Mammografie e cretini. Un post probabilmente inutile.

Buongiorno,

alcuni anni fa partecipai alla stesura di un progetto per la realizzazione di un centro dove effettuare lo screening mammografico (1).

La tecnologia in quel momento iniziava a rendere fruibili nuove metodiche in grado di rendere l'esame più affidabile, predittivo e complessivamente meno costoso rispetto al passato, grazie ai primi sistemi a detettore digitale diretto e grazie ai primi software dedicati al supporto alla diagnosi.

In occasione di quel lavoro ebbi l'occasione, stando a fianco a chi le mammografie le faceva ogni giorno, di essere messo a parte di un po' di cifre e problematiche tipiche della prevenzione del tumore al seno.

Mi colpirono allora (2) i dati relativi alle percentuali (per me sorprendentemente elevate) di donne che si sottraevano all'esame mammografico routinario e quelli ancor più sorprendenti di chi si sottraeva alle procedure un po' più invasive di ecografia e biopsia (la procedura cosiddetta dell'ago aspirato) che potevano rendersi necessarie in caso di situazioni dubbie, dati cui provammo a dare una risposta cercando di progettare un percorso di screening il più semplice, rapido ed amichevole possibile (3)(4), nel tentativo di creare una struttura atta ad intercettare il maggior numero di pazienti possibile.

E' ovvio che a valle di tutto ciò, oggi io -ed immagino con me tutti quelli che abbiano un minimo di vicinanza a queste problematiche- trovi particolarmente gravi e quanto meno superficialissime le esternazioni di Beppe Grillo in materia, dichiarazioni che rischiano di incrinare un rapporto di fiducia tra medici e pazienti evidentemente difficile e delicato e che si era riusciti a consolidare con grande sforzo, con il rischio di vanificare anni di cultura della prevenzione del tumore al seno, campo in cui il Prof. Veronesi si è distinto.


Se ci tiene a farlo faccia pure (5), ma stia attento a non far  rischiare nemmeno indirettamente le donne italiane. E, per quanto mi riguarda, i soldi che Veronesi e General Electric (e non solo loro) guadagnano lavorando in questo campo sono meritatissimi. Bravi e fortunati loro a poter vivere di un mestiere così importante ed utile.

Cosa che personalmente non posso certo dire di Grillo.

Ciao

Paolo

(1) So che diffidate di me, e devo ammettere che fate bene. Però in questo caso non dovete preoccuparvi: la proposta fu bocciata a causa della mancanza di fondi da destinare all'investimento, che forzò la struttura interessata ad appaltare il servizio con tecniche e tecnologie qualitativamente inferiori ed una filosofia completamente diversa da quella che proponevamo. :-(

(2) Mi risulta che anni di lavoro da parte dei sanitari sull'organizzazione dello screening e sulle pazienti in termini culturali sulle pazienti abbiano per fortuna modificato la situazione in maniera sostanziale.

(3) Il che si traduceva in disponibilità soprattutto di radiologi, ma anche di dispositivi dedicati e di back up per non dover mandare a casa le pazienti in caso di guasto, integrazione con i sistemi informatici ospedalieri, ambulatori contigui e comunicanti per effettuare immediatamente le biopsie ecoguidate che si fossero eventualmente rese necessarie (evitando in questo modo di dover richiamare le pazienti in un secondo tempo -ed evitando la percentuale di abbandoni di pazienti potenzialmente più critiche- e persino di farle rivestire e risventire tra i due esami), segreterie e sale d'aspetto comode, accoglienti e funzionali ... Insomma, credo fosse una cosa ben fatta, sicuramente organizzata in termini allora innovativi (avevamo un solo centro cui ispirarci e che realizzava solo parzialmente quanto stavamo proponendo), che si scontrò con i primi blocchi alle assunzioni e con i vincoli di bilancio.

