Colpevole si, ma di previdenza.

Buongiorno,

non mi sorprendo del fatto che le dichiarazioni di Alan Friedman relative alla circostanza che il Presidente della Repubblica Napolitano avrebbe contattato Monti per sondarne la disponibilità ad assumere l'inarico di Presidente del Consiglio al posto di Silvio Berlusconi ben prima delle dimissioni di quest'ultimo vengano interpretate come la prova del fatto che il Presidente abbia avuto un ruolo attivo nelle dimissioni dell'allora Presidente del Consiglio, nè tanto meno che alcune testate non esattamente neutrali nei confronti di questi due protagonisti della politica italiana parlino più o meno scopertamente di golpe (uff!... un altro...).

Ma personalmente ritengo queste posizioni delle solenni cazzate.

E non tanto perchè, in fondo, mi pare si tratti di chiacchiere che meriterebbero una qualche conferma prima di esser prese per buone.

E non mi pare che sostengano che le dichiarazioni sostengano che l'intervento del Presidente sia andato oltre il predisporre un prevedibile dopo, agendo illecitamente in modo da far cadere Silvio Berlusconi.

In realtà, per i motivi che illustrerò dopo, io spero che in quello che dice Friedman ci sia del vero, perchè sarebbe la dimostrazione che il Presidente Napolitano avrebbe una capacità di analisi e di predisporre per tempo quanto necessario che pochi politici hanno sinora dimostrato.

Il fatto è che, a distanza di meno di tre anni da allora, sembra che ci si sia già dimenticati di qual'era il contesto in cui i contatti tra Napolitano e Monti sarebbero nati e di cosa questo contesto comportasse.

Ed il contesto, come potete facilmente verificare anche solo guardando i post nell'archivio di questo blog nella prima metà del 2011, ci dice che:
  • l'Italia da anni era rimasta immobile negando la crisi e procrastinando all'impossibile ogni intervento volto a mitigarne l'impatto:
  • il governo era rimasto paralizzato dai tempi dello scontro (vinto, ma non superato) con i secessionisti di Gianfranco Fini, scontro trascinatosi per vari mesi
  • la maggioranza parlamentare dipendeva da un manipolo di deputati e senatori di dubbia affidabilità e nessuna coerenza (ricordate i Responsabili?)
  • L'Europa ci chiedeva, inascoltata, correzioni necessarie e urgenti nella nostra politica economica che il nostro governo non era in grado di mettere in cantiere o non voleva attuare
  • la maggioranza aveva perso in maniera ampia le elezioni amministrative prima ed i referendum immediatamente dopo, ricevendo una chiarissima doppia ancorchè impropria sconfessione politica dall'elettorato
  • l'ipoteca delle questioni penali sul Presidente del Consiglio era crescente
Ora, in questa situazione, qualcuno potrà parlare di golpe del Presidente della Repubblica, ma, dal mio punto di vista, aver predisposto un piano B che avrebbe permesso all'Italia di avere in tempi brevissimi un Presidente del Consiglio autorevole (1) e diverso da quello allora in carica, dimostratosi sommamente inadatto a gestire gli eventi e che stava fortemente vacillando, è stato un puro e doveroso esercizio di lungimiranza a tutela del Paese. Nè, lo confermo, mi pare che Friedman sostenga che Napolitano sia andato oltre...

Ed era una tutela che poi divenne purtroppo necessario attivare quando l'insieme dei punti precedenti alimentò la crescita dei tassi d'interesse sul nostro debito sino a farla esplodere a valori che non vedevamo dai tempi della lira e delle svalutazioni competitive che adesso alcuni sembrano rimpiangere, fenomeno davanti al quale si sgretolò la maggioranza che sosteneva Silvio Berlusconi.

Criminale sarebbe invece stato far finta di nulla e non predisporre alcunchè (cosa nella quale, concedetemi la nota polemica, si stava distinguendo invece la Presidenza del Consiglio): onestamente non riesco ad immaginare un singolo scenario positivo per una Italia in cui l'avvicendamento sulla poltrona della presidenza del consiglio si fosse prolungato a lungo oppure in cui l'inetto Silvio Berlusconi fosse rimasto in carica (e non è un problema di mia scarsa immaginazione, vi assicuro).

Per cui non mi resta che immaginare una nuova fattispecie per la quale procedere alla messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica come qualcuno sembrerebbe auspicare: Previdenza a favore dello Stato.

