No, we are not Charlie Bardo

Buongiorno,

ad inzio anno aveva sollevato un certo scalpore l'assenza di Barak Obama alla marcia di Parigi contro i terroristi che avevano assaltato la sede di Charlie Hebdo ed il supermarket kasher uccidendo oltre venti persone.

Tra tanti leader mondiali andati a testimoniare la loro solidarietà alle vittime ed alla Francia ve n'erano molti di discutibili per le loro prese di posizione non proprio da paladini dei diritti civili e della libertà di stampa e di satira, ma Obama non c'era proprio e gli USA erano presenti con una delegazione di basso profilo.

L'inopportuna assenza fu in seguito in qualche modo giustificata sentenziando che un consigliere aveva chiesto al Presidente degli Stati Uniti di non partecipare temendo che potessero esservi dei rischi per la sicurezza, ma ha segnato in negativo l'immagine di coesione che in quell'occasione si voleva dare del fronte avverso ai terroristi integralisti.


All'analoga marcia che si è tenuta a Tunisi in risposta alla strage del Museo del Bardo, non solo Obama ha confermato la propria assenza (1), ma anche molti di quelli che avevano sfilato a Parigi non si sono rappresentati.

Pur avendo grosse difficoltà ad interpretare le politiche estere nelle scenario mediorientale, credo che le defezioni e le mancate solidarietà che si sono verificate siano gravi, in particolare nel caso di Tunisi, perchè mentre nessuno può dubitare della solidità della democrazia francese nè del fatto che una strage come quella di Parigi, per quanto dolorosa e brutale, sia destinata ad essere un inutile tentativo di scalfire uno Stato liberale, non è necessariamente così per la Tunisia, dove la democrazia è ancora giovane e fragile e le idee liberali sono divenute dominio diffuso solo in occasione della sua primavera araba, l'unica a non essere degenerata in violenze, integralismi e dittature.

In questo senso va reso merito a Renzi di essere stato uno dei pochi Europei, insieme ad Hollande, a rendersi conto dell'importanza della partecipazione e a voler esserci (2), e, purtroppo, va rimproverato agli altri Stati occidentali di aver larvatamente preso le distanze dal problema e di aver marcato una poco auspicabile differenza tra vittime di serie A e di serie B, come purtroppo appaiono Francesi e Tunisini a valle delle diversamente partecipate manifestazioni.

Fossi Abu Bakr al-Baghdadi, l'autoproclamato sultano dell'Is, sorriderei davanti al distacco dimostrato dagli occidentali a Tunisi e sarei soddisfatto di vedere che uno dei punti deboli dei miei avversari apparentemente non viene rinforzato.

Ciao

Paolo

(1) e, mi si consenta, a questo punto mi sembra abbia nei fatti confermato di voler tenere una posizione defilata nella guerra al terrorismo islamico, impastoiato com'è in una politica estera mediorientale che lo vede esposto su troppi fronti (Israele, Turchia, Arabia Saudita,...) e bloccato da troppi legami incrociati (Iraq, Siria

(2) Ok, magari qualcuno ci vorrà vedere la volontà di tutelare gli interessi economici italiani in Tunisia...

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