(4) da qualche anno esistono tecniche (la tomosintesi) che permettono di migliorare la qualità dell'efficacia diagnostica e di ridurre alcuni fastidi caratteristici dell'esame (la necessità di comprimere il seno delle pazienti), ma a quei tempi non erano ancora disponibili

(5) non posso aspettarmi molto di meglio da chi in tempi passati aveva già contribuito a sostenere il metodo Di Bella...

18 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

c'è chi sospetta che Grillo abbia usato questa sparata per tornare sulle prime pagine.

Missione compiuta, pare.

Saluti

T.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

forse Grillo lo ha fatto per tornare in prima pagina, e magari è anche stato frainteso, non posso escludere niente.

Personalmente però, visti i precedenti in cui ha sposato le cause di Di Bella e Stamina, ed ha attaccato ripetutamente Veronesi (ricordo che lo chiamava Cancronesi, sostenendo che appoggiava chi creava le premesse per la diffusione del cancro) direi che a me pare più una ossessione personale ben radicata per ogni forme di complottismo e pseudoscienza.

Ciao

Paolo

altrosimone ha detto...

Il punto (4) mi suona nuovo, non lo conoscevo, mia mamma, è fra quelle che stentano ad andarci a questo tipo di controllo, sebbene ormai è nella fascia di età dove statisticamente il tumore incide meno (75 anni), ma ad ogni modo, vive la paura del controllo, come, penso quasi tutte le donne con l'ansia e paura, al dubbio di avere il maligno sul serio.

Quindi con questo Grillo contribuisce a diffondere ulteriore paura, cosa che se........... trattengo le dita per non scrivere cose peggio verso lui.

Ad ogni modo scrivevo anche a proposito del tipo di esame, che qui in Trentino non mi risulta sia cambiato, ovvero proprio quello molto fastidioso, se non qualche volta doloroso (una volta a mia mamma è capitato, troppo schiacciamento, credo una decina di anni fa, contribuendo a peggiorarle l'ansia da controllo).

Stefano ha detto...

Buonasera a tutti,
ascoltando l'intervista fatta a Grillo mi pare evidente che il ragionamento fosse diverso dal semplice "Veronesi consiglia le mammografie inutilmente perché prende soldi dalla General Electric", ma fosse relativo ad un discorso di trasparenza nei confronti dei cittadini per quanto riguarda i rapporti economici tra fornitori ed operatori (in questo caso in ambito medico).
I rapporti tra Veronesi (che personalmente stimo) e la General Electric sono risaputi, e sono stati utilizzati per criticare il professore anche in altre occasioni, per esempio a seguito delle sue esternazioni dopo i fatti di Fukushima riguardo alla sicurezza del nucleare (Veronesi era Presidente dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare, la General Electric era il fornitore della centrale nucleare di Fukushima, nonché uno dei maggiori fornitori di reattori nucleari al mondo).
La General Electric, come rivelava qualche anno fa Rampini su Repubblica, è stata (onestamente non so dire se è ancora) negli Stati Uniti "la campionessa nazionale dell'elusione fiscale."
Altra disinformazione che sta passando in questi giorni è che la mammografia serva a prevenire il tumore al seno. Purtroppo non è così, non previene il tumore (il tumore c'è o non c'è, la mammografia è uno strumento diagnostico per rilevarne la presenza), ma riduce la sua mortalità, in quanto, pur non essendo un esame conclusivo, può rilevare la presenza di un tumore primitivo, quindi maggiormente trattabile di un tumore in fase avanzata o cancro metastatico.
Non mi risulta tra l'altro che Grillo abbia sposato le cause di Di Bella e Stamina, forse (opinione personale), in qualche modo le ha cavalcate (se in malafede lo lascio giudicare ad altri) quando ha dato spazio sul suo blog ai malati che si erano affidati al trattamento Stamina e al figlio del Prof. Di Bella.
Saluti!

PaoloVE ha detto...

