Il domino italiano / 2

Buongiorno,

continuo il post di ieri, dove partivo dalla constatazione che oltre 60mila famiglie non riescono a pagare il mutuo prima casa e quindi rischiano di trovarsi in mezzo ad una strada e con la propria casa in vendita.

L'immissione straordinaria di immobili sul mercato andrà a sommarsi a quella derivante dal rincaro della tassazione sulla casa attraverso l'IMU (la casa è un investimento che diventa meno conveniente? me ne libero ed investo altrimenti, magari in titoli della Tanzania...), per di più in una condizione di mercato già da tempo depresso dalla mancanza di liquidità.

Cosa succede quando l'offerta supera la domanda e la domanda per di più non ha liquidità?

Succede che i prezzi crollano. Temo che il valore delle case sia destinato a scendere molto. E questo, lo sgonfiarsi di una bolla immobiliare, è solo parte di quello che dobbiamo temere. Perchè chi ha casa la vedrà deprezzare, chi non ce l'ha non potrà comunque comperarsene una perchè non ha soldi nè può ottenere credito.

Siamo al secondo tassello del domino.

Le banche italiane, che già soffrono le attuali condizioni di mercato, rischiano in conseguenza del ridimensionamento del mercato immobiliare di dover ammettere che le ipoteche che avevano ascritto a patrimonio con un certo valore hanno in realtà un valore molto inferiore, perchè le case che avevano ipotecato non trovano mercato. 

Il che si traduce nella necessità di alimentare le riserve bancarie con nuove entrate, e questo genererà presumibilmente ulteriore restrizione del credito. Le banche non rifinanzieranno i debiti in scadenza, chiederanno di rientrare ai debitori e non acquisteranno titoli di stato.

E' il terzo tassello del domino.

La restrizione del credito necessaria a sanare i bilanci delle banche da un lato trasferisce sulla aziende le sofferenze finanziarie e comporta un ulteriore incrudimento della crisi e l'ulteriore innalzamento del numero delle famiglie che non sono in grado di pagare i mutui, dall'altro riduce la richiesta di titoli di Stato innalzandone spread e, ben più grave, tassi di interesse.

Siamo infine arrivati al quarto tassello del domino, quello che riporta all'inizio della spirale.

Potenzialmente si genereranno altri debiti in sofferenza, altri deprezzzamenti, altre garanzie meno sicure, altra restrizione del credito, altra crisi.

Torno quindi a dire che è indispensabile che il governo Monti faccia quello che sinora, per incapacità, diversa priorità o impossibilità, non ha fatto: una manovra che favorisca la crescita. Il che può tradursi nel ridurre i tempi di pagamento della PA (a costo di farlo per mezzo di BOT), oppure la scelta di finanziare il completamento di quelle opere attualmente ferme per mancanza di finanziamenti che potrebbero più rapidamente giungere a conclusione (e ad essere quindi utili e produttive), oppure la scelta di fornitre garanzie per il credito. Oppure l'annessione manu militari di un po' di paradisi fiscali. Oppure qualcos'altro che non so e non mi riesce di immaginare: in fondo io sono il blogger, loro sono i tecnici ed i professori...



E soprattutto che lo faccia presto, perchè il solo rigore dei conti non basta ad uscire dal cul de sac in cui ci siamo allegramente ficcati e aumentare il PIL è l'unico modo per evitare l'avvitamento in caduta della nostra economia.

Ciao

Paolo

5 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Invece si continua con la tassazione indiretta. Finirà male.

T.

MS ha detto...

Semplicemente il Governo sta lavorando su un'economia nazionale in depressione ed ha deciso di seguire l'insegnamento keynesiano. :-)

Saluti,
MS


PS:
In realta' non e' proprio cosi', la mia vuole essere solo una cattiveria nei confronti dell'autore del post
Spero mi perdonera'

Michele R. ha detto...

Non posso nascondere che da diverse settimane tempo quelle da voi qui espresse sono pure i miei timori. Ultimamente do abbastanza ragione ad Oscar Giannino, ascoltatelo nel podcast di stamani, sul fatto che non possiamo andare avanti solo con nuove tasse - di ieri la notizia dell'idea di tassare gli SMS come di un nuovo aumento dei carburanti per finanziare la protezione civile! - ma che sono necessari tagli alla spesa. Nella trasmissione sono elencati una serie di tagli che sono abbastanza, da me, condivisibili. Per come la vedo ci sono 2 possibilità:
- O il governo MM, grazie al credito che ancora riscuote, prende coraggio e se ne frega dei veti incrociati e fa quello che c'è da fare: Legge elettorale, Finanziamento dei Partiti, nuove privatizzazioni, legge sulla corruzione... lo spiega bene Bruno Tinti sul Fatto Quotidiano di stamane nell'articolo "chiacchiere e distintivo".
- Oppure devo pensare che gli esponenti di questo governo sono collusi con varie cricchette, mafiette, bande che attualmente siedono in parlamento, è quindi inutile aspettarsi qualcosa di buono anche da un governo dei tecnici.

Ciao

PaoloVE ha detto...

@ MS:

mi ero reso conto di aver discusso di Keynes con un subdolo mistificatore.

:-)

Keynes sosteneva che lo Stato, specialmente in caso di crisi economica, per dare slancio all'economia dovrebbe "fare l'imprenditore" (realizzando infrastrutture e, soprattuttto, dando lavoro) eventualmente anche aumentando le tasse.

I liberisti vorrebbero invece lo "Stato leggero": poche tasse per servizi essenziali minimi, possibilmente realizzati da privati liberi di agire guidati dalla benefica "mano invisibile".

MM non è Keynesiano perchè sta solo aumentando le tasse, senza far sì che queste generino un ritorno in termini di lavoro (non vedo nuove opere, cantieri, ...).

In tutta onestà (e qui rifulge la mia fibra morale in confronto al sommamente disonesto MS :-)) non posso dire nemmeno che sia un liberista, visto che le liberalizzazioni sinora proposte sono state omeopatiche e ben lontane dal toccare gli interesi oligopolistici italiani, a partire dalle banche.

Ciao

Paolo

P.S. Dio perdona, io no. :-)

denny ha detto...

insomma si combatte la crisi creandone altra.un avvitamento al ribasso.
non ci siamo.
sarebbe il momento che una politica diversa si inpossessi dell' aministrazione nazionale.