Educate risposte

Buongiorno,

dopo le ripetute manifestazioni di folklore locale sentenze che hanno condannato FIAT per i comportamenti discriminatori ed antisindacali intrapresi nei confronti dei tesserati FIOM, comportamenti che andavano dalla mancata riassunzione (all'interno delle società recentemente costituite sulla base della ristrutturazione secondo il cosiddetto "modello Marchionne") alle meno note decurtazioni salariali, nel tentativo di minimizzare i disagi per i lavoratori e di rimettere in marcia uno straccio di dialogo con l'azienda, la FIOM aveva proposto l'adozione di contratti di solidarietà che permettessero di evitare i licenziamenti di chi, attualmente assunto, rischiava di essere licenziato dall'azienda per permettere di reintegrare chi l'azienda stessa aveva precedentemente discriminato. 

In sintesi il sindacato si rendeva disponibile a sottoscrivere dei contratti che prevedessero una riduzione di orario e contestualmente di salario allo scopo di non licenziare e di evitare una guerra tra poveri all'interno degli stabilimenti.

Il buon vecchio e vituperatissimo "Lavorare meno, Lavorare tutti", attualizzato con un "Rimettendoci un po'".

La risposta di FIAT c'è stata, non a parole ma nei fatti, mercoledì con l'annuncio dell'inizio delle procedure di messa in mobilità dei primi diciannove operai che saranno licenziati per far posto a quelli di cui è stato disposto il reintegro.

Credo che mai come in questa situazione sia stato chiaro qual'è la parte dialogante e quale quella arroccata su posizioni intransigenti, quale quella propositiva e quale quella chiusa al dialogo, quale quella orientata a mantenere un clima aziendale vivibile e quale quella votata allo scontro.

E, almeno per come le cose sono state presentate sinora, da FIAT non sembra arrivare nessuna benchè minima assunzione di responsabilità per quanto sta avvenendo nè, ovviamente e conseguentemente, le minime scuse a chi è rimasto ingiustamente a casa sinora e a chi ci tornerà adesso.

Anzi, i tempi e le modalità delle procedure intraprese sembrano essere scelte in modo da massimizzare i disagi per chi sarà licenziato, visto che nessuno dei lavoratori dello stabilimento ha maturato i dodici mesi dall'assunzione necessari per poter accedere alla mobilità.

Per citare la riuscita ed amara caricatura dell'AD che ne fa Crozza, probabilmente (non) si aspettava che gli dicessero grazie.

Tutto molto Marchionne style. Tutto molto disgustoso.


Ciao

Paolo


P.S. la situazione è talmente inverosimile che nemmeno Libero ed il Giornale hanno avuto il coraggio di rimanere nelle loro tradizionali posizioni di zerbinaggio adorante di fronte a Marchionne, in questo caso, correggendo in un caso titoli che facevano riferimento ai lavoratori rossi alludendo velatamente ad una loro responsabilità nei licenziamenti. E ho detto tutto. Ovviamente rimane (l'ho verificato apposta ieri sera) il solito servo sciocco radiofonico a fare l'originalista.

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Sarei tuttavia curioso di sapere cosa pensa l'uomo del bar. Secondo me la colpa è dei bolscevichi per molta più gente di quanto pensiamo.

saluti

T