Are we being played?

Buongiorno,

dopo lunga assenza sono felice di proporvi un nuovo post di Tommaso.

Buondì,

un po' di osservazioni, che avevo evitato in proposito del primo post sulla sparatoria di Ponte di Nanto, ma che vanno scritte visto il post sugli opitergini con lo schioppo.

Segnalo innanzitutto questo reportage di Internazionale sul clima del Nordest, che non è la nebbia d'inverno e l'afa d'estate.L'ho trovato ben scritto ed equilibrato. Riguarda il sentimento di paura, quali sono alcune sue cause, a che punto siamo arrivati non sempre solo a parole come conseguenza di questa paura.

Innanzitutto trovo che definire quello di Nanto un "caso esemplare" sia come minimo fuorviante: esemplare di cosa? Di caso fortuito in cui a rimetterci le penne è solo il delinquente? O di caso che deve essere da paradigma di come si comporta l'eroe de noaltri? O ancora è un caso esemplare della situazione di abbandono in cui siamo per cui, invece delle forze dell'ordine è il benzinaio col fucile da caccia che deve intervenire? Le conseguenze che si possono trarre dalle diverse interpretazioni sono diverse.

Quella di Stacchio (1) è una brutta storia che non dovrebbe succedere e che è andata quasi nel miglior modo possibile per pura fortuna.

Al tempo del primo post ho compreso bene il sentimento che vi stava dietro, ma ho fatto molta fatica a condividerlo, proprio perché sono disgustato e anche spaventato da molti di coloro che hanno fatto di Stacchio un eroe: con costoro non voglio avere nulla in comune.

È inutile nascondersi che dietro al barista che non ti fa lo scontrino, all'imbecille che sfreccia a 100 all'ora su un argine o al padre di famiglia che fa la grigliata sui colli, qui in Veneto si può celare gente che è a tanto così dal prendere un fucile per "farsi giustizia" o dal lanciare una molotov in un campo rom.
 
Senza dubbio queste persone approverebbero e faciliterebbero chi dovesse farlo, per poi eventualmente farne un eroe. 

Sono diffuse idee medievali, in ordine di follia:
  • se entri in casa mia meriti di morire sul posto (2)
  • se uccidi un ladro non dovresti essere processato
  • visto che gli immigrati rubano tanto vale affondare i barconi
E più uno sostiene Stacchio, più è probabile che condivida queste amenità.

Perché Stacchio è osannato perché ha ammazzato il ladro - peraltro rom. Non perché lo abbia fatto in qualche modo lecitamente o perché abbia difeso la ragazza della gioielleria. Se i ladri fossero scappati quando lui ha sparato in aria, niente magliette e niente eroe.

Infine ricadiamo sul solito discorso, perché nel nordest di oggi abbondano queste bestie feroci? Questa paura ha solo ragioni storiche e psicologiche o è in qualche modo fomentata? C'entra qualcosa la propaganda politica sulla sicurezza? C'entrano qualcosa i giornali locali che ogni giorno che Dio manda in terra riescono a mettere fuori dell'edicola una locandina con un morto di morte violenta?

Are we being played?

Saluti

T.

(1) Ci tengo a chiarire che le dichiarazioni del benzinaio sono state ineccepibili e non hanno nulla a che spartire con i latrati di coloro che inneggiano al suo gesto.
 
(2) a seguire questa logica, quando il carrozziere semianalfabeta mi ha chiesto, genuinamente stupito: "Ma te servea a fatura?" e ha incrementato il prezzo del preventivo di qualche decina di euro, avrei dovuto solo scegliere se sgozzarlo davanti agli occhi della figlia o evitare di sporcarmi e usare una delle rivoltelle che i Cowboy usano portare seco. Ma evadere il fisco, si sa, non è rubare, è sopravvivenza, anche se guidi auto da 50.000 euro.

Ri - Buongiorno,

condivido l'ipotesi di Tommaso che le ricorrenti ondate di "allarmi sicurezza" in periodi preelettorali siano in gran parte gestite da chi dello sbandierare la sicurezza ha sempre fatto una propria bandiera e sa che è facilissimo utilizzare la solita stampa insipiente o complice a proprio uso e consumo.

Mi riservo questo spazio per rispondere  alla domanda "Esemplare di cosa?" riferita al caso Stacchio perchè in effetti ci sta tutta. 

La premessa è che sono e rimango fermamente contrario alle idee di chi ritiene giusta e sensata una giustizia fai da te ed il caso del benzinaio di Nanto non mi ha fatto cambiare idea: ci sono altri che sceriffi improvvisati che debbono garantire la sicurezza dei cittadini e l'esercizio della forza e della giustizia. 

