Dai moderati al ceto medio: i soliti equivoci

Buongiorno,

oggi vi segnalo un pezzo di Dario Di Vico sul Corriere, in cui l'articolista parte dalle ventilate ipotesi di un incrudimento della tassazione delle pensioni oltre i 3500€, per porgere al Governo un accorato appello (se non una velata minaccia) a lasciar stare il "ceto medio", già troppo tartassato.

Non entro nel merito delle ragioni e dei torti, nè in quelle dell'opportunità di una eventuale scelta di aumentare la tassazione (evito volentieri l'ipocrisia di denominazioni in stile "contributo di solidarietà") delle pensioni in questione, ma mi preme invece segnalare che, come è già stato nei decenni scorsi, quando con il rassicurante termine di "moderati" venivano designati politici come la Mussolini, Borghezio, Storace e Giovanardi (ed i loro elettori), nell'articolo si alimenta con un artificio dialettico un pesante equivoco.

Perchè, purtroppo per noi, non c'è nulla di "medio" in una pensione da 3500€. E ce lo dice proprio il Corriere quando segnala che oltre il 42% delle pensioni sta sotto i 1000€. E, ampliando un pochino gli orizzonti per giungere a leggere le pagine di Repubblica, "scopriamo" che lo stipendio medio è inferiore alla metà di quella cifra.

Quello che Di Vico difende (peraltro più che legittimamente, sia chiaro) non è il ceto medio, ma quello già benestante, facendolo passare sotto mentite spoglie. 

Contrariamente a quanto passa dall'articolo, la consistenza degli eventuali interessati sarebbe ben inferiore e la loro condizione economica ben superiore a quella che l'articolista, usando a sproposito la definizione di "ceto medio",  lascia sottintendere.

Il che, dato che non abbiamo a che fare con un praticante della redazione del Corriere, e visto che la stessa testata si è si distingue da decenni nell'accrediatare di una benevola luce i "moderati" di cui parlavo sopra, mi fa pensare che l'equivoco sia tanto voluto quanto fuorviante. (1)

Ciao

Paolo

(1) Quanto al fuorviare vi segnalo questa perla dall'articolo: "Gutgeld è un ex manager di punta della società di consulenza McKinsey ed è naturale quindi che nella sua formazione economico-culturale prevalga un’impostazione di tipo illuministico, sorprende caso mai che Renzi, attentissimo al consenso popolare, la faccia propria"

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