Ciao

Paolo

(1) il fatto che mi abbia poi deluso con il suo operato poco importa: in quella situazione era una figura di riferimento.

9 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

@Buondì

siamo di fronte all'unione di una campagna pubblicitaria per il libro di Friedman e della consueta riscrittura del passato che, complice il dominio televisivo e un paio di testate giornalistiche, il Capitano Ramiusconi è abile nell'operare.

Quanto scrivi nel post dovrebbe essere ovvio, ma sappiamo che ci sarà chi si avventurerà in capziose obiezioni, pregne di malafede per corroborare l'ennesima teoria del complotto, guarda caso ai danni del Capo dello Stato.

Molti degli indignati di oggi nel 2011 correvano garruli nei prati verdi del migliore dei mondi possibili. Ma adesso sono pronti a berciare contro le nefandezze del "peggior Presidente della storia".

Chissà perché fino al 2011 la crisi, iniziata diversi anni prima, per i media era una notizia secondaria, salvo poi tutto d'un tratto essere i primi fomentatori della tardiva indignazione da poltrona che va così di moda oggigiorno.

Tempi bui.

Tommaso

Philip Michael Santore ha detto...

Concordo che non vi sia nessun elemento per mettere Napolitano sotto processo penale (perché di quello si tratta, mentre invece Grillo si nasconde dietro l'inglesismo "impeachement") e concordo con la ricostruzione dei fatti.

Ai quali va per aggiunto un piccolo particolare: nel 2011 la legislatura vivacchiava da più di un anno su di una maggioranza instabile e risicata a causa del rifiuto (scelta di parte, ancorché discrezionale e quindi costituzionalmente legale) di Napolitano di sciogliere le camere al venir meno della maggioranza, nonostante glielo avesse chiesto il suo primo ministro.

Questo è stato il ruolo svolto da Napolitano nella manovra di palazzo, che è stata già percepita come tale (e quindi sanzionata col risultato al di sotto delle attese del PD e col flop di Monti) dagli elettori.

Napolitano non è penalmente sanzionabile, ma lo sarebbe (e se lo meriterebbe) politicamente: se Renzi denunciasse pubblicamente la cosa chiedendogli di andarsene, io a maggio voterei per il PD.

PaoloVE ha detto...

@ PMS:

non mi ritrovo nella tua ricostruzione.

Se non ricordo male SB chiese lo scioglimento delle camere solo a fine 2011 dopo aver dato le dimissioni e scegliendo deliberatamente di evitare di non essere sfiduciato.

Quando invece nel 2010 affrontò la scissione di Fini, prima prese tempo, poi non mi pare abbia mai messo in discussione il valore dei nuovi alleati con i quali puntellò la propria maggioranza, vantandone anzi la solidità, e non ricordo abbia chiesto lo scioglimento delle camere ed il ritorno alle urne, ma che semmai che abbia ipotizzato lo scioglimento della sola Camera e solo in caso vi si fosse verificata la sfiducia ed all'evidente scopo di ridimensionare il peso politico di Fini. Il tutto mantenendo la cadrega. Cosa che evidentemente Napolitano non avrebbe potuto fare senza diventare di parte (1).

Quindi, poichè le cause non possono precedre gli effetti se non in "Ritorno al futuro", se "nel 2011 la legislatura vivacchiava da più di un anno su di una maggioranza instabile e risicata" non può essere stato "a causa del rifiuto (scelta di parte, ancorché discrezionale e quindi costituzionalmente legale) di Napolitano di sciogliere le camere al venir meno della maggioranza" come sostieni, perchè il rifiuto venne dopo e volendo seguire il tuo ragionamento, avrebbe al più potuto indebolire il successivo governo Monti.

Ma non credo che tu possa pensare all'esistenza di un complotto che non abbia come bersaglio lo schieramento di destra.

Per di più quando a fine 2011 SB si dimise, lo fece creando tutte le condizioni anche di politica interna (e non solo quelle legate all'emergenza economica) perchè Napolitano di fatto dovesse esplorare la possibilità di giungere ad un governo con il parlamento allora esistente, proprio perchè SB rifiutò di portare lo scontro sino alla sfiducia, preferendo dare le dimissioni.

Quindi non mi pare che su questi elementi si possa dire che Napolitano abbia avuto un ruolo in una manovra di Palazzo contro SB.

