Rabbiosa incapacità di autocritica

Buongiorno,

mentre scrivo non si sono ancora aperti i seggi, per cui è prematura ed impossibile qualsiasi valutazione sull'eventuale impatto della comunicazione della lista dei candidati che, pur candidabili ed eleggibili (1), contravvengono ai criteri (2) di autoregolamentazione indicati all'unanimità il settembre scorso da tutti i mebri della Commissione Antimafia.

Si può però commentare il durissimo attacco frontale alla Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi con cui la maggioranza del PD sta cercando di reagire alla imbarazzante condizione in cui si è invece avventatamente cacciata con le sue mani  inserendo nelle proprie liste o accettando in quelle collegate candidati (lo ribadisco: candidabili ed eleggibili) che non avevano i requisiti suggeriti all'unanimità da tutti i membri dalla Commissione Antimafia a settembre dell'anno scorso (ben prima della costituzione delle liste) e mai sino a due settimane fa contestati da alcuno.

Perchè quello che sta succedendo nella maggioranza del PD è che dopo una serie di condotte incoerenti e schizofreniche, dopo la scelta di candidati discutibili, dopo aver negato recisamente l'esitenza della possibilità che i propri candidati potessero avere alcun problema, quando si è arrivati a sbatterci contro il naso, il meglio che riescono a fare non è cercare di rimediare all'errore, ma, una volta di più, negarlo recisamente e gridare al complotto della terribile minoranza interna di cui la Bindi sarebbe l'attuale rancorosa punta di diamante.

Bindi cui si potrà forse rimproverare la scelta di una tempistica della comunicazione inopportuna, ma nulla più e di certo non è la tempistica il problema in questo momento, ma l'incoerenza, l'insipienza e autoreferenzialità dimostrata da una nuova classe dirigente di governo e del PD incapace di riconoscere i propri errori persino dopo essercisi scontrata contro (altro che prevenirli).

Vi rivelo un segreto: se, tutti intenti a spedire tweet ai vostri amici, portate a schiantare la vostra auto contro un muro debitamente segnalato e che avete contribuito a costruire, la colpa non è dell'architetto che lo ha progettato. E se lo affermate, magari minacciando di fargli causa (o peggio se ne siete convinti) la cosa non depone a vostro favore.

E, di conseguenza, se anche quella delle liste degli impresentabili fosse una trappola politica tesa dalla Bindi al nuovo PD, cosa dovrei pensare di chi è caduto nella trappola meno mascherata del mondo, dopo aver contribuito a costruirla?

Ciao

Paolo

(1) con l'eccezione forse del solo candidato Preidente alla Regione Campania, per cui non l'antimafia, ma la legge Severino, mi sembra di capire possa disporre la decadenza in caso di elezione

(2) criteri peraltro scevri di margini di interpretazione, visto che definiscono puntualmente quali siani i reati per cui l'essere condannati (anche solo provvisoriamente) o indagati renda la candidatura inopportuna in soli quattro articoli ed altrettante paginette.

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

condivido tutto. Aggiungo solo che il metodo dell'attacco personale per evitare di discutere del merito è stato tipico dei berluscones dei tempi andati ed è - oggi - una cifra distintiva dei renzianos. Con la Bindi poi, viene facile, grazie all'odio sproporzionato di cui è bersaglio, grazie anche ai soliti media.

Segnalo anche che ho letto moltissimi articoli pelosi su questo tema, a partire dalle bolle di F. Costa, il quale mi delude una volta di più.

Come scrive Leonardo, il renzismo tira fuori il peggio.

Che schifezza.

Saluti

T.