@ altrosimone:

la tomosintesi è una tecnologia ancora relativamente poco diffusa e troppo cara per essere utilizzata massivamente per attività di screening (sempre che sia adeguata ad effettuare questo tipo di attività).

Da quello che caspisco, si tratta di una acquisizione di tipo tridimensionale per certi versi in qualche modo simile alla TAC, non richiede lo schiacciamento del seno e quindi evidenzia anche lesioni che magari potrebbero essere difficilmente visibili da una analisi bidimensionale e rende più agevole una eventuale loro indagine bioptica perchè rende più facile localizzarle.

Sono certo che in Trenitno avete centri dove effettuarla, ma credo che allo stato attuale venga utilizzata prevalentemente per situazioni particolari e pazienti a rischio.

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...

@ Stefano:

io non ho avuto la tua impressione, ma il punto è che Grillo si è mosso come un elefante in una cristalleria, dove i cristalli sono delle pazienti che diffidano e sono intimorite da quell'esame e che si sono sentite dire che chi maggiormente lo promuove lo fa all'interno di un oscuro conflitto di interessi personale e con un suo fornitore.

Sul fatto che si voglia chiamare la mammografia "prevenzione" o "diagnosi precoce" nel caso di una malattia in cui la tempestività della diagnosi può molto spesso essere fondamentale non mi pare che la definizione cambi la sostanza delle cose.

Quanto alla pseudo terapia Di Bella Grillo si spese personalmente in favore dell'inventore, prima ancora che del figlio, ancor prima di fondare il M5S.

E lo stesso fece due anni fa il M5S nei confronti si Stamina (http://www.askanews.it/politica/staminali-m5s-riteniamo-metodo-stamina-efficace-si--a-sperimentazione_711145799.htm)

Ciao

Paolo

Stefano ha detto...

Ciao PaoloVE,
E' vero, Grillo si è mosso come un elefante in una cristalleria, ma i cristalli non sono le pazienti, ma la stampa e i media in generale. Semplicemente quello che è stato "estrapolato", o sarebbe meglio dire "interpretato", da certi media (non tutti), non corrisponde a quanto detto da Grillo, che è stato chiaro ed è reperibile come intervista integrale.
Vogliamo dare la responsabilità a Grillo di avere permesso queste interpretazioni chiaramente politiche? E' lecito, ma io la responsabilità di aver creato confusione a chi ha recepito una falsa o parziale informazione, tra cui quindi le pazienti, la darei ai suddetti media.
Ti dirò di più, un oscuro conflitto di interessi (sempre che di conflitto di interessi si tratti) non è più oscuro quando le collaborazioni, i finanziamenti e i rapporti a vario titolo sono trasparenti (che poi è il succo di discorso di Grillo, non tanto l'efficacia o meno della mammografia in fase diagnostica).
Distinguere tra prevenzione e diagnosi precoce invece, al di là di quanto può affermare Grillo, è SOSTANZIALE. La tempestività di diagnosi determina l'efficacia curativa, la prevenzione determina la possibilità di non incorrere in un effetto determinandone le cause statistiche. E per questo la prevezione dei tumori coinvolge altre pratiche e un altro tipo di analisi.
Questa è un'informazione fondamentale ed infatti chi parla di mammografie come pratica preventiva lo fa o per ignoranza o in malafede. Mai nessun medico riterrà le due difinizione interscambiabili.
Per quanto riguarda l'informativa dell'Aska, che si contraddistingue per superficialità e imprecisione (Vannoni non è un dottore e non è mai stato direttore sanitario dell'ospedale di Brescia), è molto parziale in quanto non tiene presente la posizione completa che assunse Andrea Cecconi proprio negli stessi giorni, quando finì per accusare Vannoni di poca trasparenza. L'intervento alla Camera fu ovviamente sbagliato perchè non puoi affermare di ritenere un metodo efficace e poi chiedere i dettagli (che non ti vengono forniti). Prima si verifica e poi si esprime un parere (ovviamente non parlo a titolo personale, Cecconi faceva parte della commissione affari sociali della Camera). Ricordo che in quel periodo la pressione mediatica sul metodo Stamina e la sua "propaganda" televisa era estremamente invasiva e vantava "sponsor" di ogni tipo. L'influenza del M5S, al di là di ciò che si vuole fare credere, fu minima e soprattutto fu presto ritirata (fortunatamente). Cosa che tra l'altro portò il Movimento Prostamina a scrivere un comunicato contro lo stesso Cecconi e a "protestare" contro Grillo (reo di averli abbandonati) di fronte al Parlamento.
Saluti

