Il mio algido suggerimento per la crescita

Buongiorno,

qualche giorno fa ho espresso alcune perplessità sull'effettiva efficacia della riforma Fornero in funzione di promozione della crescita economica, riserve derivanti dall'esperienza personale di chi ha lavorato per anni in partita IVA nella sezione italiana di una grossa multinazionale estera composta per oltre l'80% da lavoratori con contratti "atipici".

Il che si traduce nella certezza che chi all'estero è intenzionato ad investire in Italia sa che già adesso è possibilissimo farlo senza porsi problemi di articolo 18 e si regola di conseguenza. E quindi sarà abbastanza indifferente al fatto che l'art. 18 possa venire disintegrato da un giorno all'altro.

Ci sono però altre cose che i potenziali investitori esteri sanno della realtà italiana, cose che secondo me li frenano molto di più, che andrebbero quindi affrontate con una decisione almeno pari a quella dimostrata su pensioni e mercato del lavoro e che genererebbero probabilmente molto meno scontento e disagio tra gli italiani. 

Adesso chiudete gli occhi e fate finta di essere un ricco e prudente investitore tedesco che cerca un partner per operare sul mercato internazionale, Sigfrid Von Groschen, perchè oggi voglio parlare di uno di questi aspetti.

Investireste in uno Stato in cui il S. Raffaele fallisce con oltre un miliardo di euro di debiti, senza che alcun advisor abbia tempestivamente segnalato la cosa e con un mondo politico che in qualche modo ha agevolato l'ingigantirsi del crack? Parlo dello stesso Stato dove un percorso fallimentare analogamente intrecciato con la politica è stato attraversato alcuni anni prima da Parmalat (per quattordici miliardi di euro). Parlo dello stesso Stato dove in questi giorni si alzano un po' (ma nemmeno poi troppo) i toni sulla galassia sul buco nero Ligresti (mi ispiro a Barisoni, è vero), il cui gruppo, sempre senza significativi preavvisi, si ritrova a navigare in due miliardi di euro di debiti.

Un po' di Ligresti...
Sono tutte situazioni in cui le aziende protagoniste si muovono evidentemente in un contesto di scarsa trasparenza, contiguità con il mondo politico ed assenza di controlli ed informazioni tale da evidenziare molto bene una cosa: in Italia ti è concesso operare unicamente se fai parte del giro e del salotto giusto, se no competi con un handicap colossale e non hai garanzia alcuna.

E Voi, mein Herr Sigfried, non fate parte di quel giro e di quel salotto. Quindi il vostro capitale sarebbe peggio che a rischio.

L'Italia è una realtà in cui il proprietario di un gruppo si auto - accorda consulenze per decine di milioni a spese del gruppo stesso, piazza con stipendi milionari i figli nei CDA di tutto il gruppo, ne asseconda gli eccessi quando "investono" alcuni milioni in cavalli purosangue, assume i parenti del presidente dell'ente di controllo che dovrebbe tenerlo sotto osservazione (l'ISVAP, che, ovviamente, non si accorda di nulla di ciò che sta succedendo) ed entra nel CDA e nel patto di sindacato del più importante quotidiano nazionale (che, sempre ovviamente, di tutto ciò non parla). - Chi fosse interessato a piangere si scarichi il podcast della trasmissione di Barisoni di giovedì-

Verzè & friends
Immagino che il ricco e prudente investitore tedesco che cerca un partner per operare sul mercato internazionale cercherà una realtà diversa (Auf Wiedersehen, Herr Siegfried!), e i suoi soldi l'Italia li vedrà solo quando ci verrà a fare il turista, cioè sempre meno spesso.

Cercherà invece la stessa realtà che cercano i giovani che, vedendosi precludere opportunità e carriere esattamente da quegli stessi circoli ad escludendum, fanno la valigia e vanno a portare all'estero il loro Know how privo di parentele ed amicizie, alimentando l'altrui crescita e l'altrui benessere.

Se Monti vuole promuovere la crescita secondo me è su quei circoli, su quelle commistioni, su quelle opacità e su quei privilegi che deve sparare. 

Bisogna ricondurre in un alveo di tollerabilità i conflitti di interesse e le commistioni tra pubblico e privato, bisogna fornire certezza del diritto e tempestività della giustizia, bisogna rendere funzionanti organi di controllo e d'informazione.

Purtroppo sono i circoli da cui Monti proviene e che lo hanno espresso, per cui mi permetto di dubitare che lo farà, e temo che continuerà piuttosto a cercare di spremere altrove: in tal senso il passo indietro sulle commissioni bancarie è un segnale purtroppo in sintonia con le mie perplessità.

Ciao

Paolo

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