Il primo post è nato però perchè era prevedibile che di questo caso si sarebbe fatta una bandiera proprio perchè tutto sembrava e sembra dimostrare che l'uso della forza da parte di un cittadino armato sia stato giustificato e non sproporzionato: l'ideale per creare un eroe / simbolo per chi apprezzerebbe sistemi più spicci. 

Ed è molto opportuno precisare questo aspetto perchè il rovescio della medaglia è che, specularmente, i troppi episodi in cui precedentemente qualcuno aveva sparato ad un delinquente che ormai non era più un pericolo per alcuna persona o non lo era mai stato (trovando comunque poi torme di aspiranti Callaghan ad inneggiarlo) rimangono un contrappeso enorme, e Stacchio non può e non deve essere usato per coprire chi ha sparato al ladro d'auto dalla finestra di casa sua, oppure allo scassinatore che stava scappando dal proprio negozio, o chi ha inseguito ed ucciso il rapinatore della propria tabaccheria., o chi, per eccesso di zelo o di sostanza alcolica, mena l'addetto alla lettura del contatore dell'acqua scambiandolo per un ladro, oppure ...

Il caso di Nanto e la grande quantità di casi di segno diverso dimostrano piuttosto quanto, per chi non è a ciò preparato, nell'impeto e sotto stress, sia molto più facile e frequente travalicare di molto quanto lecito e aggiungere danno al danno, finendo col rovesciare i ruoli tra vittime e colpevoli.

Ciao

Paolo.

6 commenti:

PaoloVE ha detto...

... e l'intervista a Stacchio che è uscita oggi su Repubblica mi pare confermi una volta in più la distanza tra persone e situazioni diverse...

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...

dimenticavo:

http://www.repubblica.it/cronaca/2015/03/06/news/stacchio_i_tormenti_del_benzinaio_che_uccise_il_rapinatore_non_sparate_in_mio_nome_basta_con_il_far_west_-108878143

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

Questa storia dell'eroe - ad esempio De Falco e Giacomazzi, il comandante della Norman Atlantic - viene sempre tirata fuori a sproposito. E' insopportabile retorica.

Ci sono persone che in un momento difficile e pericoloso hanno saputo mantenere il sangue freddo e razionalità, come conferma l'intervista Stacchio* (Grazie per il link Paolo), e prendere una decisione coraggiosa cercando contemporaneamente di non peggiorare la situazione. Sottolineo ancora SANGUE FREDDO e RAZIONALITA'. Punto.

Saluti

*Il sentimento della paura e dell'insicurezza è molto forte al giorno d'oggi, e le cause credo che vadano ricercate sia nella lunga crisi che da 20 anni ci attanaglia, sia perché i media sguazzano (sempre di più) come maiali nel letamaio sulle vicende di cronaca nera, operando per distrarre le masse. Calandomi nei panni di quell'uomo non posso che condividere i suoi sentimenti in particolare il passaggio sul Far West.

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,


l'intervista completa non l'ho letta, ma ne ho sentito larga parte in rassegna stampa. Non fa altro che confermare come Stacchio sia più vittima di questa situazione che altro.

Il punto del mio post però non è l'episodio di Ponte di Nanto, ma la retorica* che ci sta intorno e i loschi figuri che ci sguazzano, con sentimenti e interessi dannosi alla società almeno quanto i ladri col mitra.

Saluti

T.

*
@MR la retorica dell'eroe cui ti riferisci con gli esempi citati esiste, ma il caso di Stacchio è un po' diverso: gli "eroi" che citi erano persone con un ruolo che prevedeva delle responsabilità. Loro se ne sono fatti carico e in un Paese dove questo è anomalo sono diventati "eroi".
Non mi pare che sia il benzinaio la persona preposta all'ordine pubblico, armato di fucile. È un "eroe" diverso: l'uomo comune che si prende responsabilità non sue data l'assenza delle forze dell'ordine.
Inoltre a sangue freddo e razionalità, aggiungo di nuovo, fortuna.

Sandro59 ha detto...

"...le cause credo che vadano ricercate (sia) nella lunga crisi che da 20 anni ci attanaglia..."

Crisi? C'è una crisi?!?

"Malgrado lo scetticismo iniziale, il bull market sta per festeggiare il sesto anno di anzianità. Una performance storica, per gli investitori di tutto il mondo, favorita dal boom dei profitti aziendali e da una crescita economica positiva ma non troppo veemente da indurre la rimozione di stimoli monetari eccezionali."

Sto provocando, ovvio.
Però non mi dispiacerebbe leggere un post sull'argomento, ecco.

PaoloVE ha detto...

@ Sandro59:

"non mi dispiacerebbe leggere un post sull'argomento".

Prima o poi arriverà.

Aspetto spunto ed ispirazione per qualcosa del tipo "Tra bull market e jobless recovery".

Ciao

Paolo