L'argine rotto

Buongiorno,

nei giorni scorsi non sono stato colpito dalla notizia della condanna dello sparatore di Brescia, nè del fatto che gli sia stata comminata una pena superiore a quella comminata al ladro cui aveva sparato (peraltro in entrambi i casi a valle di un patteggiamento): sono lieto di constatare di non essere il solo a ritenere che, in assenza di condizioni (evidentemente non rilevate da chi indagava) che giustifichino la legittima difesa, quello che si è configurato come un tentativo di omicidio debba essere sanzionato più pesantemente di un furto, indipendentemente da chi sia il colpevole e chi la vittima di entrambi.

Banalmente, uno è un reato (gravissimo) contro l'integrità di una persona, l'altro no, e qui per me c'è il limite di ogni ragionamento.

Non mi ha meravigliato nemmeno che alcune trasmissioni ed alcuni giornali abbiano avviato la consueta canea che si leva in questi casi a difesa dei giustizieri, specialmente se a sparare c'è un italiano e ad essere colpito uno straniero che ben si attanagli agli stereotipi che vogliono rom, rumeni, albanesi, nordafricani, subsahariani, latino americani, e in generale chiunque non sia sufficientemente ariano geneticamente ed inesorabilmente predestinati alla delinquenza.

Insomma, potevo mica aspettarmi qualcosa di diverso da giornali dove le scrivanie dei direttori vedono alternarsi le opime chiappe di gente come Feltri, Sallusti e Belpietro.

Ma quando ad usare titolazioni sensazionalistiche che presuppongo il contrario di quanto umanamente e razionalmente accettabile sono il corriere della Sera (come nel primo link di questo post) o Repubblica, devo constatare che si è rotto un'argine.

Se nemmeno le testate progressiste e moderate riescono a sottrarsi alla tentazione del sensazionalismo acritico e del populismo su temi così sensibili (ma contemporaneamente chiaramente leggibili), temo che le riflessioni che dobbiamo fare sullo stato e sull'utilità del nostro sistema informativo debbano andare molto oltre quanto sia stia faticosamente facendo, come anche quelle sul sentire diffuso della gente.

Ciao

Paolo

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

condivido tutto.

Stranamente la cosiddetta opinione pubblica* si indigna tanto quando è un italiano a sparare a uno straniero. Lo fa ben accompagnata dai soliti giornalisti che si adeguano a ogni bestialità quando non sono essi stessi a fomentarla.

Ormai il senso comune è questo o almeno appare questo, vista la visibilità data a chi se ne fa rappresentante.

Rimane poi il solito elefante nella stanza. In molti, quorum ego, stiamo commentando senza avere la minima idea dei dettagli che sono fondamentali in casi come questo. Senza dettagli, non trovo motivi sufficienti per indignarmi.

Saluti

T.

*Ben educata al pensiero dominante da anni di tv, ben prima di internet

PaoloVE ha detto...

@ T.:

...il problema diviene adesso che, venendo a mancare anche l'ultimo margine di una informazione che provi a mantenere chi sia interessato ad ascoltare nell'ambito della ragionevolezza, non possiamo che asettarci peggioramenti.

Un po' come quando lasci passare che, in fondo, gli skinheads di Como erano 4 folkloristici fessi, e poi ti ritrovi una decina di forzanovisti mascherati che lanciano fumogeni contro le redazioni che non gli piacciono...

Ciao

Paolo