(In)giustizia a scoppio ritardato

Buongiorno,

il casino delle regionali Piemontesi richiede una riflessione sull'adeguatezza dei dispositivi che permettono l'esercizio democratico, oltre che sulla classe politica che ci si offre come candidata a rappresentarci.

In primo luogo ritengo che Cota e la Lega non abbiano alcun motivo (e confermino invece di avere molta faccia tosta) nel portare in piazza manifestanti a difesa di un risultato ottenuto falsando le regole e, per di più, viziato da irregolarità sostanziali e non solo formali, dato che lo schieramento di destra ha prevalso per circa 9mila voti, mentre la lista abusiva "Pensionati per Cota" ha portato in dote 27mila voti.

In secondo luogo sono infastidito dalla soddisfazione e dai moralismi del centro sinistra, stante il fatto che, per non farsi mancar nulla, anche questo schieramento ha utilizzato sostanzialmente le stesse pratiche illecite a favore della lista "Pensionati ed invalidi per Bresso". E non è certo il fatto che la lista abusiva di centro sinistra ha preso meno di metà dei voti di quella abusiva di destra (12500 contro 27000) a renderla in qualche modo meno truffaldina ed antidemocratica, quindi certi trionfalismi moraleggianti sono assolutamente fuori luogo.

Trovo quindi preoccupante vedere quanto sia trasversalmente diffusa una mentalità che prescinde dalla correttezza per acquisire un risultato che, in questi termini, ha pochissimo di democratico, visto che si consolida al di fuori di regole comuni e condivise.

Infine trovo grottesco che a definire il quadro della situazione si giunga in tempi che sono sostanzialmente quelli della legislatura, il che significa che i dispositivi che la Giustizia rende disponibili a tutela della democrazia sono del tutto inadeguati: ce ne facciamo gran poco di sapere adesso che Cota ha praticamente concluso la legislatura sulla base di un risultato falsato in maniera grave e sostanziale. Democrazia avrebbe voluto altro e l'intervento della giustizia non argina l'abuso che in minima parte, anzi sembra sancire quanto avvenuto con la beffa suprema.

In sintesi stiamo assistendo ad un tragico fallimento totale del sistema, in cui nessuno riesce ad uscirne decentemente, ma che viene mascherato dagli strepiti di parte per cose ben meno gravi.

Ciao

Paolo

1 commento:

Philip Michael Santore ha detto...

Delle norme che subordinano le candidature a delle procedure burocratiche gravose (tali devono essere, se vengono così spesso violate da ambo le parti) a pena di nullità delle elezioni sono necessariamente destinate ad entrare in contraddizione col carattere democratico di dette elezioni: in altre parole o si fa rispettare le regole e s'invalida la volontà popolare o viceversa.

Come dici tu lo strumento è inadeguato. Allora semplicemente che lo si cambi. E non occorre immaginare chissà quale riforma: basterebbe stabilire che invece di raccogliere firme ci si candidi versando un'adeguata cauzione, che verrà persa se il partito non raggiungerà una soglia minima di voti.