Matteo Renzi: Cuperlo come Fassina.

Buongiorno,

non serve una memoria da elefante per riconoscere nelle stilettate con cui Matteo Renzi ha portato alle dimissioni liquidando con sufficienza le osservazioni del Presidente del PD Gianni Cuperlo (1) relative alla proposta di riforma elettorale (proposta che il sindaco di Firenze ha discusso con il leader dell'opposizione di destra Silvio Berlusconi prima che con il proprio partito), lo stesso stile sprezzante con cui Renzi ha liquidato poco più di una settimana fa le considerazioni politiche di Fassina.

Forte anche dell'appoggio dei suoi, spesso più realisti del re (2), e dell'incondizionato entusiasmo della maggior parte dei media il segretario del PD non sta entrando nel merito delle osservazioni che nascono nella dialettica interna al partito, preferendo l'attacco personale alla risposta politica e dimostrandosi in questo figlio dell'evoluzione politica degli ultimi vent'anni, che ha portato sempre più verso partiti che si identificano nella persona del leader piuttosto che in un progetto politico e verso lo scontro da tifo / talk show (perchè tale è spostare il confronto dal politico al personale) piuttosto che verso la dialettica.

Quel poco che ho sentito anticipare sulla proposta di riforma elettorale mi lascia perplesso e spesso per i motivi che segnalano sia Cuperlo che Civati e di cui avevo già parlato (non vedo risolvere i nodi relativi alla coesistenza di liste bloccate e soglie di sbarramento alte, non mi piace l'ipotesi del doppio turnoil mantenimento di un premio di maggioranza molto ampio. Insomma, ci trvo poco di quello che vorrei, oltre la razionalizzazione dell'attribuzione su base regionale del premio di maggiornaza).

Pur riconoscendo la necessità di dare una guida riconosciuta ed autorevole al PD (cose come i 101 non si devono ripetere -e non si dovevano nemmeno verificare-), trovo che Renzi stia garantendo questa guida in modo sbagliato, annicchilendo il dissenso interno per assecondare invece le posizioni di altri, esterni al partito, magari anche prendendosi la responsabilità di rinvigorire chi era bene restasse fuori dai giochi.

Confermo che continuo a non riconoscermi nel PD e temo che chi lo ha votato ritenendolo il meno peggio rischi di ritrovarsi, come già è successo a me alle precedenti politiche, ad aver dato un voto ad un progetto politico diverso da quello che si sta concretizzando.

Come già facevo per Renzi ai tempi del PD di Bersani, mi chiedo perchè i vari Bersani, Cuperlo, Civati, Fassina, ... restino all'interno di un partito nel quale sono evidentemente corpi estranei (anche se non certo gli unici).

Hanno perso la loro battaglia nel PD, se credono di aver ancora qualcosa da dire sul piano politico cerchino altri spazi altrove, perchè è evidente che nel partito del rottamatore quello spazio non lo troveranno.

Ciao

Paolo

(1) "Gianni, avrei voluto sentirti parlare di preferenze quando vi siete candidati nel listino senza fare le primarie...". Cosa c'entra il fatto che uno si sia candidato con le regole allora in vigore rispetto alla sua richiesta di averne di diverse? avrebbe forse potuto essere eletto con regole diverse da quelle allora in corso? E, per inciso, le liste bloccate (che è l'altro lato della medaglia delle preferenze) erano uno dei temi sui quali il PD -e quindi Cuperlo, descritto sempre come il grigio uomo d'apparato- da anni contestava (formalmente? può essere...) il Porcellum.
 
(2) "Cuperlo lasci la presidenza del Pd. Il livore e l’astio che hanno caratterizzato il suo intervento contro il segretario rendono evidente che non è in grado di garantire la terzietà di un ruolo di garanzia" affermazione fatta da Rosa Maria Di Giorgi. Livore?!? Astio?!? E' la prima volta che sento parlare di perplessità e dubbi intrisi d'odio e livore...

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