Il pasticcio indiano

Buongiorno,

la "restituzione dei due fucilieri del S. Marco" alle autorità indiane merita almeno un ulteriore passaggio per mettere a fuoco un paio di cose tutt'altro che di secondaria importanza.

Premetto che non sono incline  a credere che due persone addestrate per mestiere ad usare (e quindi a temere e rispettare) le armi possano averlo fatto con leggerezza, per cui considero la mia una opinione di parte pregiudizialmente favorevole ai due militari italiani e incredula davanti alle accuse di omicidio volontario.

Ma non è di questo che voglio parlare: in India o in Italia ritengo che i fatti dovessero essere chiariti e i responsabili processati.


Per quanto mi è stato dato di capire l'incidente in cui sono stati uccisi i due pescatori indiani è avventuo fuori dalle acque territoriali, in quella che viene definita "zona contigua", a bordo di una imbarcazione battente bandiera italiana. Questo sembra indicare che l'India, pretendendo di applicare all'incidente la propria giurisdizione, se ne freghi della convenzione di Montego Bay, che pur ha sottoscritto.

Analogamente l'India sembra fregarsene delle convenzioni internazionali che regolano la giurisdizione sui militari in missione all'estero, visto che i due fucileri operavano per conto dell'Italia, credo nel quadro della Missione Atlanta sotto l'egida Onu e come tali dovevano anche per questo motivo essere processati in Italia.

Per finire l'India conferma di fregarsene delle convenzioni internazionali che sottoscrive quando, per ritorsione rispetto all'annuncio che i due militari non sarebbero rientrati dalla licenza concessa loro formalmente per permettergli di votare, limita la libertà dell'ambasciatore italiano in India, contravvenendo quanto previsto in materia di immunità diplomatica dalla convenzione di Vienna.

A valle di tutto ciò, preso atto di quanto valga il diritto in India, credo di poter dire che le assicurazioni che escludono l'applicazione della pena di morte (forse) forniteci non hanno alcun valore e che non dobbiamo ragionevolmente attenderci un processo equo, come peraltro già emerso quando le tempistiche e le modalità di indagini e processo sono state dettate dai rapporti tra forze politiche indiane.

Insomma, il sequestro del nostro ambasciatore era un motivo in più per non far rientrare in India i due militari, spostando la questione sulle scrivanie dell'Onu, ritirando la nostra adesione e chiedendo il ridemensionamento delle iniziative e missioni indirizzate a garantire pace e sicurezza all'India stessa, partendo dalla già citata missione Atlanta per arrivare all'UNMOGIP, e l'intera faccenda mi pare abbia effettivamente assunto i connotati catastrofici sulla nostra credibilità internazionale di cui potete leggere sui soliti giornalacci. 

E, purtroppo, devo anche dire che no, non è una bella cosa liberare un Ambasciatore per consegnare all'arbitrio di uno Stato estero due soldati. Perchè l'Ambasciatore, oltre a non essere imputato di alcun reato grave (al più oltraggio alla corte) è preparato proprio per evitare per quanto possibile ed eventualmente gestire situazioni di questo genere. 

Quindi la scelta razionale avrebbe dovuto privilegiare i due marò, e quella fatta appare invece molto "castale".

Ciao

Paolo

16 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

gli indiani stanno dimostrando chi tra noi e loro merita di più l'appellativo di "Paese del terzo mondo".

Sui social network abbondano i nazionalisti un tanto al chilo che insultano gli indiani in questi termini.

I fatti dimostrano come siano oggi i rapporti di forza.

Sulla pagliacciata di dire che non tornavano in India e poi rimandarceli, credo ci sia poco da dire.

Oggi sentivo alla radio che siamo gli unici ad avere militari in divisa sulle navi mercantili, Paolo sei sicuro che questo sia effettivamente parte dell'Operazione Atlanta?

Saluti

T.

Michele R. ha detto...


gli indiani stanno dimostrando chi tra noi e loro merita di più l'appellativo di "Paese del terzo mondo".

Applausi.

PS Ricordo come la politica sventolava la bandiera dell'italianità sui casi Alitalia, Antonveneta, Parmalat. Oggi nemmeno un fiato di nazionalismo ne dx ne sx sulla vicenda. Che vergogna!

PaoloVE ha detto...

Ho riletto il post ed ho pensato "che inutile sfoggio di (in)competenza di geopolitica!".

