Come Volevasi Dimostrare

Buongiorno,

i deprimenti risultati del rapporto OCSE / ISFOL "First results from the survey of adult skills", commentati con amara rassegnazione dal Ministro del Lavoro Enrico Giovannini che non esita a definire gli italiani come poco occupabili a fronte di risultati quali quello qui a fianco, hanno generato reazioni diverse, che vanno da una condivisione delusa ma sostanzialmente piena come questa ad altre di stampo opposto, quasi stizzito.

Il problema non è solo che queste ultime in alcuni casi (come quello sbandierato nel titolo di testa della home de il Giornale) forniscono la dimostrazione che l'italico fenomeno della limitatissima comprensione nella lettura esiste ed ha conseguenze gravi nel permettere di effettuare un semplice ragionamento logico, ma che tracce evidenti delle stesse disfunzionalità si riscontrano anche sul fronte opposto.

Iniziamo dal pezzo linkato nella bella testa della home de il Giornale riportata qui sotto e di cui mi vergogno pregio di fornirvi questo link.

Il fine (!) articolista (Domenico Ferrara) scrive un intero pezzo sostenendo indignato che il Ministro si sarebbe esercitato nel "tiro al giovane", sport che sarebbe diventato un must negli ultimi anni (cosa quest'ultima peraltro vera. Mi chiedo se Ferrara si indignasse quando a sparare sui giovani era Brunetta). 
Peccato che il Ministro non abbia parlato dei giovani, ma degli ITALIANI, cosa che l'articolista avrebbe dovuto capire leggendo le dichiarazioni, che peraltro riporta in virgolettato e dove, oibò, non compare alcun riferimento ai giovani. Non compare proprio la parola.
E, nel dubbio ed in assenza di tale riferimento, l'articolista avrebbe dovuto capire leggendo il titolo del report, che non parla di "young" ma di "adult", che non si parla di giovani. Ma qui si spazia nell'esoterico mondo delle lingue straniere. Posso capire. Quasi. Insomma. Ca**o, i miei figli l'avrebbero capito, ecco!

Ancora avrebbe dovuto capire leggendo le varie intestazioni che recitano "from 16 to 65 years".

E, infine, avrebbe dovuto capire leggendo tabelle estratte dal report come quelle che oggi infestano la grafica di questo blog che non si sta parlando di giovani, anzi, semmai proprio il contrario.

Insomma Domenico Ferrara nel suo articolo sembra voler dimostrare di essere un prototipo di quei troppi italiani incapaci di comprendere un semplice testo scritto dei quali si parla nel rapporto, un appartenente al 60% degli italiani funzionalmente analfabeti. CVD.

Personalmente però non ritengo che il problema sia quello: non posso certo aspettarmi che l'apertura de il Giornale venga affidata ad un'aquila. Il problema è che anche dall'altro lato della barricata, quello che avrebbe velleità di essere un po' più intelligente, non si va molto lontano.

Pertanto, signori, traduco: 

il Ministro sostiene che gli ITALIANI  hanno difficoltà a trovare un lavoro a causa della scarsa preparazione e delle scarse capacità logiche (e, aggiungo io, Domenico Ferrara deve quindi considerarsi fortunato). 

Ed il report mostra come invece i giovani italiani, pur restando ampiamente al di sotto del livello di scolarizzazione della media OCSE, siano molto più preparati di chi giovane non è.

E, se aggiungiamo alla lettura delle tabelle anche la considerazione che in Italia i giovani sono sostanzialmente esclusi dalla stanza dei bottoni, magari ci spieghiamo un po' del perchè l'Italia va lentemente a puttane.

Ciao

Paolo

3 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

inutile dire che condivido l'articolo, te la prendi con un giornalista, categoria che è la quintessenza dell'ignoranza e che è responsabile (non unico, ma importante) della sua diffusione.

Ho alcune osservazioni:

1) il primo grafico è relativo ai risultati di test (sulla comprensione del testo) e in esso si vede che l'Italia è il Paese peggiore di tutti, con la maggioranza della popolazione che non supera il livello 2 su 4. Gli altri due grafici indicano il livello di istruzione: c'è una grossa differenza tra giovani e adulti nel titolo di scuola secondaria, rispetto alla media europea, il ché indica un aumento della scolarizzazione. Per l'educazione "terziaria" la differenza tra giovani e vecchi è in linea con la media.

Sono i valori assoluti che sono inferiori! Se confrontiamo giovani con giovani e vecchi con vecchi siamo perdenti comunque.

Quindi se è vero che l'ingresso di persone più giovani nelle "stanze dei bottoni" sarebbe migliorativo (come lo è anche negli altri Paesi), il fatto che la nostra popolazione - giovani e non - sia culturalmente inferiore al resto d'Europa rimane. L'attacco dei giovani da parte della gerontocrazia italiana è una porcheria, ma la loro difesa e la loro idealizzazione è altrettanto errata.

Siamo un Paese troppo ignorante padri e figli.

2) siccome questa ricerca non è per nulla una novità, nei risultati sul nostro Paese, avevo già posto la domanda. Che senso ha la democrazia in un Paese di analfabeti funzionali? Perché il voto di una persona non in grado di comprendere la complessità deve valere come quello di chi ha gli strumenti per farlo?

Saluti

Tommaso

renzo ha detto...

Assolutamente d accordo con Tommaso. Il mio voto non vale quanto quello di una persona che non sa capire un testo come quello che sto scrivendo. È democrazia questa?

PaoloVE ha detto...

...credo che i presupposti perchè una democrazia possa essere una buona forma di governo siano:

1) che i cittadini siano correttamente informati
2) che siano in grado di deidere secondo logica

E' raccapricciante constatare quanto siamo deboli su questi due fronti...

Il fatto è che, politicamente, le alternative mi paiono peggiori...

Ciao

Paolo