Ciao

Paolo

(1) Nel caso io sbagli dammene evidenza, per cortesia.

Philip Michael Santore ha detto...

Mi riferivo non alle prese di posizione ufficiali ed esplicite, ma al fatto noto che Berlusconi nel 2010 avrebbe voluto poter rispondere alla scissione di Fini con delle elezioni immediate e al fatto altrettanto noto che invece Napolitano non gliele avrebbe concesse (*).

Stante quella situazione Berlusconi non tentò neppure un braccio di ferro pubblico col Quirinale, ma optò per l'unica altra possibilità che aveva per impedire il ribaltone: "dei nuovi alleati con i quali puntellò la propria maggioranza, vantandone anzi la solidità". Dicesi buon viso a cattivo gioco, disciplina nel quale il nostro non è secondo a nessuno...

Che Napolitano "dovesse" o "potesse" (o meno) sciogliere le camere è questione tecnica su cui non mi dilungo: dico solo che poteva farlo finché qualcuno non mi dimostrerà il contrario.

Aggiungo un riferimento: nel mio blog trattai a lungo la teoria di Tito Boeri dello spread colpa di Berlusconi. Boeri l'argomentava paragonando lo spread del 2011 in Italia e in Spagna. Appunto: quando la crisi (politica e finanziaria) toccò la Spagna, Zapatero andò dal re e disse che intendeva risolverla sciogliendo le camere, e il re controfirmò. Questa possibilità, teorica o concreta che fosse, fu invece negata all'Italia.

Quindi, senza neppure immergermi nel dibattito se Napolitano abbia complottato o meno, dico semplicemente che il 2011 fu anche conseguenza delle sue scelte (discrezionali e politiche, cioè di parte) del 2010.



(*) prendo a caso il blog di Paolo Guzzanti, che commentava l'evolversi della situazione nel 2010:

17 aprile 2010: Nel video spiego esattamente qual è il piano di Fini, ricalcato sulle orme di quello di Sarkozy. Mettere in crisi il governo Berlusconi, spingerlo a chiedere elezioni anticipate, che però Napolitano negherebbe tentando come sempre una seconda soluzione. E la seconda soluzione sarebbe una nuova maggioranza di emergenza nazionale per fare le riforme già concordate e non quelle che vuole SB. In tre anni, Fini ritiene di distruggere Berlusconi e di guidare una nuova destra riformista, magari dal Quirinale. http://www.paologuzzanti.it/?p=1416

16 agosto 2010: MIO NUOVO VIDEO – Enzo Palumbo, leggi e Costituzione alla mano, spiega come e perché i berlusconiani stanno barando e mentendo sul presunto obbligo che avrebbe Napolitano di fare elezioni anticipate in caso di crisi. http://www.paologuzzanti.it/?p=1543

20 agosto 2010: Dibattito con le dita negli occhi: ecco come i berlusconiani pretendono di aver rifatto una Costituzione segreta alla quale dovremmo inchinarci, facendo finta che quella esistente non esiste più. Napolitano non può sciogliere le Camere se c’è una nuova maggioranza, punto e fine della storia. http://www.paologuzzanti.it/?p=1550

PaoloVE ha detto...

@ PMS:

non è che ptresti citarmi qualcun altro? Che ci vuoi fare, io sono un semplice:

su un piatto della bilancia metto il miglior modo che SB aveva nel 2010 per ottenere lo scioglimento delle camere era chederlo a Napolitano dopo essersi fatto subito sfiduciare da Fini (cosa non avvenuta: e questo è un fatto)

Sull'altro piatto della bilancia metto la credibilità di Corrado Guzzanti, l'uomo che dette credito a Igor Marini e Mario Scaramella, tra le tante, ed alle sue illazioni.

...e proprio non ce la faccio...

Ciao

Paolo

Philip Michael Santore ha detto...

Leggi altrove allora. Qui per esempio: http://www.repubblica.it/politica/2010/08/06/news/pisanu_intervista-6100656/

Il punto è che nel 2010 si parlava dell'ipotesi delle elezioni anticipate come reazione alla scissione di Fini.

"il miglior modo che SB aveva nel 2010 per ottenere lo scioglimento delle camere era chederlo a Napolitano dopo essersi fatto subito sfiduciare da Fini"

Eh no: in quel modo avrebbe agevolato la "trappola" del ribaltone. Berlusconi avrebbe invece voluto le elezioni anticipate senza crisi di governo.