Michele R. ha detto...

E, per quanto mi riguarda, i soldi che Veronesi e General Electric (e non solo loro) guadagnano lavorando in questo campo sono meritatissimi. Bravi e fortunati loro a poter vivere di un mestiere così importante ed utile.
Da incorniciare.

Attaccare un medico e scienziato come Veronesi, cosi come a suo tempo è toccato pure (VERGOGNA!) a Rita Levi Montalcini, è darsi la zappa sui piedi.
Saluti.

F®Ømß°£ ha detto...

Sul solito giochino del "non ho detto così, sono stato frainteso" segnalo questo.

Onestamente tra Grillo e i giornalisti non so a chi credere :-D.

Sulla distinzione tra strumento di diagnosi precoce e di prevenzione ho alcune osservazioni.

1) È lapalissiano che un esame non possa prevenire tout court una malattia. La definizione di diagnosi precoce è senz'altro corretta e quella di prevenzione mi pare sbagliata*.

2) Come scrive Paolo tuttavia la sostanza non cambia, e quanto scritto nel post originale rimane perfettamente sensato.

3) Nell'articolo linkato trovo questa citazione**: «Veronesi va sempre in tv a pubblicizzare la necessità per le donne di fare le mammografie. E dice di farle ogni due anni ma la differenza percentuale di malattia fra chi le fa ogni due anni e chi le fa meno spesso è solo del due per mille».
Qui si vede che chi confonde (in buona o cattiva fede) tra prevenzione e diagnosi precoce sembra essere proprio Grillo: uno strumento di diagnosi precoce non ha effetti sull'incidenza di una malattia, ne avrà sulla percentuale di guarigione. O no?

Saluti

T.

* Non si può tuttavia pretendere che in mano ai giornalisti venga usato un linguaggio decente ;-) o si dovrebbe?
** Ci dobbiamo fidare delle virgolette dei giornalisti italiani? Ma certo, si...

Stefano ha detto...

