L'irresistibile attrazione per la Grande Opera (o il Maxi Evento)

Buongiorno,

l'ho già scritto in altre occasioni: sono contrario alla gestione di grandi eventi in Italia e lo resterò sinchè non dimostreremo di essere diventati un Paese in grado di gestire adeguatamente l'ordinario: solo allora potremo eventualmente occuparci d'altro.

E' per questo che più di due anni fa salutai con una certa soddisfazione la scelta dell'allora Primo Ministro Mario Monti di rinunciare ad appoggiare la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020, considerandola una vera rottura con un passato in cui i governi si dimostravano sistematicamente molto disponibili ad accondiscendere alle mire di chi intendeva accaparrarsi i relativi appalti, in spregio alla convenienza ed all'utilità pubblica dell'evento.

E, con un bel po' di fanatismo, da un lato potreste trovare anche ulteriori conferme ancor più datate della mia posizione, dall'altro elementi che, lungi dal potermi far cambiare idea, l'hanno invece rafforzata, come i risultati preliminari delle inchieste sulle malversazioni attorno all'EXPO, i primi risultati negativi ed i crescenti timori rispetto ai ritorni che potremo attenderci dalla sua organizzazione.

Insomma: ero contrario ed ho trovato solo argomenti che mi hanno confermato tale.

Chiaramente in assenza di inversioni di rotta del nostro Paese intervenute da allora, non posso che essere sconcertato (anche se non meravigliato) dalla scelta dell'attuale Primo Ministro Matteo Renzi di caldeggiare la scelta di candidare Roma ad ospitare le Olimpiadi del 2024.

Mi rendo conto dei possibili ritorni di immagine sia per il Premier che per il Paese, ma, per ora a Roma siamo ben lungi dal gestire decentemente l'ordinario, incapaci di realizzare una linea di metropolitana in tempi  e con costi decenti e incapaci persino di farci pagare il biglietto

Mi pare molto ardito in questa condizione pensare di allestire una Olimpiade moderna (a meno che si pensi ad una operazione nostalgia molto Made in Italy volta a riutilizzare le strutture degli anni sessanta così com'erano, magari trasmettendo le gare in bianco e nero...), a meno che lo scopo non sia esattamente di alimentare fenomeni analoghi a quelli riportati.

E mi chiedo come mai nessuno in questo momento sottolinei con vigore come le promesse del Premier dichiaratamente più innovatore della Storia Repubblicana ci abbiano riportato indietro ai fasti del circuito virtuoso che parte dal grande evento, passa dai mega progetti, attraversa la gestione straordinaria, tocca i provvedimenti d'urgenza e finisce nelle inchieste per tangenti.

Ciao

Paolo

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