Scusatemi, ogni tanto i post vengono così: lo scopo delle tante citazioni di convenzioni non era millantare una competenza in politica internazionale che non ho, ma argomentare l'idea che quanto sta facendo l'India non sia conseguenza di una episodica interpretazione difforme da quanto in Italia si ritiene corretto, ma di un sistematico e consapevole fregarsene.

@ Tommaso:

forza e civiltà non vanno necessariamente insieme: l'India sta dimostrando di essere più forte di noi, ma probabilmente meno civile, motivo per cui credo sarebbe stato necessario passare attraverso l'ONU per pretendere il rispetto delle convenzioni.

Ho peraltro il sospetto che alcuni di quelli che avrebbero voluto i marò in India avrebbero anche voluto per loro un processo in perfetto stile Cermis o Calipari, con una simpatica assoluzione pregiudiziale favorita da clima domestico.

Il che ci avrebbe riportato allo stesso livello di civiltà che sfoggia l'India in questo momento.

A conferma dell'incipit ti confermo che sono tutt'altro che sicuro che i due Lagunari siano inquadrati nell'operazione anti pirateria ONU...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo

infatti spesso è il più forte e non il più civile che insulta il più debole dicendo che è "terzo mondo".

Qui http://goo.gl/NA8AO si parla diffusamente della questione. Che gli indiani se ne siano infischiati di ogni norma di diritto internazionale sembra acclarato (come direbbe un tale).

Ciao

T.

Michele R. ha detto...

Purtroppo Odifreddi ha ragione:

E lo confermano, se ce ne fosse bisogno, anche le vicende dei marò in India. Altri due bamboccioni, che hanno ammazzato un paio di pescatori come nei film western: probabilmente, l’unico addestramento che gli è stato dato, e che hanno ricevuto. E due bamboccioni che hanno dato la loro “parola d’onore” ai tribunali indiani, insieme all’ambasciatore italiano, e con disonore non l’hanno mantenuta, insieme a lui.

Un post da incorniciare sul perché siamo diventati lo zimbello del pianeta:
http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2013/03/21/onore-e-disonore-nel-bel-paese/

PaoloVE ha detto...

@ MR:

temo che Odifreddi sia saltato a piè pari su una merda.

Non so che preparazione sia stata data ai due lagunari, ma so che sono parte di un corpo scelto, so che l'addestramento dei Lagunari era molto duro e so quale preparazione era stata data a me durante il corso ufficiali degli Alpini ormai quasi vent'anni fa.

Bamboccioni una sega: io so poco di cosa si sta parlando, ma Odifreddi mi pare saperne molto meno di me.

Al di là dell'apprezzamento o meno delle persone e del loro operato quella vita è molto meno da bamboccioni di quella di un giornalista.

Quanto ai discorsi sull'onore sono ulteriormente in disaccordo: secondo me non c'è disonore nel sottrarsi ad una ingiustizia e ad un processo prevedibilmente ingiusto, come quello che sembra profilarsi.

Il disonore sarebbe stato un processo in stile Cermis...

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@Paolo,
Sei davvero convinto che PGO abbia espresso un giudizio superficiale? Possibile che non abbia elementi per valutare correttamente le cose?

Quando dicevo post da incorniciare lo facevo per sottolineare il suo senso generale, che è incentrato sul sacrificio che è necessario per raggiungere certi traguardi. A guardare la vicenda dei Maro, la superficialità del nostro ministro degli esteri e di tutta la catena sotto di lui nell'affrontare la vicenda, sottolinea la mancanza di sacrificio utile per prepararsi ad affrontare una situazione ingarbugliata come questa, con gli esiti disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti.

Non so precisamente come si sono volti i fatti. I marò erano a bordo di una nave mercantile, nelle cui vicinanze, a quanto ho appreso, c'era già stato un attacco dei pirati ad altro bastimento.
- La reazione dei Marò è dovuta ai nervi a fior di pelle per quelle vicende vicine?
- Chi comandava i 2 marò, oppure hanno deciso di loro sponte di aprire il fuoco?
- E il comandante della nave si è fatto infinocchiare e ha accolto la richiesta indiana di entrare nel porto più vicino?

Queste sono le domande che credo siano un pò di tutti.