@F®Ømß°£
La contrapposizione non è tra Grillo e i giornalisti, anzi, non c'è contrapposizione. Da qualche anno a questa parte, e sempre di più da quando internet è diventato un medium di massa e con la diffusione dei cosiddetti social network, si è diffuso un metodo informativo molto veloce ma allo stesso tempo superficiale, banalizzante e polarizzante. Le responsabilità dei grandi gruppi di comunicazione è lampante, ma non sono immuni le formazioni politiche, le associazioni, le aziende, le istituzioni e persino la comunità scientifica. Diciamo che è il nuovo standard comunicativo.
Le affermazioni di Grillo sono fuori contesto (che senso hanno durante una marcia per il "reddito di cittadinanza"?) e abbozzate. Non è un buon servizio, e a differenza di qualche anno fa, quando Grillo non era capo o garante di una formazione politica, non innesca provocatoriamente un dibattito ponderato, ma diatribe sterili da tifoserie fanatiche. La cosa preoccupante è che tali sterili diatribe coinvolgono la società ad ogni livello, politico, istituzionali, scientifico, sociale.
Il dibattito scientifico sulle mammografie, come tra l'altro è timidamente trapelato, esiste, e riguarda la loro efficacia reale.
Spesso si parla di riduzione dei casi mortali dovuti a tumori alla mammella da quando lo screening è stato introdotto e diffuso, senza tenere in debita considerazione che negli ultimi 30 anni la medicina ha fatto enormi passi avanti in relazione al trattamento di tali tumori, e quindi la riduzione drastica è dovuta più alle nuove tecniche di trattamento che di diagnosi.
Un altro problema è la sovra-diagnosi, cioè tutti quei casi che sarebbero in realtà falsi positivi che implicano poi un trattamento in realtà inutile, o ancora le controindicazioni dei vari sistemi diagnostici, etc.
Un discorso complesso, che non può essere risolto con una battuta, e che merita un'attenzione più specifica e duratura della semplice lettura di un blog, di un articolo del NYT, di un post su Facebook, di un servizio delle Iene o di un intervento alla Camera. Magari tra un test per capire che personaggio della Disney sei e il primo e secondo tempo della finale di Champions.
Beppe Grillo avrebbe fatto bene a sollevare esclusivamente il problema della trasparenza senza avventurarsi in un argomento (quello della sovra-diagnosi) che meritava ben altro dibattito.
Sui virgolettati nel giornalismo, soprattutto quello italiano, calerei un velo pietoso.
Saluti.

PaoloVE ha detto...

@ Stefano:

il dibattito sulla reale utilità delle mammografie in realtà mi pare sia molto limitato e basato fondamentalmente su pochi articoli risalenti ad una decina di anni fa che studiavano un gran numero di esami effettuati nei 25 anni precedenti ed evidenziava una scarsa rilevanza della mammografia in due delle fascie d'età prese in considerazione.

Il che significa che fa riferimento ad esami effettuati spesso al di fuori di una campagna di screening (quindi spesso quando la mammografia serviva a confermare una diagnosi gà fatta e quindi non poteva essere l'esame che rivelava un tumore) con tecnologie obsolete e molto meno valide dal punto di vista diagnostico (l'analisi della vecchia lastra rendeva spesso molto difficile sia la detezione di piccole lesioni che, ancor di più, l'interpretazione di una loro eventuale evoluzione, condizioni molto migliorate nel passaggio al digitale ormai già diffuso e ragionevolmente ancor più migliorate dalle tecniche di tomosintesi in fase di diffusione).

In sintesi quegli studi ci dicono che, quando la mammografia era molto meno affidabile di oggi come strumento diagnostico, dimostrava pienamente la propria efficacia nella diagnosi precoce in tutte le fascie d'età prese in considerazione tranne due, dove vi era qualche dubbio.

Molto poco per suscitare un dibattito in ambito scientifico.

Ciao

Paolo

Stefano ha detto...

Ciao Paolo, in realtà non è così, comunque nella mia opinione espressa precedentemente, non è questo il punto.
Non siamo nè io nè te, nè Grillo, nè qualsiasi altro politico, a stabilire la validità di un dibattito scientifico, e sicuramente non lo si stabilisce in questo modo. L'opinione pubblica ha, o dovrebbe avere, una funzione molto importante, così come la politica, ma gioco forza è la comunità scientifica (che come sappiamo non è un monolite prono agli interessi lobbistici) che può portare avanti un dibattito serio a fronte di dati, studi e ricerche.
Al contrario è assolutamente il compito sia dell'opinione pubblica che della politica (in questo caso rappresentata da Grillo) chiedere chiarezza e trasparenza sui meccanismi che regolano aspetti importanti e delicati come la sanità o la ricerca medica.
Spero di essere stato più chiaro. Lungi da me iniziare un dibattito sull'efficacia delle mammografie. Non ne ho le competenze e con tutto il rispetto non credo che questo sia il luogo adatto.
Saluti

PaoloVE ha detto...

@ stefano:

"in realtà non è così"

...sono colpito dalla solidità degli argomenti a supporto di questa tua tesi: assolutamente inattaccabili :-)

Ciao

Paolo

Stefano ha detto...

