Proporzionale e instabilità: forma e sostanza

Buongiorno,

le ultime iniziative del semiredivivo SB (non quella sul partito animalista, l'altra, quella sul sistema elettorale), sembrerebbero essere in grado di coagulare un certo grado di consenso tra i principali partiti poltici e, forse, addirittura di spianare la strada verso una riforma del sistema elettorale verso un finto sistema tedesco.

Non ho intenzione di discettare qui ed adesso del mio gradimento (o meno) rispetto alle proposte, sia perchè ne avevo già scritto tempo fa (qui e qui e, a differenza di chi si è riciclato in sei mesi da acceso sostenitore del maggioritario a piuchepossibilista sul proporzionale con sbarramento, non vedo grandi motivi per stravolgere le mie convinzioni), ma credo che valga la pena fare un paio di riflessioni su due rischi che, secondo molti commentatori politici sarebbero connaturati all'adozione di un sistema elettorale su base proporzionale: instabilità e debito.

Perchè è innegabile che il proporzionale della Prima Repubblica ci ha costretto ad assistere ad un tourbillion di governi di brevissima durata, ma, contrariamente a quanto illustri analisti affermano, mi pare che si sia trattato di questioni formali più che di sostanza.


A me pare proprio di no: si trattava di aggiustamenti interni ad una compagine di governo estremamente stabile e solidamente ancorata al comando. Credo che il primo scossone politico vero possa essere visto nelle aperture a sinistra di Moro, dopo oltre un quindicennio di "instabilità politica" basata su una inamovibile guida DC orientata a destra... 

Analogamente per quanto riguarda il timore che il sistema proporzionale porti necessariamente ad una politica che gonfia il debito pubblico (tesi cui mi pare che Oscar Giannino sia particolarmente affezionato): l'Italia ha vissuto sino ai ruggenti anni ottanta con un sistema elettorale proporzionale ed un debito pubblico di diemnsioni ragionevoli se non invidiabili...

...in definitiva e a mio insindacabile avviso: magari lo strumento può aiutare, ma a fare la qualità della politica rimangono politici e partiti...

Ciao

Paolo

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