Malaria: razzismo o ignoranza?

Buongiorno,

come chiosava ieri Tommaso, credo che anche nella (pseudo)informazione che è stata data riguardo alla morte per malaria della bimba trentina, come già per gli stupri di Rimini, si annidi un bel mix di razzismo o, in alternativa, ignoranza (1).

Premetto che ritengo possibile che la bimba sia stata in qualche modo indirettamente infettata da  immigrati rientrati da qualche viaggio nei Paesi d'origine (la maggior parte dei pochi malati che riscontriamo ogni anno appartengono a tale categoria) e che peraltro le casistiche siano tali da non far ritenere che esista una situazione allarmante.

Ma, a valle delle premesse, ho la nettissima sensazione che la sbandieratissima presenza dei due fratellini malarici africani nella stanza a fianco a quella della bimba contemporaneamente al suo ricovero, che addita nemmeno tanto implicitamente gli untori (e, soprattutto, che siano NEGRI ed IMMIGRATI), sia in realtà il motivo primo per cui sarebbe poco probabile questa ipotesi.

Infatti, cercando un po' in giro ed informandomi un minimo sulle tempistiche della malattia, scopro che una zanzara - vettore della malattia, per divenire infettiva, impiega dai sette a quindici giorni dal momento in cui ha punto un soggetto infetto (e ve lo faccio dire da una fonte insospettabile, ancorchè un po' di nascosto). 

E scopro che la malaria ha poi un ulteriore tempo di incubazione che va dai sette ai quattordici giorni prima di manifestarsi.

Fate due conti con le tempistiche del decorso della malattia della bimba e dei ricoveri dei fratellini e vi accorgerete che la suggestiva e ostentatissima ipotesi diventa improbabile al limite dell'impossibile, a meno di ipotizzare il dolo.

E quindi, mi resta un personale dubbio: se tale irrealistica ipotesi viene così ampiamente propalata sarà forse per ignoranza o più probabilmente per pregiudizio razzista?

Ciao

Paolo

(1) e lo dico da perfetto ignorante in materia

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