Report, Libero e Di Pietro

Buongiorno,

dopo che nello scorso fine settimana Report a fatto detonare molte contraddizioni interne all'IDV, favorendo nei giorni scorsi l'uscita di malpancisti storici come Donadi avviene un fatto buffo ed ovvio.

Facci e Libero stanno rivendicando a gran voce che le notizie che tanto scalpore stanno facendo sono in fondo le stesse da loro pubblicate anni fa senza che nessuno vi desse peso e si stanno lamentando della cappa di silenzio scesa sulle loro segnalazioni.

Non dubito del fatto che loro avessero anticipato di anni quelle segnalazioni, ma non posso associarmi alle loro lamentazioni: é tutta una questione di scelte, che raramente permettono di avere botti piene e mogli ubriache.

Libero ha fatto una scelta editoriale di pubblicare notizie troppo spesso non vere, incomplete e faziose. 

La conseguenza  inevitabile è di aver perso qualsiasi credibilità.

Non se ne lamentino: hanno scelto loro di confondere troppo spesso verità, menzogne, chiarezza ed omissioni  nei loro articoli.

Ciao

Paolo

4 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo

vero quanto dici, Libero e il Giornale hanno credibilità nulla. Per causa loro.

Tuttavia credo che la vera differenza nell'effetto della stessa notizia data prima da Facci e poi dalla Gabanelli stia nel mezzo attraverso cui queste notizie vengono date.

Temo che, con buona pace degli entusiasti del web, la televisione sia ancora di gran lunga il mezzo di informazione più efficace, quello che raggiunge più persone, ma anche quello che più orienta l'opinione generale. Non per niente a esso si rifanno gran parte dei contenuti dei giornali di carta stampata o delle loro brutte copie online.

Ed è per questo, più che per la scarsa autorevolezza che possono avere i quotidiani per pescivendoli, che Report straccia il povero Facci*.

Va detto che non è la prima volta che Report non fa altro che portare in televisione notizie non nuove. Il fatto stesso che lo scandalo si abbia il giorno dopo, che la gente ne parli, che è sintomo del fatto che le informazioni attraverso i giornali hanno un peso e un bacino di utenza nettamente inferiore.

A questo punto, siccome non mi posso smentire, allargo il discorso al forte sostegno mediatico che Beppe Grillo riceve. In particolar modo dallo schienadritta-per-caso che tiene comizietti ogni sera nel suo "miglior telegiornale d'Italia**".
Ritengo, sbaglierò, che se Grillo fosse realmente sabotato dalla televisione come a volte si lamenta ancora di essere (salvo poi apparire proprio in virtù di tali lamentele), il M5S non avrebbe tutto il seguito che ora può vantare.

Saluti

Tommaso

* Personalmente, quando non parla di B o di giustizia, sono quasi sempre d'accordo con quanto scrive.
** Non esiste contraddizione tra essere il migliore di Italia e non essere di qualità. Il fatto che gli altri siano indegni, non fa del TG di La7 un esempio di buon giornalismo.

PaoloVE ha detto...

@ Tommaso:

hai ragione sulla perdurante centralità della televisione nel nostro sistema informativo, ed anche nel valutare che certi personaggi godano di una particolare benevolenza nei loro confronti in tale ambito.

E, come ben sa Renzi, che ha lavoricchiato nella ditta di marketing familiare (ed ancora meglio sapeva SB), l'importante è rubare la scena agli altri.

Se sul palco ci sei solo tu, tu potrai essere nel giusto o sbagliare, ma gli altri non esistono.

Cosa che Renzi sta sfruttando fino in fondo nelle primarie PD: sono pronto a scommettere che il 90% degli italiani non sa che partecipano anche Tabacci, Puppato e Vendola.

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@T
non mi pare proprio che Beppe Grillo si lamenti di essere sabotato dalla televisione. Anzi mi pare proprio l'opposto. E' come quando a scuola i compagni di classe avevano l'ultimo motorino e chi andava in bicicletta si sentiva un escluso. Ecco i media sono così: siccome il M5S fa notizia per chi non ne parla è come andare in bicicletta...

F®Ømß°£ ha detto...

@MR

La fregnaccia dei "due minuti di odio" è un esempio di Grillo che si lamenta di essere oggetto di attacchi da parte dei media.

Grazie a questo piagnisteo vittimista, infatti, ha avuto il solito spazio.

Senza aver bisogno di avere qualcosa da dire.

Giusto questo weekend ho sentito anche il buon Renzi utilizzare questa strategia: il suo staff lamentava il poco spazio nei telegiornali sciorinando cifre.

"Chiagn' e fotti" è il nome scientifico di questo giochino.

@Paolo

son curioso di vedere il confronto tra i 5 candidati.

Saluti.

T.