Referendum: il nucleare

Buongiorno,

C'è da temere il nucleare?
dopo il post sui due referendum sulla privatizzazione della gestione dell'acqua oggi si impone il post sul referendum sul nucleare. In maniera ben più sofferta, specialmente in questi tempi di crisi nei paesi arabi, ma anche in questo caso sono per il SI per svariati motivi, che hanno a che fare da un lato con la sistematica superficialità con la quale sinora è stato gestito il nucleare civile, dall' altro con l'arretratezza delle infrastrutture (generiche, non strettamente legate al nucleare) italiane.
Ovviamente anche questo sarà un post lungo. Vi ho avvertiti.

Sicurezza delle centrali

In occasione di ogni nuova installazione nucleare sono state fornite alla popolazione garanzie sulla sicurezza degli impianti. Ma la lista degli incidenti noti e riconosciuti (che probabilmente sono meno di quanti se ne siano in realtà verificati, visto che in materia la reticenza è legge per tutti, non solo per i malvagi comunisti dell'URSS) è sufficentemente lunga da smentire questa pretesa sicurezza.
E la trafila delle assicurazioni si è sempre ripetuta dopo ogni incidente a garantire che nelle centrali in uso non sarebbe stato possibile il ripetersi di altri incidenti. Dopo Chernobyl si era detto che nelle centrali occidentali i livelli di sicurezza e di trasparenza nelle comunicazioni erano ben diverse. Fukushima lo ha ampiamente smentito. Ampie rassicurazioni erano state date sulla sicurezza delle modalità di gestione delle scorie nei depositi geologici, sino a quando il deposito di Asse, in una miniera di sale abbandonata profonda oltre 700 metri in Germania, sino allora portato ad esempio, ha avuto il cattivo gusto di allagarsi. Con le scorie dentro, perchè la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.

La centrale di Trino

Insomma, non vi è stata situazione in cui la sfiga non abbia dimostrato di poter prevalere sulle garanzie umane. Le stesse centrali di Fukushima erano state da poco giudicate adeguate per funzionare altri dieci anni. E le poche centrali di casa nostra, che ci hanno sempre detto essere sicurissime, sono anch'esse andate molto vicino ad un incidente potenzialmente molto grave, quando, dopo il loro spegnimento, il Po in piena minacciò per due giorni di portarsi via le scorie ancora stoccate a Trino, erodendo l'ansa dove è posizionata la centrale.

In sintesi la promessa della sicurezza delle centrali suona un po' come le promesse di Berlusconi: le ho sentite ripetere e viste smentire dai fatti troppe volte per poterci credere ancora.

Ed è ulteriormente scalfita dal fatto che alcuni stati rifiutano di sottoporre le proprie centrali a procedure di stress test che contemplino determinati rischi prevedibili quali un attacco terroristico stile 11 settembre.

Purtroppo la catena della sicurezza è resistente quanto il suo anello più debole: dobbiamo quindi decidere chi sarà tra l'incosciente Homer Simpson e l'avido Mr. Burns, per restare nel mondo dei cartoons, a generare il punto debole della sicurezza, ma il punto debole ci sarà. E, statisticamente, genererà incidenti. Magari catastrofici come a Chernobyl oppure senza conseguenze come la fusione di Lucens (mai sentita prima? non mi meraviglia).


Sicurezza delle infrastrutture

Ammettiamo anche per un momento, malgrado quanto ci siamo detti sopra, che esista una centrale strutturalmente sicura. E' ragionevole che in caso di un evento catastrofico (terremoto, alluvione) sia necessario che dei tecnici provvedano ad effettuare le procedure per la messa in sicurezza. In Italia a fronte di questa situazione rischiamo l'effetto Vajont, cioè che la catastrofe si verifichi comunque per il disfacimento del contesto in cui è inserita la struttura, malgrado la struttura stessa abbia tenuto.

Il tecnico è nella macchina bianca.
Perchè buona parte dei tecnici vivrà in case non antisismiche o edificate in aree golenali che saranno andate sotto due metri d'acqua (ma tutte comunque regolarmente oggetto di sanatoria, sia chiaro), i ponti lungo la strada che dovranno percorrere saranno crollati per il cemento mescolato a sabbia (ma regolarmente appaltati a ditte che avranno prodotto l'autocertificazione antimafia), la strada sarà impercorribile a causa delle voragini che si saranno aperte sotto l'asfalto di scarsa qualità (di cui il sub sub sub appaltatore non risponde più perchè fallito tre volte da quando ha steso il manto),... insomma, scegliete un po' voi l'impedimento che vi pare più verosimile.

