Formalmente, ma dal basso

Buongiorno,

il mio robusto cerchiobottismo, dopo un paio di post che potrebbero far sospettare che in me si celi un criptogrillino ("Esci da questo corpo, Beppe!"), mi porta a scrivere un post in direzione contraria, così non potrete lamentarvi più di tanto.

:-)

Ed il post prende spunto dalle reazioni di Grillo alle conferme di fiducia che la base grillina sembra attribuire ai rappresentanti eletti in vari organi ed oggetto di diatribe con il leader del Movimento, conferme di cui avevo già parlato qui, e cui se n'è aggiunte altre.

Bene, nelle reazioni di Grillo alle ripetute sconfessioni ravviso una evidente contraddizione rispetto allo spirito del Movimento 5 Stelle ed a quanto sinora da questo fatto.

Trovo illogico, irragionevole e contraddittorio (che per me è il peggiore dei mali) che chi sinora ha sostenuto lo spontaneismo, la vitalità e l'informalità della democrazia dal basso sino a definirla in un "non statuto" (e già qui qualcosa stride, per la verità) possa adesso criticare i risultati di una libera consultazione adducendo come motivazione che i votanti non avrebbero dimostrato la loro iscrizione al movimento con una "formale certificazione". Queste sono cose da burosauri, da vecchi affari della politica.

Sono i motivi per i quali Grillo urla che gli altri partiti sono zombi, morti e putrefatti.

Sono i motivi per i quali contestava il fatto di non essere stato ammesso alle Primarie del PD nel 2009.

Son cose noiose e spesso spiacevoli, ma purtroppo secondo me necessarie e normalmente messe in un angolo sinora dal M5S.

Insomma, anche per Grillo e il M5S valga la prima delle regole: coerenza o scuse.

E' legittimo cambiare idea, basta spiegare il perchè ed eventalmente ammettere l'errore, perchè non siamo mica qui a sciolinare gli infradito.

Perchè il salto mortale di Grillo in questo caso sembra proprio avere come prima giustificazione il fatto che è conveniente a sostenere le sue posizioni, come se si trattasse di un incoerente politico qualsiasi. Il che non può assolutamente essere, per un rivoluzionario come lui.

Ciao

Paolo

2 commenti:

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

Giá, osservazioni giuste. Resta che in quanto partito personalistico senza il "personalistico" non c'é "partito". Non appena i grillini se ne renderanno conto capiranno che tra il dire e il fare c'e' di mezzo "e il" (come disse Elio) e che la porta per uscire é sempre aperta. Sempre che le poltrone non facciano piú comodo dell'uscita per una qeustione di principio piu' che legittima. Io sospeto che di fronte alle poltrone la questione di principio verra' dimenticata.

PaoloVE ha detto...

Benvenuto al mio Vitellozzo preferito!

Credo che il M5S non sia il solito partito personalistico cui siamo abituati, come il PdL o l'IdV e che richieda un metro di misura diverso.

Il fatto che Grillo non si candidi, non cerchi alleanze e che nessun candidato abbia trascorsi politici modifica molto le cose rispetto a quello cui siamo abituati: Grillo funge da rampa di lancio dei suoi candidati, ma chi spara su di lui sembra non colpire gli eletti del M5S (a differenza di quanto avveniva con SB o avviene con ADP).

Insomma Grillo sembra essere ottimo per prendere voti, mentre i rappresentanti del M5S, essendo vergini della politica non sono attaccabili per i loro trascorsi nè attraverso un capo che non riveste un ruolo pubblico. E, non portando voti propri, sono meno appetibili degli altri per chi voglia cooptarli con operazioni di cadrega...

Diciamo che si tratta di un partito personalistico 2.0...

Magari ci scrivo su (anche se mi pare che l'abbia fatto Uriel tempo fa...)

Mandi

Paolo