Giornalisti e vacanze (le mie)

Buongiorno,

sempre in materia di attendibilità della nostra informazione vorrei mettervi a parte di una mia personale piccola esperienza in materi di giornalismo relativamente al campo turistico culturale.

Negli ultimi due anni, grazie alla relativa vicinanza del luogo in cui sono andato in ferie al mare mete, ho , con la mia famiglia, approfittato dell'occasione per visitare in verità un po' frettolosamente alcuni degli scavi archeologici più importanti della Campania (e d'Italia): ho dedicato poco meno di una giornata a Pompei, e poco meno di mezza giornata ciascuna a Paestum, Velia ed Ercolano.

Se ricordate come i media strombazzassero l'allarme per i crolli a Pompei, condito dal pericolo per la presenza di pericolosi cani randagi nel sito e la solita litania per la sciatteria dei servizi, in particolare a Paestum, avrete un'idea di quale fosse il livello delle mie aspettative e di come mi aspettassi di trovare certamente problemi su Pompei e forse Paestum, mentre fossi relativamente tranquillo sul resto

Aspettative che sono state disattese in toto da quanto ho invece trovato in loco:
  • il sito di Paestum era ben tenuto, pulito e ben orgasnizzato
  • altrettanto mi sento di dire di Pompei: i crolli c'erano ed avevano interessato alcuni muri di nessun valore artistico apparente, i cani c'erano e non erano un bel vedere, ma ci sarebbe molto da ridire sulla loro appartenenza alla categoria di randagi ed ancor di più di pericolosi, visto che stazionavano attorno al ristoro, nutriti, pasciuti e coccolati dai turisti che cedevano loro parte del loro pasto. Personalmente mi è parso ben più grave di tutto ciò il fatto che non fosse possibile per carenza di personale, rendere accessibili varie domus di notevole rilevanza
  • per quanto riguarda Velia sono stato fortunato: quando sono andato a visitarla il sito era ben visitabile perchè era appena stato sfalciato, cosa non scontata -e di cui nessuno diceva alcunchvisto che veniva fatto a titolo gratuito, ma (direi ovviamente) senza particolare cura per le esigenze del pubblico, da un'azienda che ne utilizzava l'erba come foraggio. In seguito mi risulta che qualche mente illuminata dell'amministrazione del sito abbia ritenuto di chiedere un corrispettivo per il foraggio interrompendo la prassi e creando al sito notevoli difficoltà economiche e gestionali, visto che si è dovuto provvedere in fretta e furia (e non so con quale successo) a reperire i fondi per appaltare lo sfalcio e pagare lo smaltimento del rifiuto (!)
  • la vera delusione è stato invece il sito di Ercolano perchè, benchè di dimensioni limitate, a causa di carenza di personale (non è stato interessato dalle trenta guide ottenute da Francaschini tramite un appalto ad un consorzio (non sia mai che si assuma il personale necessario!) non rendeva accessibili tutti i monumeti degli scavi e, nei giorni successivi alla mia visita, chiudeva gli accessi a causa del sommarsi alle normali assenze di un singolo caso di malattia

Saranno mere coincidenze, ma se dovessi esprimermi sulla qualità dell'informazione ricevuta dai media sull'argomento, anche in questi casi il responso non sarebbe per nulla positivo: un mix di luoghi comuni urlati e di allarmismo mal indirizzato.

Ciao

Paolo

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