Referendum costituzionale: l'aspetto personale

Buongiorno,

negli ultimi due anni questo blog si è occupato spesso delle polemiche che coinvolgevano l'allora sindaco di Roma Ignazio Marino: credo di aver iniziato parlando di quella che allora ritenevo fosse l'ottusa intransigenza con cui venne trattato il caso della Panda rossa. Gli spunti non mancarono certo: alla Panda rossa seguirono le polemiche artificiose sui funerali di Vittorio Casamonica (argomento su cui ebbi modo di ritornare anche più recentemente) e quelle altrettanto artificiose create attorno al suo presenzialismo durante la trasferta statunitense del Papa.

Solo nell'ultimo post ho avuto modo di chiosare il fatto che un ulteriore chiodo con cui Marino era stato crocifisso, l'inchiesta su Mafia Capitale, una volta giunta al dunque, si sia sgonfiato come un pallone bucato e, mentre quel post veniva pubblicato, usciva la notizia dell'assoluzione di Marino dal processo per le presunte spese pazze effettuate con la carta di credito del Comune.

Devo ammettere che a valle della lettura di tutti questi post potrei sembrare l'avvocato difensore di Ignazio Marino, ma nel post di oggi vorrei piuttosto rivestire i panni del pubblico ministero, indicando il colpevole, segnalando la sua recidività e chiedendo di tutelare la collettività dalle sua opera.

A far cadere Marino, sindaco regolarmente eletto, denigrato diffamato ed impedito sistematicamente nel suo lavoro da falsità inventate ai suoi danni fu, trascinando inusulamente dal notaio consiglieri comunali romani l'attuale Primo Ministro Matteo Renzi con la complicità di un sistema mediatico e giornalistico a lui asservito o compiacente.

Gli stessi che con analoghi intrighi intessuti tra Palazzo e redazioni fotterono con modalità analoghe Bersani (la cui campagna elettorale fu quanto meno ostentatamente ignorata da Renzi), Prodi (vittima degli eroici 101 ed in realtà unico non eletto del gruppo), Letta ("Enrico stai sereno").

Insomma, per me Renzi è colpevole e recidivo di intrallazzi aver usurpato potere e poltrone per suo interesse personale ai danni del nostro democratico voto, di cui ha dimostrato (proprio lui, non eletto da nessuno) di non avere alcun rispetto nè considerazione. E tale vi chiedo alla luce dei fatti esposti di giudicarlo, signori della Corte.

Di più, vi chiedo di rigettare con forza la proposta di riforma costituzionale anche (e sottolineo la parola anche) perchè da lui presentata.

Infatti il fatto che tale proposta comporti:
  • la nostra rinuncia ad eleggere i Senatori (che, pur meno numerosi, continueranno ad esserci)
  • la destinazione a compiti diversi da quelli cui il nostro voto li aveva destinati dei Sindaci, Consiglieri comunali  e regionali che i Parlamentari della Camera  (in ampia parte a loro volta nominati dalle segreterie di Partito attraverso i meccanismi dei capilista, allo stato attuale) nomineranno Senatori
  • l'innalzamento del numero di firme necessario ad indire un referendum
assume una luce definita e sinistra di detrimento del valore del potere dell'elettorato (cioè dell'unico nostro potere nei confronti dei politici) anche alla luce della pervicacia e della sistematicità del proponente Renzi Matteo nel perseguire un disegno di limitazione della sovranità popolare: come dimenticare che già la riforma delle Province voluta dall'imputato si è rivelata essere perfettamente in linea con quanto ci viene ora proposto (le Province continuano ad esistere, ma i consiglieri non sono più eletti da noi ma nominati dai partiti)?


Vostro Onore, signori della giuria: l'imputato è colpevole, colpevole, colpevole!

Ciao

Paolo

P.S.: questo è e sarà l'unico aspetto personale che entra nelle mie valutazioni relative al voto sul referendum

2 commenti:

PaoloVE ha detto...

...dimenticavo:

in materia di rispetto del voto da parte di Voisapetechi mi piace ricordare anche l'invito all'astensione ai recenti referendum...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

visti i recenti risultati delle elezioni un po' in tutto il mondo, forse ridurre la democrazia non è una cattiva idea.

Si scherza, ma non troppo.

Saluti

T.