Riforma Elettorale: non poi così male

Buongiorno,

nei giorni scorsi, dopo un lungo periodo di silenzio in materia di riforme, è stata annunciata la convergenza di ampia parte di centro destra e centro sinistra (ma ma non del M5S) su una bozza di riforma elettorale presentata dal capogruppo alla Camera del PD Ettore Rosato, e che quindi viene denominato con scarsa fantasia ed ancor minor gusto Rosatellum bis, dato che Rosato aveva già presentato altra proposta di riforma elettorale mesi fa.

Confesso di essere sorpreso: avrei potuto sperare in qualcosa di meglio, ma, tutto sommato, per quanto ne capisco, mi pare una soluzione migliore di quanto precedentemente proposto. E ne spiego, a mio parere, il perchè.

La componente proporzionale, che garantisce la rappresentatività democratica, pur basata su listini bloccati (e quindi prateria per i giochi delle segreterie di partito che negli anni abbiamo spesso avuto modo di deplorare) è calmierata da soglie di sbarramento sufficientemente basse da permettere a chi non trovasse spazio per innovare all'interno dei partiti di proporsi al di fuori di questi. Il che mi pare possa doversi considerare un mix adeguato a contemperare le esigenze di fornire rappresentanza dell'elettorato, di permettere una reale possibilità di rinnovo della classe politica anche al di fuori delle decisioni delle segreterie di partito e di limitare la frammentazione politica (1).

Inoltre l'esistenza di listini corti nel proporzionale ed uninominali nella componente maggioritaria mi pare possa rendere sufficentemente difficile un controllo eterodosso del voto.

Leggo che qualche commentatore opina che questo sistema non garantirebbe la governabilità, ma continuo a pensare che sia un falso problema: negli anni scorsi abbiamo assistito in Italia al fallimento di un sistema politico che avrebbe voluto essere bipolare (quindi di quanto più favorevole a permettere l'operato del governo) a fronte di una profonda incultura e scarso senso dello Stato di una classe politica che ha abusato dei poteri di rappresentanza. Il che dimostra che il nocciolo del problema non è nella legge elettorale.

Ciao

Paolo

(1) Per quanto riguarda il problema della frammentazione resta il problema dei cambi di casacca nel corso della legislatura, ma non è un tema risolvibile da una legge elettorale

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