Paolo, anche se ti avessi dato l'elenco di tutte le pubblicazioni, facilmente reperibili su google scholar, sarebbero stati per te solide argomentazioni? Ovviamente tralascio quanto reperibile sui giornali e siti non specializzati, che oggi magari pubblicano articoli contro le presunte parole di Grillo (quelle in cui direbbe che le mammografie sono inutili, ma che non sono state registrate da nessuna intervista, come si ostinerebbe ad affermare la giornalista di Repubblica Cuzzocrea, che avrebbe fonti "rigorossisime"), che in passato pubblicarono articoli abbastanza superficiali su questo argomento (si va dal Sole24 a la Repubblica, da il Post al Corriere della Sera). Se fai una ricerca su google trovi diversi articoli negli ultimi 4 anni.
Non è il caso di impostare qui un discorso sul dibattito scientifico che riguarda la sovra-diagnosi, i falsi positivi, l'efficacia e i pro e i contro. Basti dire che al netto di questo dibattito la mammografia al seno si dimostra, dati alla mano, un efficace strumento di diagnosi preventiva e quindi facilita il trattamento di questo tipo di tumori.
Questo è il dito.
La luna invece è il rapporto di trasparenza tra fornitori e istituti/istituzioni che si occupano di sanità.

P.S. Non mi sembra che nel tuo post precedente tu portassi solide argomentazioni a suggello di quanto affermavi in "il dibattito sulla reale utilità delle mammografie in realtà mi pare sia molto limitato[...]Molto poco per suscitare un dibattito in ambito scientifico." ti lascio, se non solide argomentazioni, qualche indizio a tale riguardo:
http://tinyurl.com/md6ce47
http://tinyurl.com/lr227xj
http://tinyurl.com/kgmzoph
http://tinyurl.com/l7x8bzd

Saluti

PaoloVE ha detto...

@ Stefano:

"anche se ti avessi dato l'elenco di tutte le pubblicazioni, facilmente reperibili su google scholar, sarebbero stati per te solide argomentazioni?"

Immagino ti piacerebbe che io rispondessi di no (ma anche un altrettanto reciso si andrebbe altrettanto bene) :-).

In realtà non è così: semplicemente non lo so. Ogni pubblicazione fa storia a sè, sulla base della solidità dei criteri con i quali è stata redatta.

Per ogni pratica medica esistono falsi positivi, falsi negativi, abusi, effetti collaterali e loro conseguenze ed è normale che questi aspetti vengano studiati e contribuiscano alla valutazione della sua utilità.

Lo screening mammografico ovviamente non fa eccezione, per cui si trovano moltissime pubblicazioni che analizzano tali aspetti su una base di pazienti più o meno ampia.

Per quanto di mia conoscenza se ne trovano invece poche utilizzate per mettere in discussione l'utilità generale dell'attuale metodo, anche per la difficoltà oggettiva di realizzarle.

Tra queste quelle che mi dicono citate più frequentemente risalgono al 2006 ed al 2014: evidenziano una scarsa utilità solo in alcune fascie d'età e, per aumentare la base dei casi, vanno anche molto indietro nel tempo facendo conseguentemente riferimento a tecniche e tecnologie analogiche (lo studio delle lastre) sempre meno attuali, sempre meno diffuse e meno affidabili di quelle in uso al giorno d'oggi che hanno iniziato a diffondersi da una quindicina d'anni o meno.

In sintesi rilevano come nella realtà la metodica utilizzata negli scorsi decenni (non quella in uso adesso) abbia evidenziato dei limiti di efficacia in alcune categorie di pazienti. Il che non viene contestato, ma non autorizza ad esportarne il dato a tecniche e tecnologie diverse.

C'è altro di significativo in tal senso? Non lo escludo, ma allo stato attuale non mi pare che la comunità scientifica si muova in questa direzione.

