Diaz: il dolore che non passa

Buongiorno,

le reazioni all'ulteriore pronunciamento sui fatti accaduti alla Diaz durante il G8 di Genova, al netto delle polemiche politiche più strumentali, sono il segno che le ferite di quei giorni fanno ancora male, e sarebbe strano se così non fosse.

Il fatto è che dopo tutto questo tempo sarebbe forse possibile accettare che in quell'occasione ci sia stata una scelta sbagliata nella modalità di gestione dell'ordine pubblico(scelta sbagliata a partire dalla collocazione dell'evento e proseguita perseguendo un approccio estremamente duro, sbrigativo e "poco selettivo" nel confronto con la totalità dei manifestanti), ma non è possibile accettare il fatto che importanti organi dello Stato abbiano deliberatamente scelto di non effettuare alcuna autocritica, negando qualsiasi forma di giustizia a chi è stato vittima della loro brutalità, e che lo abbiano fatto nel modo più vile e meschino.

Perchè l'estensione delle violenze operate dalle forze dell'ordine in strada, alla Diaz, a Bolzaneto, ... (1)  è stata di tale portata e le loro modalità sono statte tali da rendere chiaro che i pochi condannati per quanto avvenuto in quei giorni erano sfortunati pesci piccoli di secondaria importanza che era impossibile sottrarre agli occhi dell'opinione pubblica, ma che quanto avvenuto non era opera del trascendere di poche teste calde, ma il risultato di quanto disposto ad un livello superiore.

Perchè il fatto che le torture fossero state maldestramente "giustificate" con prove false (dalle molotov alle false coltellate agli attrezzi di cantiere spacciati per armi d'offesa) era almeno la dimostrazione del fatto che vi era la diffusa coscienza che il mantenimento dell'ordine pubblico non aveva nulla a che vedere con la barbarie lì avvenuta, se non un forte indizio di una predeterminazione.

Perchè le troppe reticenze, menzogne e resistenze opposte all'accertamento dei fatti dagli stessi enti che invece avrebbero dovuto chiarirli e perseguirne i responsabili sono divenute una palese autoassoluzione extragiudiziaria a senso unico che in uno Stato di diritto non dovrebbe nemmeno essere immaginabile.

Perchè il fatto che personaggi che hanno parte non piccola della responsabilità di questa situazione, almeno in termini di incapacità di individuarne i colpevoli, abbiano potuto proseguire una carriera tra le alte cariche dello Stato e tra le cariche delle sue principali imprese è il segno che nel nostro ordinamento giudiziale non manca solo il reato di tortura, come ci segnala la corte di Strasburgo, ma anche quello di omissione di giustizia.

E dubito che, dopo tutto questo tempo, sia possibile far qualcosa per porre rimedio alla cosa.

Ciao

Paolo

(1) violenze nate in un clima di altre violenze diffuse

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