Fact checking for dummies / 2

Buongiorno,

ieri mi sono permesso di sindacare sul fatto che nella sconfitta del centro sinistra abbia avuto un ruolo il convitato di pietra di un 30% dell'elettorato immobilizzato dal marcio abbraccio che c'è a destra tra pessimo giornalismo ed elettorato privo di spirito critico.

Mi piacerebbe però andare a vedere quanto siano veritiere e quanto abbiano influito nel potenziale elettorato del centro sinistra una serie di affermazioni ampiamente riportate dai media, prevalentemente da destra ma anche dai soliti fintoterzisti, che hanno accreditato il PD di Bersani dell'immagine di un partito che esprimeva candidati vecchi, immobili, restii al cambiamento e refrattari alle riforme.

Insomma uomini del vecchio Apparato, con tutto il significato negativo e cupo di cui viene caricato il termine, nel PD che sarà sempre un PCI travestito e persino sopravvissuto al crollo dell'URSS.

Perchè, sul fronte della refrattarietà alle riforme, dopo aver fatto una personale disanima ed essermi ricordato che le poche riforme di cui ho beneficiato negli ultimi anni sono state prodotte da Bersani, e che alcune tra quelle di maggior portata del mondo del lavoro sono state iniziate dal governo Prodi, cui va anche attribuita la paternità di molte privatizzazioni di aziende pubbliche divenute nel tempo dei carrozzoni (1), credo che alla luce dei fatti la fiducia in tali affermazioni sia molto mal riposta, specialmente se si va a vedere quali altre riforme siano state fatte negli ultimi vent'anni da qualcun altro (2). Per non parlare, nell'impossibilità di riformare il sistema elettorale voluto da Lega e PdL, della scelta di non nominare i propri rappresentanti ma eleggerli e di imporre dei limiti etici, morali e temporali alle candidature.

E, se fossero veri (e magari anche sostanzialmente confermati dopo lo tsunami elettorale) i dati riportati in questo post, che sostengono che l'età media dei rappresentanti papabili del PD si attesta attorno ai 46 anni (solo l'M5S e, di poco, la Lega sono più "giovani"), che per circa il 40% sono donne (solo l'M5S è più "rosa"), che un quarto non ha esperienze amministrative/politiche precedenti, mentre un terzo le ha maturate in comuni, province e regioni e meno del 40% ha precedenti esperienze parlamentari (e comunque solo in pochissimi casi si va oltre i tre mandati), non mi pare che l'immagine fornita dai media di un partito costituito di nostalgici e di ex generali dell'Armata Rossa (3) sia veritiera nemmeno sotto questo profilo.

E non lo è specialmente facendo qualche confronto (i candidati del PdL -cui non è stato certo rimproverato l'essere espressione di un apparato- secondo lo studio provengono per circa l'80% da precedenti -sappiamo quanto strabilianti- esperienze come prlamentari, solo il 4% di loro non ha precedenti esperienze politiche/amministrative, hanno un'età media di circa 52 anni, sono per circa l'80% maschi e assommano un numero di mandati precedenti ben superiore), sia, soprattutto, ammettendo che al ricambio va affiancata un po' di esperienza. 

Ciao

Paolo

(1) non voglio qui disquisire se sono d'accordo con queste politiche o meno: resta il fatto che sono state intraprese dai progenitori del PD.

(2) urge precisare che mi riferisco a riforme e non a meri tagli più o meno mascherati. Per dei semplici tagli bastano un Brunetta o una Gelmini qualsiasi.

(3) si, lo so, sto esagerando. Ma nemmeno poi troppo, se ci ricordiamo l'enorme entusiasmo ed il colossale rimpianto per il grande progetto della rottamazione che ci avrebbe portato ad un ineluttabile futuro di benessere e serenità.

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