Il facile alibi per il fallimento europeo

Buongiorno,

prendo spunto dall'irritazione manifestata dal Presidente del Consiglio Renzi in seguito agli scarsi risultati ottenuti dal vertice di Bratislava per una piccola riflessione su come l'Europa sia progressivamente diventata un comodo alibi per politici incapaci, e quindi giustificazione per le peggiori politiche, invece di essere un motore di progresso economico e civile per i suoi abitanti, recependo e proponendo sfide di portata superiore a quelle gestibili dai singoli stati.

Sono ormai tanti gli esempi di come in casa nostra negli ultimi anni, tanti "Ce lo chiede l'Europa" siano serviti a mascherare le responsabilità delle conseguenze dell'aver spinto l'Italia in condizioni finanziarie insostenibili (1), mentre dall'altro ogni condizione emergenziale (spesso non imprevedibile nè imprevista) viene utilizzata per sbandierare davanti all'opinione pubblica l'irragionevole pretesa di riprendere il vecchio ed ormai insostenibile andazzo con le nostre "Richieste di flessibilità" che, per certo, nell'immediato, avrebbero come primo e certo risultato l'aumento di quel debito pubblico, peraltro mai ridotto dall'inizio della crisi, che ci ha già messo in ginocchio. Il ritornello rimane sempre quello: se siamo troppo indebitati e siamo incapaci di uscire da questa situazione la colpa è dell'Europa.


Altrove l'alibi europeo si è declinato diversamente. 

Ad esempio in Paesi come Irlanda, Lussemburgo, Olanda, l'adozione (di fatto agevolata dalla struttura stessa della UE) di sistemi fiscali a dir poco truffaldini atti ad attirare "virtualmente" il gettito fiscale delle grandi imprese multinazionali sottraendolo agli altri Stati è stato l'alibi per non rendere proporzionali i livelli di welfare alla tassazione cui assoggettano i propri cittadini.

Oppure in Paesi come la Germania la centralità (in senso geografico e demografico) è stato l'alibi per scaricare sui vicini buona parte degli oneri della gestione dei confini e della riconversione/ricostruzione dell'ex DDR.

E l'elenco potrebbe continuare.

Esiste un comune denominatore di queste situazioni: per i poltici locali è stato (e spesso è ancora) più facile utilizzare l'Europa come alibi per giustificare dei risultati negativi o scaricare dei problemi oltre i confini nazionali, piuttosto che assumere un ruolo in processi che facessero e facciano crescere l'intera comunità...

Il risultato è quello che vediamo: invece di avere davanti agli occhi l'Europa di Spinelli (e magari anche di Ciampi), abbiamo davanti l'Europa della Brexit e di Orban, che, a livello nazionale finisce col premiare proprio chi ha maggior necessità di alibi e scappatoie, cioè non certo i politici e gli amministratori migliori, ma arruffapopoli e demagoghi...
 
Ciao

Paolo

(1) no, non ce lo chiedeva l'Europa. Erano i creditori ad imporci determinate condizioni, e non le imponevano solo a noi...

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

un po' come i leghisti fanno con Roma ladrona.

T.