Rimini: stupri e silenzi

Buongiorno,

l'informazione della scorsa settimana è stata ampiamente occupata a rovistare e polemizzare attorno alle aggressioni compiute a Rimini da un quartetto di giovani di origini africane, finalmente arrestati nei giorni scorsi.

Su questo argomento mi ha colpito il fatto che alcuni avessero ravvisato, secondo me forse in parte a ragione, una sorta di razzismo alla rovescia, per cui alcuni media ed istituzioni avevano inizialmente omesso o minimizzato l'informazione sull'aspetto degli assalitori che li inquadrava probabilmente come extracomunitari.

Mi sembra che però, purtroppo, si sia trattato di una indignazione pelosa da parte di chi, molto spesso, vedeva propiettato nei comportamenti altrui il proprio razzismo ed il proprio disprezzo per il diverso.

Dico questo perchè mi ha enormemente infastidito il fatto che da molte parti si sia parlato dello stupro della turista polacca, omettendo e/o minimizzando, almeno sino a quando la vittima non ha assunto un importante ruolo di testimone, qualsiasi considerazione e notizia su quello compiuto dallo stesso quartetto ai danni di una trans peruviana. 

Al punto che si è sentito spesso parlare di stupro al singolare, quello di cui maggiormente si parlava, e non di stupri, perchè, in fondo, uno dei due era considerato meno grave dell'altro.

E, se posso avere dei dubbi sul fatto che vi sia stata una qualche manifestazione di "razzismo alla rovescia" (1), non ne ho circa il fatto che nemmeno in questa occasione ci si è lasciati andare a considerazioni e sottintesi tipici del vecchio e riconoscibile razzismo tradizionale....

Ciao

Paolo

(1) ci possono essere molti buoni motivi per non dare informazioni sulla presunta -perchè tale era una settimana fa- origine di sospetti criminali: dall'evitare di metterli in allarme turbando le indagini a precedenti in cui i reali colpevoli trovavano comodo attribuire le responsabilità di un crimine a quello che era lo stereotipo del colpevole ideale da luogo comune

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì e bentornato,

condivido abbastanza, ma mi pare che ci siano diverse altre cose da dire.

Mi pare che ci sia una tendenza consolidata nell'utilizzare come fonte per le posizioni di una parte, gli organi di informazione della parte opposta. Nella cloaca social è frequentissima l'attribuzione a "buonisti" e "radical chic" delle tesi che Libero mette loro in bocca. In altre parole lo straw-man argument come arma di disinformazione di massa.

Al di là di una prudenza iniziale che - certo non sempre applicata dai nostri media - è più che auspicabile in casi di questo tipo, nessuno ha nascosto la non italianità degli stupratori.

Larghe fette di odiatori da tastiera sono convinte invece se non di veri complotti di quello che definiscono "razzismo al contrario"**.

Insieme a tutto questo c'è una diffusa voglia di linciaggio per cui "bisogna darli ai parenti della vittima", "mandiamoli in Polonia", "avvocato che li difendi, vergognati", "niente processo". Qui siamo di fronte a un misto della solita furia da social, condita dal razzismo che viene coltivato da certa stampa. Questa storia ha risalto perché gli autori sono stranieri e la furia degli italiani-brava-gente è moltiplicata da questo arrivando ai soliti abissi di orrore.

E oggi abbiamo cominciato con la tiritera sul caso di malaria.

Saluti

T.


*intesi come se fossero più o meno tutti coloro con idee di sinistra
**sicuramente si può dimostrare che chi parla di "razzismo al contrario" in genere è un razzista, così come chi non è "né di destra né di sinistra" è di destra.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

"E oggi abbiamo cominciato con la tiritera sul caso di malaria"

Infatti: stessa matrice. Esaurita sino in fondo la pruderie dei dettagli più scabrosi e morbosi degli stupri, il razzista ha bisogno di novità. Meglio se incredibili, che se no si annoia.

Ne parlo nel post di domani.

Ciao

Paolo