...stavolta speriamo di averci azzeccato...

Buongiorno,

senza alcun entusiasmo e con molte perplessità esprimo il mio tiepidissimo (e assolutamente fondamentale) accordo alla decisione del governo di fornire armi ai Peshmerga curdi perchè possano difendersi più agevolmente dai miliziani dell'Isis. 


Sono istintivamente favorevole perchè trovo inaccettabile lasciare un popolo alla mercè della violenza del primo bruto che passa e restare immobili davanti a comportamenti criminali di una tale crudeltà e portata: sarà sicuramente vero che la violenza e la forza non portano la civiltà, ma qualche volta la possono difendere.

Come dicevo ho però molte perplessità, derivanti dal fatto che le interferenze occidentali nei Paesi Arabi e mediorientali (interferenze dirette, indirette, presunte) si sono dimostrate sinora troppo frequentemente scarsamente redditizie se non catastrofiche.
  • Abbiamo armato e finanziato i mujahidin afgani contro la fazione filorussa e l'Armata Rossa e ci siamo ritrovati a dover combattere contro le nostre armi imbracciate dai talebani.
  • Abbiamo, sulla punta delle nostre baionette, deposto ed impiccato il feroce dittatore iracheno Saddam Hussein (1) e ci ritroviamo ad aver lasciato in un mix di anarchia e teocrazia quello che era lo Stato più laico della regione.
  • Abbiamo fatto la stessa cosa con il poco meno feroce Gheddafi (2) e il risultato non è poi molto dissimile da quello già ottenuto in Iraq, con un Paese precipitato negli scontri tribali e nell'anarchia.
  • Abbiamo fomentato le primavere arabe in tutta la sponda meridionale del Mediterraneo ed abbiamo ottenuto qualche risultato in linea con le nostre speranze nella sola Tunisia, con esiti pessimi in Egitto (l'affermazione dei Fratelli Musulmani alleati di quell'Hamas che rappresenta una delle due gambe su cui si regge la guerra attualmente in corso nella striscia di Gaza)  e ancor più tragici in Siria (dove nella guerra civile tuttora in corso Isis combatte contro il regime di Assad, anch'esso nostro nemico).
E purtroppo i destinatari delle nostre armi, che sembrano allo stato attuale gli unici in grado di contrastare l'Isis, non sono in grado di dare garanzie di affidabilità e stabilità per il futuro, perchè si tratta di quei Kurdi dei quali ci siamo sempre solennemente fregati nel passato (ed anzi abbiamo spesso e volentieri trattato da terroristi) quando rivendicavano terra e diritti dagli Stati che consideravamo invece nostri partner privilegiati rispetto a loro.

Stati come la Turchia (cui consegnammo il "terrorista" Ochalan, perchè venisse condannato a morte e tuttora detenuto in un'isola prigione), il nuovo Iraq (lì li compativamo solo quando li gassava Saddam) e la Siria. 

E' sin troppo facile immaginare che un eventuale successo militare sull'Isis porterebbe i Kurdi a rivendicazioni probabilmente giuste, più consistenti e condotte dalla posizione di forza che ti dà l'essere militarmente il controllore del terreno, rivendicazioni che però non farebbero altro che destabilizzare ulteriormente gli equilibri della zona con esiti che, visti i precedenti, dubito noi occidentali si sia in grado di prevedere a nostro favore.

E questa ipotesi pesa non poco nei miei dubbi.

Ciao

Paolo

(1) e (2) Tuttora non riesco a considerare l'uccisione dei due criminali dittatori in assoluto un male. Quel po' di modernità che avevano introdotto nei loro Paesi scompariva davanti alle atrocità da loro commesse nei loro Paesi e davanti al carattere militarmente aggressivo dei loro regimi (ne sanno qualcosa Iran, Kuwait, Egitto, Ciad,...). Il fatto è che quello che è loro succeduto sembra essere peggio.

4 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Concordo su tutto (anche questo è fondamentale).

T.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

abbiamo già la dimensione di un think tank...

:-)

Ciao

Paolo

MS ha detto...

Concordo.

Suggerisco la visione di questo film:
http://it.wikipedia.org/wiki/La_guerra_di_Charlie_Wilson

bye,
MS

PaoloVE ha detto...

@ MS:

"Concordo"

...e il think tank si allarga :-)

Appena ho l'occasione mi guardo il film.

Ciao

Paolo