In assenza di alternative vince Renzi (per fortuna) / 1

Buongiorno,

inizio oggi un post che, causa lunghezza e pesantezza ho dovuto dividere in due parti (cosa che peraltro mi permette di chiudere la programmazione settimanale lasciandomi un po' di tempo libero ;-)): vi chiedo pazienza e me ne scuso.


Prevedibilmente riuscirà ad imporsi anche stavolta, malgrado sia evidente come in materia di legge elettorale una soluzione di parte, ottenuta con voto di fiducia sia polticamente cosa poco ortodossa e, tanto per cambiare, un po' border line in termini di democraticità. Ma siamo ormai abituati al fatto che nel nostro Paese viga come una unica fonte di legittimazione politica qualunque cosa agevoli l'azione dell'attuale capo del governo (1) in virtù dell'all in che l'Italia ha in concreto fatto da anni scommettendo tutto sulla figura di Renzi (2).
 
Il successo dell'operazione è reso prevedibile dal fatto che in Parlamento l'opposizione è frastornata e polverizzata più che divisa al punto di diventare IL rischio ed IL problema democratico di cui voglio parlare in questo post.

Per la Destra italiana (che per lustri si è adagiata sulla ingombrante figura di Silvio Berlusconi e che rischiava di essere ammutolita per chissà quanto tempo dalla necessità di creare una classe dirigente dopo il declino personale dell'ex Cavaliere e dalla sua decisione di soffocare spietatamente qualsiasi ipotesi di successione) Renzi è la migliore delle sconfitte possibili (e forse nemmeno poi una vera sconfitta, visto che ne ha raccolto molte istanze e molti disegni politici preferendoli a quelli sbandierati sino a qualche anno fa dal centro sinistra e realizzandone più di quante la stessa Destra fosse stata capace di fare in lustri di governo). Con Berlusconi pesantemente azzoppato ma ancora in campo, nessun suo credibile erede in vista e Renzi che ne ruba i temi politici non riesco ad immaginare che possa crescere a breve una Destra di governo.

Per il Centro Sinistra Renzi è invece il soggetto che si è impossessato del suo apparato politico con un meccanismo che avevo paragonato ad un'OPA ostile per farci tutt'altro (3), attuando al suo interno un sistematico malsano azzeramento di qualsiasi forma di minimo dissenso, dissenso indispensabile a permettere una evoluzione politica e la crescita di un eventuale ricambio al vertice. In sintesi Renzi ha volutamente portato anche il PD nell cul de sac in cui si erano cacciati FI / PdL  alcuni anni fa: è impossibile pensare al partito prescindendo dalla persona di Renzi come già lo era stato per Berlusconi. E anche in questo caso, per i motivi esposti e forse ancor più che nel caso della Destra che in fondo ha il laboratorio politico leghista, non riesco ad immaginare che possa crescere a breve una Sinistra di governo.

Se per Renzi la scelta sia stata dettata da un carattere egocentrico ed accentratore o dalla consapevolezza che questo è il modo che gli garantisce la più lunga permanenza sulle poltrone più rilevanti del PD e dell'Italia poco importa, e non è oggetto del post, per cui, per ora, mi interrompo, prima che cadiate addormentati, e vi rimando alla conclusione del post già pronta per domani.

Ciao

Paolo

(1) Le regole delle primarie? pessime quando Renzi è stato sconfitto, sono risultate perfette quando, senza essere state modificate di una virgola, lo hanno incoronato Segretario. La legittimazione derivante dal voto? in assenza di quella derivante dal voto politico ci facciamo andar bene quella del voto europeo. Dove peraltro Renzi non era candidato. Il cronoprogramma? fantastico, da leggere prima dell'arrivo delle scadenze. I tempi della politica? erano insopportabilmente lenti quelli di Letta, ma Renzi è perfetto quando procede alla stessa velocità. La richiesta di difendere la dignità del PD è stata perfetta. E perfettamente coerente con i "Fassina chi?", "Cuperlo chi?", "gufi", "rosiconi", "Enricostaisereno", 101,...

(2) E' dai tempi del declino dell'ultimo governo Berlusconi che era evidente come Renzi sarebbe stato il futuro del PD e del Paese: potevano variare tempi e modi, ma era evidente che prima o poi si sarebbe arrivati al lui. Determinate contingenze, scelte del Presidente della Repubblica e operazioni politiche spregiudicate possono aver accelerato i tempi, ma non hanno modificato il corso degli eventi.


(3) Credo sia interessante ricordare che il primo a provare la scalata ad un PD di cui non condivideva i valori attraverso lo strumento delle primarie aperte fu nel 2009 Beppe Grillo, il cui tentativo fu sufficientemente goffo e smaccato da venir rintuzzato dalla burocrazia del PD che gli rifiutò la tessera.

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