E io che pensavo...

Buongiorno,

ero convinto che la carica dei 101 che in temerario anonimato avevano affondato il segretario del PD, cui peraltro avevano appena accordato l'unanime appoggio in vista dell'elezione a Presidente della Repubblica di Romano Prodi (silurato anche lui nella circostanza probabilmente in virtù dell'esser stato l'unico ad aver sconfitto SB in un paio di elezioni politiche) sarebbe rimasta una macchia indelebile nella storia del PD, ma anche il suo punto più basso.

Probabilmente sbagliavo, e non perchè solo gli idioti non cambiano mai idea.
 
Probabilmente sbagliavo, perchè nei giorni scorsi, a seguito di questo articolo in cui si afferma che Renzi sarebbe vittima di una sorta invito all'utilizzo del metodo Boffo tutto interno al PD, articolo della cui  attendibilità vi lascio ampiamente liberi di giudicare (è un retroscena, redatto da una nota -e forse anche dichiarata- fan di Matteo Renzi, che a sua volta è personaggio politico abile praticante della -legittima- arte del vittimismo ed ovviamente non è corredato di alcun riscontro, come nella miglior tradizione degli inutili retroscena del pessimo giornalismo politico italiano) ed a seguito di questo post comparso sul blog di Civati ed in cui si rimarca la evidente strumentalità del cambio di direzione di Renzi in tema di amnistia ed indulto, il PD ha mostrato chiaramente di non esistere più, lacerato internamente in odi e rancori intestini insanabili che dividono gli aderenti in fazioni personalistiche prima ancora che su indirizzi politici e li trova pronti ad azzannarsi l'un l'altro con una foga ed un impegno che non mi risulta abbiano mai avuto per alcuno.

Nemmeno, nella forma, per l'arcinemico SB.

Divisioni che sembrano ben più forti di quelle che possono separare dai simpatizzanti di altri partiti, che si riconoscono in progetti politici diversi.

E, stavolta a scannarsi, non si tratta dei dirigenti per qualche poltrona, ma dei tesserati e dei potenziali elettori, perchè di questi sono i tantissimi commenti che potete leggere in un blog come quello di Civati, i cui toni in questa occasione sono accesi e duri, ma drammaticamente apolitici e personali.

Politicamente il PD non c'è più: i suoi sono radicalmente divisi ad ogni livello e con questo tasso di acredine è impossibile immaginare un qualsiasi percorso politico condiviso.

Ciao

Paolo

3 commenti:

silbi ha detto...

non sarei così pessimista. Siamo in fase di campagna congressuale ed è normale che alle "tifoserie" dei candidati capiti di surriscaldarsi....

PaoloVE ha detto...

@ silbi:

benvenuto.

Il mio pessimismo nasce dal fatto che vedo questo non come un fatto episodico, ma come la conferma delle lacerazioni già evidenziate dalle precedenti primarie condotte in maniera polemica e poco propositiva, nel mancato sostegno al candidato durante la campagna elettorale per le poltiche, nelle cariche dei 101 (sottolineo mai tradottesi poi in una rivendicazione politica ed in un confronto),nelle nuove polemiche su regole e congresso,...

Da troppo tempo nel PD manca l'intenzione di elaborare una politica comune alla varie anime interne, sostituita da quella di far prevalere una corrente sulle altre. Altre che però a questo punto ritirano il loro appoggio.

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì

in effetti si è visto bene come, dopo la vittoria di Bersani alle primarie il partito abbia peggiorato se possibile le sue divisioni interne.

Questo lascia poco spazio all'ottimismo, a mio parere :-(

Saluti

Tommaso