Corruzione: la genesi secondo Ernesto Galli della Loggia

Buongiorno,

ieri l'accoppiata radiofonica Milan - Giannino mi ha incuriosito a riguardo di questo articolo di EGdL, in cui il giornalista del Corriere mescola gli stessi beceri luoghi comuni relativi ai giovani che già portarono altri suoi algidi sodali a definirli bamboccioni, sfigati, choosy, ... con alcune considerazioni che vorrebbero essere illuminanti del perchè l'Italia sia giunta ad un livello di corruzione così pervasivo.

Letto l'articolo devo ammettere che, personalmente, ritengo che buonsenso e buongusto avrebbero suggerito ad EGdL di dedicarsi ad altro.

Quanto EGdL sia prossimo alla realtà lo dice immediatamente il quadro, secondo lui "ironico ma realistico", che si attaglierebbe a "molti giovani italiani", quadro che sintetizzo senza nulla aggiungere: a scuola impunemente copiano ("tutti"), maltrattano arredi, imbrattano con scritte oscene i bagni, scrivono e disegnano sui muri dell'istituto, marinano, usano lo smartphone durante le lezioni, mandano a quel paese gli insegnanti (in questo, ma solo talvolta, ben supportati con insulti e minacce dai genitori), indulgono in turpiloquio, bullismo, scambio di materiale pornografico e spaccio di droghe.

I comportamenti resterebbero su questa linea anche all'uscita da scuola: per EGdL resta "ironico ma realistico" il fatto che non paghino i mezzi pubblici per rientrare a casa, saltino il tornello della metro e, più probabilmente, sgasino sul loro motorino truccato (ovviamente in nero), sorpassando a destra mentre twittano zizgzagando pericolosamente nel traffico.

E' sorprendente come ai giovinastri venga riconosciuto il fatto che, una volta a casa, studino un pochino, ma solo quanto basta per tornare ad uscire la sera a bere birre su birre nei pub ed altro di più forte nelle discoteche, approfittando della movida sino a tardissima ora.

Sorvolo sul fatto che l'iscrizione all'università (come la fruizione di ogni beneficio della previdenza sociale) avviene, tra una frequentazione di un centro sociale antagonista e l'altro,  dopo aver conseguito un troppo facile diploma, approfittando dei benefici derivanti da un ISEE truccato al ribasso da una famiglia in cui con una certa frequenza, troviamo anche il falso invalido.

A valle di tutto ciò la corruzione diffusa è per EGdL ovvia conseguenza.

Mi permetto di affermare che a mio modo di vedere l'articolo è un singolare ricettacolo di stronzate, che nulla contiene di "ironico ma realistico", che è indegno di essere ospitato su un qualsiasi quotidiano, men che meno su un quotidiano che abbia la pretesa di essere almeno minimamente autorevole.

Non ho intenzione di negare che nell'universo giovanile esistano forme di degenerazione di varia natura, ma lo stereotipo che EGdL cerca di avvalorare dei giovani italiani  ne rappresenta forse ed al massimo solo una parte infinitesimale.


Talmente infinitesimale che se l'origine della corruzione fosse quella, il fenomeno sarebbe così circoscritto da non rappresentare il benchè minimo problema per l'Italia. 

E' vero che ad alcuni in Italia è consentita una sostanziale impunità ed un singolare status di intoccabili, ma identificare costoro con i giovani è profondamente sbagliato e drammaticamente fuorviante nell'analisi. A garantire questo status non è infatti l'età, ma, per quanto brutto ed apparentemente obsoleto possa sembrare, la classe sociale d'appartenenza.

Ai figli di una persona normale, di un lavoratore dipendente qualsiasi, di un piccolo borghese, ai miei figli, nulla di quanto scrive EGdL è impunemente concesso (1), mentre gli stessi comportamenti non rappresentano ostacolo alcuno al cursus onorum di chi appartenga a quelle elite di cui EGdL fa palesemente parte in quanto docente universitario ed editorialista della testata più istituzionale del Paese.


Ciao

Paolo

(1) il teppista borgataro che EGdL sembra rappresentare attraverso il coacervo di comportamenti antisociali, potrà non essere arrestato, pagaremulte o finire in galera, ma paga per i suoi comportamenti nel finire confinato nella marginalità sociale.