PS: Paolo, e non Corrado. Igor Marini fu un testimone sentito da un'altra commissione d'indagine presiduta da Trantino, e non da Guzzanti, sull'acquisto della telecom serba. Scaramella era un inviato della commissione Mitrokhin che faceva da tramite fra Guzzanti e un ex-agente del KGB rifugiato in Gran Bretagna e avvelenato proprio mentre parlava con Scaramella (che fu residualmente contaminato anche lui dal veleno).

PaoloVE ha detto...

@ PMS:

"leggi altrove allora"

Ci provo, ma trovo chi parla di crisi ed elezioni com'è ovvio quando un terzo del partito di maggioranza se na va, ma non richieste di Berlusconi in tal senso se non quella della sola Camera di cui ho già detto. Nemmeno nel link che fornisci.

"Paolo, e non Corrado." :-) hai ragione, in effetti fan ridere entrambi, ma Corrado è più serio.

"Igor Marini fu un testimone sentito da un'altra commissione d'indagine presiduta da Trantino, e non da Guzzanti, sull'acquisto della telecom serba."

Vero, e la commissione di Trantino non ritenne di aver provato alcunchè contro Prodi, malgrado la panzane di Marini. Mentre su Telekom Serbia Guzzanti ritenne (e spesso ritiene ancora) di dover menare lungamente a sproposito il torrone. E Scaramella è quello delle intercettazioni con Guzzanti.

Solide basi per risultar credibili...

Ciao

Paolo

Philip Michael Santore ha detto...

Ci riprovo:

Nel 2010 era oggetto di dibattito pubblico (vedi miei link, ma puoi trovarne tanti altri) la possibilità che Berlusconi ottenesse lo scioglimento delle camere.

Essendo ciò oggetto di dibattito pubblico, puoi star certo che di ciò Berlusconi, D'Alema, Fini e altri ne avevano abbondantemente ciascuno discusso con Napolitano (direttamente o tramite emissari).

Fin qui ci siamo? Oppure il giornalista di Repubblica poneva a Pisanu delle domande su di un'ipotesi inaudita ed anzi frutto della sua fervida fantasia e idem Guzzanti scriveva cose che non avevano nessun riscontro con quanto avveniva negli ambienti politici?

Io non ho mai scritto che Berlusconi abbia chiesto pubblicamente a Napolitano lo scioglimento delle camere.

Ho detto che Berlusconi lo voleva (in tutta evidenza ne avrebbe tratto un vantaggio) e che invece Napolitano no. E aggiungo che tutti coloro che poi spinsero per il governo tecnico contavano proprio sul fatto che Napolitano li avrebbe coperti dal rischio di andare a elezioni anticipate.

Ho infine detto che Napolitano, se voleva esplorare tutte le possibilità di essere previdente nell'interesse del paese, poteva prendere in considerazione anche quella di sciogliere le camere nel 2010, permettendo così agli elettori la possibilità di dare un mandato a una nuova maggioranza pienamente legittimata dal voto.

Ha fatto scelte diverse, e ciò che è avvenuto è anche conseguenza delle sue scelte.

PaoloVE ha detto...

@ PMS.:

Ti cito:

"Io non ho mai scritto che Berlusconi abbia chiesto pubblicamente a Napolitano lo scioglimento delle camere."

e ancora

"nel 2011 la legislatura vivacchiava da più di un anno su di una maggioranza instabile e risicata a causa del rifiuto (scelta di parte, ancorché discrezionale e quindi costituzionalmente legale) di Napolitano di sciogliere le camere al venir meno della maggioranza, nonostante glielo avesse chiesto il suo primo ministro."

In effetti manca il "pubblicamente": probabilmente hai dei motivi di ritenere che l'abbia fatto segretamente, ma, francamente, i retroscenisti politici italiani non godono esattamente della mia stima.

"(in tutta evidenza ne avrebbe tratto un vantaggio)"

Stiamo parlando del periodo in cui sembrava pronta la discesa in campo di Luca Cordero di Montezemolo con Italia Futura, in cui i media correvano a spingere Fini, Bocchino e Granata come adesso spingono Renzi, in cui gli ex organi stampa di AN erano nelle mani dei finiani, in cui ...

No, non c'è tutta questa evidenza che ne avrebbe tratto vantaggio.

Ciao

Paolo