Pressioncine inutili

Buongiorno,

nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un paio di mobilitazioni virtuali sulle quali mi piacerebbe riflettere un po', perchè ho l'impressione che si abbia perso la dimensione delle cose e che si stia andando oltre il buonsenso.

Infatti quando vedo pentaglioni di persone che postano selfie mentre mangiano una banana contro un gesto razzista posso minimamente sperare che la cosa abbia effetto: davanti ad una simile massiccia mobilitazione magari il becero lanciatore di frutta potrebbe persino chiedersi se, forse, indipendentemente dal colore della pelle, il bersaglio del suo lancio non sia in fondo ben più inserito ed accettato in società di quanto lo sia lui. E, magari, cercare di riguadagnare qualche posizione in società modificando i propri comportamenti. Specialmente se nei selfie è pieno di gnocca.


Quindi, sinchè ci si rivolge ad una realtà che può aver interesse all'opinione pubblica la cosa ci può stare, perchè c'è una possibilità che la trasmissione funzioni: da un lato c'è chi manda un messaggio, dall'altro chi può essere interessato a riceverlo e capirlo.

L'asino casca quando si passa ai selfie con i cartelli #bringbackourgirls rivolti al capo di Boko Haram che, Kalashnikov alla mano, ha sequestrato 300 studentesse nigeriane cristiane, le ha fatte convertire a forza all'Islam (!), ha imposto loro il velo e pretende di scambiarle con alcuni suoi accoliti detenuti per terrorismo.

In questo caso nemmeno nei miei sogni più psichedelici posso immaginare che il subumano in questione (o chi accetta di aver a che fare con un tizio simile) possa essere minimamente interessato al pur giusto, sentito e solidale appello al rispetto dei diritti altrui. Così, purtroppo, si tratta di una montagna di tempo e risorse palesemente sprecati: si sta usando una lingua che l'interlocutore (che, ribadisco, brandisce un Kalashnikov prima ancora che un presumibilmente maliteso Corano ad origine unica di ogni sua certezza) non è in grado o non vuole comprendere (1).

Forse miglior risultato per le 300 ragazze sequestrate si avrebbe, volendo ricorrere al selfie, con qualcosa del tipo #sendadronetoBokoHaram, perchè qualcuno (in occidente e sensibile all'opinione pubblica) potrebbe considerare preferibile sporcarsi un po' le mani e soddisfare la richiesta di rispetto dei diritti umani ricorrendo ad un uso mirato freddo ed impersonale della forza.

E la cosa sarebbe di sicuro interesse per chi eventualmente finisse nel mirino dei sistemi d'arma del già citato drone.

E la situazione temo differisca molto poco quando, invece che rivolgersi ad un aspirante dittatore integralista, ci si rivolge ad un tribunale altrattanto integralista che condanna a morte per impiccagione una apostata (!).

A chi interessa così poco il valore di una vita e della libertà quanto può interessare il libero pensiero di un po' di infedeli? Quindi risparmiamoci i selfie a lui inutilmente utilizzati e, in caso, li si rivolga a chi è in grado di apprezzarli. Magari un governo occidentale ben armato.

Ciao

Paolo

(1) Il post era stato scritto prima di questa notizia, che purtroppo mi pare confermi in pieno quanto scrivo...

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

non per niente sui giornali spagnoli si è anche sospettato che la storia della banana fosse organizzata (http://goo.gl/GZ6thP). Infatti quella campagna è all'interno di un sistema mediatico che funziona, come ben scrivi.

Su tutto il resto hai purtroppo ragione.

Saluti

T.