La minima difesa sindacale

Buongiorno,

mi metto in scia al post di Tommaso di ieri, per trattare molto velocemente degli aspetti contigui a quelli da lui affrontati nel post di ieri, prendendo spunto dall'ennesima bufala non smentita pubblicata da Libero in prima pagina della versione cartacea (oltre che nella versione internet, bufala a sfondo anti islamico (mi verrebbe da dire ovviamente).


Il primo punto riguarda il fatto che questo caso, ma potrei citarvene tonnellate di altri, dimostra che, contrariamente a quanto siamo abituati a pensare, la bufala non è una prerogativa di internet. Anzi, mi verrebbe da dire che il fatto che su internet troviate la smentita che il quotidiano su carta quasi certamente non pubblicherà (e men che meno lo farà con lo stesso rilievo con cui ha diffuso la notizia) ribalta l'immagine che normalmente si ha di internet come luogo in cui le bufale hanno una libertà di cittadinanza che sulla stampa tradizionale è invece negata.

Il secondo punto ha a che vedere invece più direttamente con il post di ieri, perchè, come Tommaso, nemmeno io ritengo sia opportuno incassare con un aplomb british style le manipolazioni intenzionali e tendenziose dell'informazione.

Non credo di aver mai letto il blog di Messora, per cui non mi esprimo sul fatto che ADSense l'abbia escluso dai suoi servizi in relazione alla pubblicazione di bufale. Ma nel caso Messora avesse pubblicato bufale non successivamente rettificate, non ravviso alcun attacco alla libertà di stampa o alla libertà di opinione, anzi troverei la cosa buona e giusta. 

Aggiungete il fatto che Google è un ente privato che ha tutto il diritto di non voler vedere accostato il proprio nome ad un simile fenomeno ed avrete il quadro in cui valuto le proteste di Messora.

E, nel caso dell'articolo di Libero che mi ha colpito, mi domando per quale motivo una simile testata, la cui ragione sociale personalmente mi pare essere molto più la diffusione di odio che l'informazione, debba godere del benchè minimo sussidio o agevolazione statale. Ed auspico che, in assenza di un decente motivo, gli venga revocato il diritto. Così come vorrei veder revocato lo status di giornalista a coloro che pubblicano bufale su un organo di stampa senza verificare la loro attendibilità, specialmente se tali bufale sono atte a seminare odio.

Insomma, davanti a quelle che per me sono delle vere e proprie alterazioni della democrazia, troverei iniziative la minima difesa sindacale della nostra libertà.

Ciao

Paolo

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

è molto vero che le bufale sui mezzi di informazione sono preesistenti a internet e che ci sono quotidiani spazzatura particolarmente dediti a diffondere odio piuttosto che informazione, anche a costo di sparare balle vere e proprie.

Ciò che però va evitato è usare questo argomento per assolvere quello che è direttamente causato da quella che diventata internet oggi.

Oggi una persona qualsiasi*, si fa i soldi producendo volontariamente notizie false, senza scopo politico.
Oggi un miliardario genovese si arricchisce con siti che producono e diffondono notizie false a scopo politico.

Non è come prima.

I media tradizionali italiani, nelle edizioni cartacee e online non aiutano, aggravano la situazione, alcuni politici fanno lo stesso, ma il problema su internet esiste, negarlo con nostalgie e ottimismi è colpevole.

Detto ciò, non mi pare che abbiamo grandi soluzioni, oltre a questi post amari, dal momento che nessuno paga né sulla stampa, né tantomeno in rete per questo inquinamento della società.
E non c'è interesse da parte di politici e media - utilizzatori quando non produttori - delle fake news di risolvere il problema (vedi articolo linkato sotto).

Pagheremo noi.

Saluti

T.

PS: segnalo il solito Luca Sofri, tra i pochi che parlano seriamente del tema. Peraltro sottovaluta un pochino anche lui le responsabilità nella generazione di fake news di internet

*Nel mio pregiudizio si tratta sempre di un "tecnico informatico" privo di qualsivoglia cultura al di là delle quattro acche di programmazione che lo rendono così orgoglioso. Un personaggio che disprezza tutto ciò che non è "scienza", senza conoscerlo.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

"Ciò che però va evitato è usare questo argomento per assolvere quello che è direttamente causato da quella che diventata internet oggi."

Concordo, e spero che il post non possa venir interpretato in tal senso: quello su cui cerco di focalizzare l'attenzione è che la pretesa di utilizzare i media tradizionali come filtro per evitare una simile spazzatura è un patetico errore: vuoi perchè anche i media tradizionali sono afflitti dallo stesso problema (e hanno dimostrato di essere incapaci di gestirlo persino quando ciò era più facile), vuoi perchè le modalità di propagazione di una bufala in internet hanno caratteristiche molto diverse in termini di diffusione, velocità e pubblico e quindi richiedono un approccio all'interno di internet...

Grazie per la segnalazione di Sofri, sempre interessante in materia.

Ciao

Paolo