Stupri: cosa vogliamo sentire

Buongiorno,

in pochi giorni la stampa è passata dal commentare gli stupri avvenuti a Rimini a quelli avvenuti a Firenze (1), e ciò facendo ha mostrato in maniera estremamente chiara come in nessuno dei due casi lo scopo dei media (o di una loro larga parte) fosse informare sui fatti, ma piuttosto lucrare sull'ammanirci una visione della realtà in cui viviamo che puntelli i nostri luoghi comuni, fottendosene sia della realtà dei fatti che dei diritti (e del dolore) delle vittime.

Nel caso dei fatti di Rimini si è assistito ad un profluvio di accuse a danno di extracomunitari (indicati troppo spesso indistintamente come portatori di ogni tipo male, dal crimine, alla miseria, alle malattie) e di chi sostiene o ha sostenuto la necessità di portare avanti le operazioni di salvataggio in mare di profughi e migranti (indicati come buonisti votati alla distruzione della nostra società in quanto complici di quanto sopra). Per non parlare delle lamentele rispetto all'inadeguatezza delle pene e del nostro sistema repressivo e delle accuse a media ed istituzioni di sinistra di aver celato le origini degli stupratori.


Al contrario nel caso di Firenze abbiamo assistito e forse stiamo ancora assistendo ad un fenomeno opposto, dettato dalla volontà di tutelare il desiderio che i Carabinieri siano sempre immacolati (2): poichè i responsabili non rientrano nella categoria dei pericolosi immigrati extracomunitari ma in quella degli italianissimi tutori dell'ordine, sinora le stesse fonti di informazione sono andate a cercare ed avallare le informazioni (vere e false che fossero) che più denigravano le vittime, dall'ubriachezza all'uso di stupefacenti, dalle fantomatiche assicurazioni antistupro alle false statistiche sui falsi stupri ai danni delle studentesse straniere

Sono sicuro che, a cercar bene, potremmo trovare qualche riferimento al fascino della divisa (in fondo non commentare le dichiarazioni di chi vorrebbe lucide e consenzienti le stesse persone che aveva accompagnato a casa con l'auto di servizio perchè troppo sbronze è già un buon punto di partenza), all'abbigliamento provocante delle vittime, al fatto che, sbronze e "fatte", fossero consenzienti. Il tutto tra avvocati che, dopo averli guardati negli occhi, credono alla versione degli accusati e dichiarazioni circa le loro moralità ed abnegazioni pregresse, quasi che il fatto peggiore potesse essere l'essersi fatti una sveltina in orario di servizio, senza stimbrare.

Insomma, anche in questo caso si sta vendendo al pubblico il luogo comune che vuol veder ribadito: nessuna pretesa di informare, nè di contribuire a far giustizia (qui, qui e qui tre articoli del post in materia -o quasi- che ho trovato interessanti). Il tutto sulla pelle delle vittime.

Ciao

Paolo

(1) qui, per garantismo ma anche in virtù di quanto scrivo dopo, vi invito a considerare ogni riferimento ai fatti con il margine di dubbio che è doveroso avere in assenza di sentenze e, per di più, a valle di informazioni che, come dico, si dimostrano parziali, contraddittorie e palesemente alterate. Quindi, per capirci, ovunque necessario dove scriverò per brevità X vi prego di leggere "presunto X"

3 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

perfettamente d'accordo. Si osserva come, sia alla stampa, sia ai berciatori da social non interessa nulla delle vittime - non per niente lo stupro di Rimini è della sola turista Polacca, la transessuale non si inquadra, per cui viene omessa.

Ciò che interessa sono solo i presunti colpevoli: se sono i negri cattivi, la stampa ne sottolineerà la bestialità, il leone da tastiera si chiederà perché una donna avvocato debba difenderli, perché abbiano diritto alla difesa, perché non li ammazziamo, in che modo dobbiamo ammazzarli*.

Costoro strillerebbero odio di fronte a qualsiasi reato commesso da un immigrato, della vittima non interessa alcunché.

E la dimostrazione la abbiamo proprio con i due Carabinieri brava gente di Firenze, presunti colpevoli dello stesso reato**.

Qui la stampa ci va coi piedi di piombo e dobbiamo assistere - nel 2017 - al tentativo di screditare le vittime, anche con la pubblicazione di falsità come l'assicurazione antistupro e la statistica-bufala sulle denunce di violenze inesistenti.

Il berciatore da social sta con le forze dell'ordine - e con gli italiani-brava-gente-, in fondo le due americane erano fatte e bevute, per cui se la sono cercata. Il massimo che si trova è che i due presunti colpevoli "hanno infangato l'Arma".

Tra l'altro, in periodi di furia grillina antistatale, non esplode nei cervelli di costoro la contraddizione tra la denuncia degli statali fannulloni e la difesa di un 43enne statale che ammette che - durante le ore di servizio, usando l'auto di servizio - accompagna a casa una ragazza di 23 anni ubriaca allo scopo di ricavarne una sveltina?

Saluti

T.


* Ci sono persone che di fatto li vogliono solo ammazzare tutti, davvero. Non hanno il coraggio di dirlo chiaramente, ma se qualcuno lo facesse applaudirebbero. Non è chiaro se i media siano causa o effetto di questo stato di cose, forse entrambi. Altra cosa poco chiara è se tali individui siano legione come appare dai social o se sia un effetto dei social stessi.
** L'obiezione sul livello di violenza diverso nei due casi forse ci può stare ma non cambia il nocciolo del problema.

PaoloVE ha detto...

...ed oggi è paradossale come l'informazione che tratta il caso dello stupro di Roma ai danni della ragazza finlandese alla pari si rimetta sui binari del finto rispetto della vittima.

Nessun cenno alle tristi ipotesi su possibili alterazioni da alcool o sostanze stupefacenti, nessuna allusione all'eventualità di un rapporto consensuale, nessuna considerazione sull'abbigliamento o l'avventatezza di comportamento,...

Tutto come dovrebbe essere, ma temo non sia casuale che lo stupratore sia un immigrato bengalese...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Esattamente.

Proprio ora ho davanti i due titoli. Si parla della vittima nel caso più recente, dei presunti colpevoli nel caso di Firenze. Si parla per umanizzare.
Il presunto colpevole è una bestia bengalese in un caso, le vittime zoccole americane, nel secondo.

Welcome to Fifties.

Saluti

T.

PS: Nel mio commento precedente ho sbagliato le età, del resto sono un dato troppo difficile per essere riportato con esattezza nei diversi articoli. Una ricerca google offre 43, 43, circa 40, 40 anni nei primi risultati. Giornalettismo riporta 51.