Buongiorno,
la fine della scorsa
settimana ha riproposto un dilemma di sapore ormai stantio, anche se
con una chiave un po' diversa: stavolta a doversi applicare al tema
del salvataggio delle banche sono in prima battuta quei tedeschi che
sino a pochi giorni prima discettavano severamente del nostro
bilancio nazionale attraverso le prese di posizione del presidente
della Bundesbank Weidmann.
Infatti CommerzBank (in
questo imitata in Olanda e Belgio da Ing Group) annuncia tagli ai dipendentiper poco meno di diecimila persone per contenere le spese e
provare a tornare a redditività, mentre Deutsche Bank, dopo aver
appena incassato le tossine del fallimento della austriaca Hypo Bank,
deve fronteggiare l'ennesima multa miliardaria comminata dagli USA.
Intendiamoci subito:
anche se forse le pretese rigoriste di Weidmann nei confronti
dell'Italia potevano effettivamente suonare come una più o meno
abile opera diversiva rispetto ai propri problemi e anche se inmateria di inefficienza e scarsa trasparenza bancaria noi italiani non dobbiamo prendere lezioni da nessuno, i problemi di CommerzBank e Deutsche Bank non
possono minimamente rallegrare alcuno per vari motivi:
- perchè salvare MPS, Popolare di Vicenza,... è tanto più difficile tanto meno è appetibile operare in quel settore
- perchè Deutsche Bank, per quanto malconcia, rimane l'unica banca nella UE di dimensione, spessore e consistenza tale da poter competere con i colossi anglosassoni e USA
- perchè un eventuale crollo di Deutsche Bank rischia di avviare un serie di crolli di fiducia a catena nell'intero sistema bancario
- perchè un eventuale crollo di una Deutsche Bank che, ridotta progressivamente l'esposizione ai debiti pubblici, si è parallelamente imbottita in misura crescente di derivati, temo fortemente rischi di spalancare l'enorme vaso di Padora del reale valore di questi strumenti, che appaiono sempre più simili ad una bolla, l'ennesima degli ultimi vent'anni, sul punto di scoppiare.
Insomma, sono troppi i
fronti di tempesta che rischierebbero di ritorcersi contro di noi, e oggi, smaltito il lungo fine settimana tedesco, dobbiamo sperare che le cose vadano al meglio. Innanzitutto per noi stessi.
Ciao
Paolo
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