... e quella di un sottosegretario

Il sottosegretario Polillo
Buongiorno,

dopo le considerazioni su come il ministro Fornero sta gestendo il caso degli esodati passo ad una polemica in tono minore, sia perchè coinvolge aspetti meno gravi, sia perchè, pur coinvolgendo elementi del governo, tocca solo figure di seconda linea, come può essere un sottosegretario.


Ho trovato quanto meno fuori tempo le dichiarazioni del sottosegretario Polillo sull'opportunità di far lavorare una settimana in più i lavoratori italiani riducendo le loro ferie sia perchè, in una situazione in cui le aziende hanno più scorte che domanda e comandano ferie e chiusure cercando di limitare i costi sortirebbe un effetto depressivo sull'economia (si tratta infatti du un provvedimento che potrebbe funzionare in un momento in cui le aziende non riescono a soddisfare le richieste della clientela e che potrebbe ridurre l'incidenza dei costi fissi sui prodotti, e che, dall'altra parte e persinio in quella situazione potrebbe anche riverberarsi negativamente sull'occupazione, ma che in caso di assenza di domanda finisce unicamente con l'aggravare i costi delle aziende).

A queste considerazioni si devono aggiungere alcuni fatti: pur essendo uno Stato dove si fanno molte ferie e festività, l'Italia non è una anomalia rispetto a molti altri Stati, come mostrava l'Economist l'anno scorso (la tabella andrebbe corredata integrando anche il monte ore settimanale, ma nemmeno in quel caso otterremmo stravolgimenti ed anomalie consistenti). Quindi l'aumento dei giorni lavorati potrebbe essere visto come uno sprone ad una maggiore produzione, ma non come la causa della nostra scarsa competitività e, specialmente in questi frangenti, non come un mezzo per uscire dalla crisi.

E, ancora una volta, questo governo sembra essere orientato a scaricare unicamente sui lavoratori dipendenti non solo i costi della crisi, ma anche quelli necessari a tentare di uscirne, nel momento in cui i salari, tassi di evasione e di innovazione da parte delle imprese dicono che è prioritario operare altrove.

A sparate semplicistiche di questo tenore (in verità un po' più grevi) ci aveva abituato l'ex ministro Brunetta, ma, anche in questo caso, non me le aspetto dal governo dei tecnici, che col passare del tempo si stanno purtroppo dimostrando sempre meno equi, sempre meno sobri e sempre meno adeguati a governare l'Italia.

Non siamo ancora al doverlo rimpiangere, ma comincia ad affiorare il timore che, in fondo, non ci manchi poi molto.

Ciao

Paolo

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