6 commenti:

Michele R. ha detto...

Buondì,

a scuola impunemente copiano ("tutti"), maltrattano arredi, imbrattano con scritte oscene i bagni, scrivono e disegnano sui muri dell'istituto, marinano, usano lo smartphone durante le lezioni, mandano a quel paese gli insegnanti (in questo, ma solo talvolta, ben supportati con insulti e minacce dai genitori), indulgono in turpiloquio, bullismo, scambio di materiale pornografico e spaccio di droghe.


Dall'alto dei miei quasi 50 anni, mi ricordo ancora abbastanza bene il periodo adolescenziale, e devo dire che di tutto quell'elenco non c'è una sola cosa che io abbia mai fatto, anzi, me ne sarei immediatamente vergognato. E come me - lo so - gran parte dei miei ex compagni di classe.
Purtroppo basta una o poche teste vuote per quell'elenco...
Tutto ciò per dire che spesso sono le poche mele marce che riescono non a bacare, ma a far marcire il resto bel cesto.
E per certi versi si ritorna a quello che sosteneva Davigo. E già immagino il solone EGDL cosa avrà pensato e/o scritto in proposito con uno dei suoi inutili (PRRRRR!) editoriali.

Saluti.

Michele R. ha detto...

Ai figli di una persona normale, di un lavoratore dipendente qualsiasi, di un piccolo borghese, ai miei figli, nulla di quanto scrive EGdL è impunemente concesso (1), mentre gli stessi comportamenti non rappresentano ostacolo alcuno al cursus onorum di chi appartenga a quelle elite di cui EGdL fa palesemente parte in quanto docente universitario ed editorialista della testata più istituzionale del Paese.

Mi è capitato di conoscere alcuni figli/nipoti di... e ho spesso potuto constatare che è quasi sempre così.

PaoloVE ha detto...

@ MR:

forse sarò fortunato, ma nè io (che però, come te, appartengo ad altra generazione) nè, per quanto mi è dato sapere, i miei figli abbiamo avuto tra le nostre cerchie di conoscenti il prototipo di "Ciro 'o animale" descritto da EGdL come esemplificativo di molti giovani italiani del giorno d'oggi.

Alcuni dei nostri conoscenti tenevano o hanno una parte dei comportamenti incivili lamentati da EGdL, che solo in parte resta(va)no privi di conseguenze.

Il che fa una differenza enorme con quanto scritto dall'editorialista. Spero (e credo) che i suoi figli e gli studenti di EGdL finiscano col non discostarsi troppo da quella che è la mia esperienza.

Non riesco nemmeno a credere che quei comportamenti siano baagglio diffuso tra i figli di papà. Di certo constato che a questi si applica in esclusiva e largamente il principio dell'intoccabilità e della predestinazione a ruoli di rilievo. Il che, magari, può confondere le idee di EGdL.

Ciao

Paolo

Unknown ha detto...

Ma alla fine...
...di QUALE Loggia?
:-)

PaoloVE ha detto...

@ Lorenzo:

non scherzarci su troppo: LORO sono ovunque, molto più vicini a te di quanto pensi.

Un giorno, di persona, ti racconto di cosa mi dicono di un comune conoscente.

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

in ritardo commento anche io. Sono molto d'accordo nell'attribuire ad autoreferenzialità il ritratto dei giovani che EGdL ci propone nel suo articolo. Sono alcuni dei figli della sua classe sociale quelli che condanna.

L'articolo però non è sui giovani, è sul brodo di coltura della corruzione, che di fatto è costituito proprio dalla classe dirigente di cui EGdL fa parte. Una classe dirigente priva di ricambio, inadeguata e ormai del tutto corrotta in vari sensi del termine.

In questo senso non posso dire che il senso finale dell'articolo non sia condivisibile - al netto del fatto che EGdL finge di non vedere che egli stesso e il suo giornale sono parte del problema. Nella nostra società sono premiati spesso i mediocri furbetti e l'arrangiarsi anche ignorando le regole è un merito e non si può negare che lo si apprenda presto.

Saluti

T.