La stampa imbufalita (ovvero le fake news che piacciono ai media)

Buongiorno,

visto che è trendy parlare di Fake News (denominazione fighetta di quelle che più familiarmente conosciamo sotto il nome di bufale), vi sottopongo oggi un po' di esempi (affini ad altri di cui ho spesso riferito) relativi a quello che è, a mio parere il più prolifico, diffuso e meno affrontato filone di fake news nel nostro Paese, e cioè quello delle "imprese che non trovano".

Ad esempio, per rimanere dalle mie parti, è di questi giorni la notizia che un'azienda locale aveva 70 posizioni aperte da mesi e descritte come più che appetibili sia in termini economici che di prospettive e, ovviamente, non trovava candidati. Ovvio il corollario di considerazioni sul fatto che "Forse i giovani vogliono fare tutti il medico o l'avvocato" ed ovvia la pubblicazione con notevole risalto sulle principali testate nazionali.


E' solo di pochi giorni precedente la notizia, ripresa anche da Luca Telese su Radio24, che a pochi chilometri di distanza dall'azienda sopra citata, era un grosso supermercato ad avere gli stessi problemi. In questo caso il grido di dolore e d'allarme giungeva perchè a mancare non erano tecnici e periti, ma commessi e cassieri. Anche in questo caso non potevano mancare i fervorini: "Il mondo produttivo chiede uno sforzo ai giovani, che secondo Unindustria preferiscono farsi a umiliare a un talent show per cuochi anziché sudare in fabbrica (punzecchiatura della presidente Maria Cristina Piovesana), e che secondo la Camera di Commercio (intervento del presidente Mario Pozza, ieri) di lavorare il sabato e la domenica non avrebbero proprio voglia."

Nelle ultime righe dell'articolo le dichiarazioni di alcune persona che si erano candidate invano, pur dando ampia disponibilità, e non erano state reclutate non paiono essere smentita sufficiente a rimodulare la notizia in termini più credibili, nè evidentemente lo è il fatto che l'inaugurazione del nuovo ipermercato sia stata comunque possibile, attirando un enorme numero di clienti.

Davanti a simili fulgidi esempi, chi volete noti che, sempre lì vicino ed un paio di mesi prima, chi non trovava dipendenti nemmeno ricorrendo ai metodi più strampalati, denotava nei cartelli ritratti in foto un tantino di confusione su come e cosa richiedere quando cercava "ingegnere perito meccanico"? E, almeno, in questo caso, godete, perchè ci è stato risparmiato il consueto predicozzo sulla scarsa voglia di lavorare...

Il tutto si compendia nel fatto che un'impresa su cinque non trova giovani da assumere, a causa "di un forte mismatch tra le scelte formative dei giovani e i fabbisogni delle imprese".  Notizia che diventa ancor più stupefacente se pensiamo che quelle scelte formative sembrano sorprendentemente essere invece confacenti invece alle aziende straniere, che trattengono all'estero percentuali sempre crescenti del sempre crescente numero di emigranti.

Davanti a tutto ciò, vi invito a trovarmi qualcosa che, per quantità e modalità, assomigli a cotanta disinformazione ed abbia per oggetto l'inadeguatezza retributiva e/o l'incapacità comunicativa e/o la spesso obsoleta struttura aziendale delle nostre imprese, fattori che, a mio modesto avviso, spiegherebbero quanto sopra riportato in maniera molto più credibile delle versioni ammaniteci dai media...

Ciao

Paolo

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

segnalo sul caso Carraro l'articolo di Valigia Blu che lo inquadra in un frame ormai consolidato.

C'è una pretesa di sottopagare le persone da parte delle aziende.
C'è sciatteria da parte del personale HR, impigrito dall'eccesso di offerta.

E poi c'è il teatrino in cui si usano le news per pubblicizzare gli annunci.

Saluti

T