Le uniche certezze sulla vicenda sono che due pescatori sono morti per colpa di chi non si capisce,
abbiamo dato la nostra parola di far rientrare i marò al termine della licenza per le elezioni, e poi l'abbiamo contravvenuta nella peggiore tradizione italica.
Inoltre il ministro della difesa si è giustificato - chi crede di prendere per il c**o? -che hanno avuto garanzie che in ogni caso non ci sarebbe stata condanna a morte.

Dal mio punto di vista i maro o venivano fatti rientrare in India al termine della licenza, oppure alla minaccia dell'India il ministro degli esteri doveva tenere la schiena diritta una volta assunta la decisione di non farli più rientrare.

Michele R. ha detto...

Ministro degli esteri e non della difesa... :-(

PaoloVE ha detto...

@ MR:

La ricostruzione che danno loro è che hanno reagito come da consegne a delle manovre che avevano interpretato come un tentativo d'abbordaggio.

Da quanto capisco certezze non ce ne sono, nemmeno che siano stati effettivamente loro a sparare all'imbarcazione dove ci sono stati i morti.

Quanto al fatto che l'articolo di PGO sia superficiale, beh, si lo penso.

Sia per quanto afferisce al bamboccioni sia perchè trascura il fatto che non si tratta da civile chi non si comporta da civile.

E calpestare ogni convenzione internazionale già sottoscritta non è comportarsi da civili.

E, ci aggiungo, a questi patti non vedo alcuna garanzia di equità per il processo.

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo

unico appunto: "non si tratta da civile chi non si compora da civile"

Si potrebbe discutere, ma io mi soffermerei sul fatto che se si adotta questa linea lo si deve fare senza ipocrisia.

Si è preferito fare all'italiana sia quando sembrava che restassero qui, sia peggio dopo.

Il concetto di bamboccioni a persone che fanno quel lavoro mi pare del tutto fuori luogo.

Odifreddi raramente riesce a mantenere la giusta misura, è un suo limite.

Saluti

T.

PaoloVE ha detto...

@ T:

non so, ma mi pare che il balletto ipocrita sia iniziato quando le autorità indiane hanno avocato a sè con modalità truffaldine una giurisdizione che non avevano...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo

si, ma così siamo al solito giochino di: "Ha cominciato lui!" e non c'è neanche la maestra a cui andarlo a dire.

Non si cincischia per oltre un anno, si rispetta la parola data a Natale, ma non quella data a Pasqua.

Loro mantengono la coerenza nell'arroganza e nell'ipocrisia, noi solo nel fare la figura dei fessi.

PaoloVE ha detto...

@ T:

su questo ti devo dar ragione al 100%...

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...

@ T:

"su questo ti devo dar ragione al 100%..."

...anche se, ha senso pensare ad un rapporto civile quando a comportarsi civilmente è una parte sola?

Perchè il fatto che sin dall'inizio l'India si sia sottratta a quest'ambito fa una certa differenza...

Insomma, non è dire ha iniziato lui, ma constatare che mancavano i presupposti per comportarsi in un certo modo per colpa dell'India.

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo,

è pacifico che gli indiani si siano comportati da teppisti del diritto*.

Quello che a me è parso patetico è che se consideravamo scorretto quanto fatto dagli indiani, a Natale, la prima occasione gli si diceva: "Cari amici, i nostri militari restano qui perché con gente come voi non si può trattare. Buone feste!"
Invece abbiamo prima annunciato senza una presa di posizione forte e coraggiosa contro l'India e il suo non rispetto di regole internazionali che i marò restavano qui e poi abbiamo sbracato ignobilmente rispedendoli indietro, a causa di altre violazioni di diritto internazionale.

Ciò che mi preme sottolineare è che, mantenerli in Italia, ricevendoli al Quirinale, processandoli per le pallottole sprecate, fingendo di voler mantenere buoni rapporti con l'India è incoerente, ipocrita e italiano. Le tre I, come diceva quel grande statista che ha fatto anche cose buone.

Ciao

T.

*Dal loro punto di vista, comunque, noi ci siamo comportati da teppisti del mare (e da assassini). Questo non va dimenticato.

PaoloVE ha detto...

@ Tommaso:

"Dal loro punto di vista, comunque, noi ci siamo comportati da teppisti del mare (e da assassini)."

Già, più passa il tempo più sembra proprio che sia così. Il fatto è che è ancora tutto da dimostrare. Ed il fatto che sembra si parta dandolo per scontato non è rassicurante nè civile.

Ciao

Paolo