L'Europa dei sospiri

Buongiorno, 

dopo la Brexit e l'elezione di Donald Trump il rischio di ulteriori affermazioni nei Paesi occidentali di movimenti populisti anti sistema contrari alle politiche dell'Unione Europea sta continuando a tenere sulle spine le classi dirigenti europee.

Prima, in piccola misura, il successo personale dell'indipendente Alexander Van Der Bellen contro Norbert Hofer, il candidato dell'FPÖ, il partito della destra, nelletormentate elezioni presidenziali austriache dell'anno scorso, poi quello del centrista Rutte alle politiche olandesi con il rappresentante della destra Geert Widers, adesso, il successo dell'indipendente Macron sulla candidata della destra Marie Le Pen sia al primo turno che al balottaggio delle elezioni presidenzialifrancesi, stanno permettendo qualche sospiro di sollievo, pur con molte perplessità per il futuro.

E i motivi di perplessità sono presto detti:

  • nel balletto c'è anche l'Italia: se il risultato del referendum sulle riforme elettorali può essere considerato interlocutorio in questa dialettica, rischiano di essere di tutt'altro segno le prossime elezioni politiche, dove la necessità di sviluppare alleanze di governo potrebbe portare favorire l'alleanza tra M5S e destra
  • lo scontro politico sembra dover comunque prevedere la contrapposizione tra una destra populista sempre più agguerrita, antistorica ed illiberale (quando non apertamente nostalgica del nazifascismo) e qualcos'altro, spesso di difficile collocazione politica e scarsa affidabilità
  • ai programmi e proclami (sballati) della destra populista gli oppositori continuano a non opporre nulla più del presentarsi come l'accozzaglia del meno peggio, senza un disegno comune diverso dal tirare avanti su una strada che si è dimostrata quanto meno ostica, se non autolesionista. E ora più che mai l'Europa avrebbe invece bisogno di politiche comuni condivise, vuoi per gestire il controllo dei flussi attraverso i propri confini, vuoi per evitare che la Brexit si trasformi in un divorzio sanguinoso per tutte le parti rischiando di compromettere la stabilità tanto della UE che della UK.

In tutto questo personalmente ravviso primariamente la colpa della sinistra europea che, abbandonato il proprio ruolo storico di difensore delle classi meno abbienti, è progressivamente diventata il puntello di politiche che muovevano in senso opposto, lasciando parti crescenti di una borghesia progresivamente impoveritasi senza una alternativa politica che non fosse il populismo di destra attualmente in trionfale espansione.

Comunque, sinistra o non sinistra, se l'alternativa al populismo di destra non riuscirà in breve tempo a produrre un progetto politico forte e credibile, in breve tempo alle classi dirigenti europee non resteranno più motivi nemmeno per sospirare di sollievo per lo scampato pericolo...

Ciao

Paolo

Nessun commento: