Lo stabilimento di troppo

Buongiorno,

oggi un ennesimo post (temo un po' stracco) sul brutto tramonto della prima impresa manifatturiera italiana, la FIAT, perchè le parole dell'AD sono sempre più scompostamente incoerenti ed i risultati sempre meno adeguati alle troppe promesse fatte.

Lo spunto viene dalla notizia che per lo stabilimento di Pomigliano si prospetta un ennesimo periodo di fermo dovuto alla scarsa richiesta di autoveicoli FIAT sul mercato europeo ed alla necessità di non gonfiare le scorte a magazzino. Fermo che si aggiunge a quelli di cui avevo già fatto cenno causati dall'interruzione di forniture di componenti dalla Magneti Marelli di Crevalcore danneggiata dal terremoto in Emilia.


Notizia che, come la precedente, contrasta con la determinazione dell'AD FIAT a massimizzare l'impegno dei dipendenti, confermato anche molto recentemente con la segnalazione dei nuovi standard che FIAT vorrà porsi come obiettivi.


Qui si vede quali sono i trend del mercato dell'auto negli ultimi anni; molti altri dati, specialmente sul gruppo Chrysler Fiat si trovano scorazzando dentro al sito.

E così ci si può rendere conto che pochi modelli stanno centrando i target di vendita (specialmente nel mercato UE ma non solo) e che determinati tassi di crescita vantati sul mercato USA sembrano avere motivi prevalenti ben diversi dalle capacità del management, quando si consideri che riguardano un marchio che prima dell'acquisto da parte di FIAT sembrava destinato all'estinzione (e per questo stesso motivo non riusciva a vendere, scontrandosi con la ovvia diffidenza dei potenziali acquirenti) ed un mercato che dopo anni di contrazione, complessivamente cresce di oltre il 10% l'anno da due anni a questa parte.

Insomma, la politica aziendale sembra essere unicamente quella di sfruttare contingenze (restando in qualche modo in balia degli eventi) senza affiancare a questa che quella di costruirsi un contesto in qualche modo addomesticato a proprio favore attraverso processi di innovazione. Una politica finanziaria e non industriale.

Temo però che lasciar che la barca vada finchè può senza spingere sui remi finirà nel medio periodo con lo sgonfiare i risultati del gruppo.

Ciao

Paolo

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