesti il fatto che la morte delle persone citate era un fatto già noto, storicamente assodato da tempo, facilmente verificabile, in molti casi riconducibile con una certa probabilità probabilità ad azioni belliche (molti sono militari repubblichini e stranieri) e in tre casi o più -di cui uno clamoroso-, addirittura non riconducibile a partigiani ma alla parte avversa:

"Quarantadue i cadaveri accertati e già riesumati, tra il ’45 e il ’46, con il visto dell’allora sindaco Dante Donato, ex comandante degli osovani. Di questi oltre a 3 cosacchi, 4 tedeschi e 9 ignoti (uno anche ucciso con un roncone), si conosce oggi l’identità.

Sono Giuseppe Romanzin, Ernesto Corazza, Elisabetta Vicedomini e Regina Seratto (uccisi dai partigiani il 2 dicembre 1944 a Rocca Bernarda), Livio Paviotti, Achille Diaferia (appartenente alla Repubblica Sociale italiana), Bice Guerrini, Bruno Mingori, Antenore Paoluzzi, Alcide Deslizzi (1), Pietro Zozzolotto, Luigino Tandura (2), Alessandro Monti, Umberto Cocon, Aldo Formicola, Bruna Macorig, Giovanni Sina (3), Francesco Calvi, Cecilia Bombardier, Rino Piani (di anni 14), Leopoldo Sartori, Antonio Nadalutti, Edoardo Bait, Aldo Piani, Gino Cuttini (4), Alda Cosmar"

Insomma: la scoperta che dovrebbe confermare in qualche modo la teoria del massacro ignoto e della foiba sconosciuta in realtà non conferma e non scopre nulla, mette nello stesso calderone le vittime (già note per la quasi totalità) degli uni e degli altri, prescinde da contesto, eventuali responsabilità (mumble mumble... cosa mi ricordano i 3 Cosacchi ed i 4 Tedeschi? mah!), situazioni contingenti (quante delle vittime citate erano morte in combattimento? quante erano state riconosciute -a ragione o a torto- come spie?) e si presenta come una clamorosa patacca di cui chiunque avrebbe potuto accorgersi perdendo meno un quarto d'ora, specialmente uno storico o un giornalista degni di questo nome (5). Patacca che però viene propalata e ripresa con un certo rilievo ed evidentemente senza fare la benchè minima verifica (non voglio nemmeno pensare a cosa significherebbe se l'avessero fatta).

Ne deduco che molto probabilmente l'interesse, invece d'essere storico e volto alla tanto a sproposito invocata ricerca della verità è rivolto a ben altro, purtroppo meno nobile ed onesto.

Ciao

Paolo

(1) In realtà Deslizzi e Paoluzzi sembrerebbero essere partigiani vittime di una rappresaglia nazifascista nel 10/10/43...

(2) si noti, a ulteriore conferma della risibile accuratezza della ricerca e della pochezza degli pseudoricercatori, che Luigino Tandura, come evidente dal link, era un partigiano, medaglia d'oro al valor militare, eroe della Resistenza ucciso in combattimento dai nazifascisti, cui sono state intitolate strade e piazze ed attribuite lauree ad honorem. Non esattamente una sconosciuta vittima dei partigiani.

(3) non trovando nulla per questo nominativo e vista l'accuratezza della ricerca, mi viene il dubbio che possa trattarsi di un errore, vista la quasi omonimia con Giovanni "Sina" Bolzan, partigiano di Romans (GO) che credo abbia operato in zona e che però è morto molti anni dopo

(4) credo che non si possano dare per scontate nemmeno le circostanze della morte di Gno Cuttini che sembra essere stato un Alpino dell'8° Reggimento, reparto che aveva combattuto i partigiani e resistito loro sino a pochi giorni prima della sua uccisione, ma in quei giorni li affiancava nella liberazione di Cividale in vista di consegnarsi agli Alleati (vedi qui e qui). In una situazione simile capire chi l'ha ucciso e perchè mi pare cosa assai difficile...

(5) non essendo io uno storico azzardo una ipotesi: che tra i 9 non identificati possano esserci questi due. (nell'articolo si fa infatti riferimento a persone uccise a Leproso, ma nessuno degli "identificati" sembrerebbe essere stato ucciso lì) e questi (ritrovati ed indicati da fonti in questa situazione vicine all'ANPI). Magari posso farla passare per clamorosa scoperta, che ne dite?

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

purtroppo, dopo settant'anni non si sono fatti i conti con il passato. La differenza tra noi e la Germania è deprimente anche in questo senso.

Saluti

T.