Permettimi l'ironia sulla chiusa, ma se linko i risultati di una ricerca in Google su "scie chimiche" o "rettiliani" non fornisco indizi dell'esistenza di un dibattito scientifico in materia.

Quanto alla trasparenza dei rapporti, che è il punto che ti sta più a cuore, hai ragione a sostenere che tra Veronesi ed alcuni fornitori non è tutto chiaro.

Ma il contesto in cui Grillo ha (o avrebbe) scelto di muoversi per attaccare questo aspetto è stato tale da rischiare conseguenze ben peggiori del male che asserisce di voler combattere.

E con questo mi taccio...

Ciao

Paolo

(1) E, per amor di trasparenza, segnalo che ho come fornitori i produttori di mammografi e che ho anche lavorato per uno di loro anni fa. :-)

Stefano ha detto...

Vedo che pian piano ci capiamo, quindi risollevato dagli sviluppi del nostro discorso (molto rari nelle diatribe di internet) tengo a precisare solo alcuni punti:
1) Non ho linkato delle ricerche su Google, ma su Google Scholar. Scusami, ma c'è un'enorme differenza. Google Scholar è un motore di ricerca di letteratura accademica. Non uso Google quando faccio questo genere di ricerche, perché è fuorviante, e non sono solito a copiare o linkare Wikipedia, che è parziale e superficiale (se non addirittura falsa in rari casi).
2) L'uniche due ricerche su Google sono quella specifica nel database del British Medical Journal, una delle riviste mediche più autorevoli al mondo, e la ricerca specifica su google notizie dove trovi gli articoli nella stampa italiana a cui mi riferivo.
3) Ho cercato di mantenere le ricerche circoscritte ai risultati più recenti (su google scholar a partire dal 2014).
4)Il paragone con la ricerca su Google di "scie chimiche" o "rettiliani" quindi non è calzante, e, te lo dico con simpatia, un pò offensiva nei miei riguardi. Cerchiamo di stare sul punto senza giochetti dialettici :)
5) Non ho mai sostenuto che tra Veronesi e alcuni fornitori non è tutto chiaro (quello lo ipotizza, dicendo "potrebbe essere che", Beppe Grillo). Io difendo il discorso generico sulla necessità di avere delle regole di trasparenza. Non faccio illazioni su Veronesi, che, ripeto, personalmente stimo, nè su General Electric (di cui ho semplicemente segnalato un articolo di Rampini riguardo alle pratiche di elusione fiscale, giusto per riequilibrare l'approccio elegiaco a questa compagnia di altri commenti).

Saluti!

Clem ha detto...

Riemergo dal nulla (ho perso ogni speranza nell'Italia e quindi tendo a fregarmene un po' di essa in generale, e questo include questo bellissimo blog - non sono più molto interessato all'argomento, ma il tuo lavoro Paolo resta molto ben fatto).
Credo che qualcuno abbia letto male e segnalato a Grillo la polemica sulle mammografie originata all'ECR di quest'anno: http://www.auntminnie.com/index.aspx?sec=rca&sub=ecr_2015&pag=dis&itemId=110273
La tempistica mi suggerisce che l'ufficio stampa di Grillo abbia letto "mammografie contestate", ci abbia aggiunto un po' di populismo di risulta e via di dichiarazioni alla cazzo.
Disclaimer: come Paolo, anche io sono nel settore medical imaging (ma da fisico, non da ignegnere, brrrrrr! :P)

PaoloVE ha detto...

@ Clem:

bentornato!

[nota per insider] mai e poi mai avrei pensato di ospitare su questo blog un link ad auntminnie. Spero che la qualità di quel sito non ne risenta... :-)

Quanto al distacco ti capisco benissimo: la riduzione della speranza e delle prospettive è demotivante anche per chi in Italia ci resta...

Ciao

Paolo