Se nel 2000 Trino Vercellese fosse stata in attività, credete davvero che i tecnici che avrebbero dovuto raggiungerla per metterla in sicurezza ci sarebbero riusciti? E le cose sono cambiate pochissimo, tant'è che, malgrado il rischio corso, Trino sembra essere rimasto uno di siti appetibili per installare una centrale nucleare, malgrado quanto già successo.

E, in una situazione in cui l'incidente potrà essere reso molto improbabile, ma non diventa impossibile, dobbiamo comunque fare i conti con le sue dimensioni.

La dimensione dei rischi

Proviamo adesso a dare una idea un po' meno astratta di quali possano essere le dimensioni delle conseguenze di un incidente nucleare.

Prima ho citato credo la più grande catastrofe generata dall'uomo in Italia e probabilmente in Europa nella storia recente (con l'eccezione delle guerre): il disastro del Vajont.

Vajont: la diga aveva retto
Proviamo quindi a farle le proporzioni, per quanto possibile, tra il Vajont e Chernobyl (e non mi si dica che Chernobyl non può ripetersi: mi era già stato detto prima di Fukushima, adesso con buoni motivi non ci credo più).

In entrambi i casi i morti sono solo stimati, nel primo caso in 1.918, nel secondo (accetto la stima minima dell'ONU) in circa 4.000.

L'area interessata dal disastro del Vajont, quella dove si sono corsi dei rischi, fu di alcune decine di Km quadrati, mentre quella interessata pesantemente dalle radiazioni attorno alla centrale ucraina fu di alcune migliaia di Km quadrati.

A distanza di pochi anni a Longarone si è tornati a vivere e da decenni vi è progressivamente tornata una sorta di normalità. A Chernobyl mi risulta che non sia possibile vivere in un raggio di 30 Km dalla centrale, nell'area di stretto controllo che era stata evacuata dopo l'incidente. Una intera provincia di medie dimensioni cancellata per generazioni.

Insomma, quando parliamo di un incidente nucleare stiamo parlando di un evento di dimensioni incommensurabili su scala spaziale e temporale rispetto a quelli che conosciamo. I terremoti che possiamo ricordare (Friuli, Irpinia, Umbria, Abruzzo) in termini di ripercussioni sono stati puttanatine a confronto, non foss'altro che per il fatto che i loro effetti non sono stati permanenti. Avere paura di un evento di simili proporzioni non è essere emotivi, è avere buonsenso.

Volete che aggiunga il carico da undici? L'incidente di Chernobyl è il più grave che si sia verificato sinora, ma non necessariamente il più grave che si possa verificare. Cioè nulla ci dice che i numeri che abbiamo messo lì sopra siano un limite superiore...

Economicità

ecco delle considerazioni fatte un po' più seriamente del solito sull'economicità della scelta del nucleare, considerazioni secondo cui già ora l'energia prodotta dal nucleare risulterebbe meno conveniente di quella prodotta utilizzando il gas. UPDATE: Qui trovate dati odierni meno ottimistici sulle possibilità che la tecnologia del fotovoltaico a silicio cristallino possa però proseguire con una riduzione di quell'entità ancora per lungo tempo.

Ma c'è di più: se si fanno i conti ipotizzando che continui l'attuale trend di decremento del 7% all'anno dei costi sul fotovoltaico parametrandolo con i tempi di costruzione di una centrale atomica (per restare nel seminato la decisione di affidare a Siemens - Areva la costruzione della centrale di Olkiluoto fu presa nel 2003, mentre si spera che sia completata nel 2014, per un totale di 10 - 11 anni di gestazione) otteniamo il sorprendente risultato che una centrale messa in cantiere oggi rischia di non essere competitiva con il fotovoltaico già un paio d'anni dopo la sua entrata in servizio. Peraltro senza che io abbia capito se e come siano stati conteggiati i costi degli incidenti (quanto costa aver obliterato una provincia?) per ogni tecnologia.

Le abbiamo comunque subito oltre il confine

Quindi dovremmo aumentare il rischio di essere coinvolti in un incidente costruendone entro i confini? come dire che, visto che il freno a mano non va, allora posso andare in autostrada anche con gli altri freni rotti. Ma che razza di ragionamento è?!?

La centrale di Krsko, in Slovenia
Comunque le centrali nucleari non sono poi così prossime a noi, visto che non mi risulta alcunchè a meno di 120 Km in linea d'aria dai nostri confini (e l'area più colpita dal disastro di Chernobyl si estese sino a 30 Km dalla centrale). E per di più quelle più vicine sono quelle svizzere, al di là delle Alpi, che il governo elvetico (notoriamente vittima di emotività nelle sue scelte come quello tedesco) ha deciso  di chiudere progressivamente e non sostituire, il che porterà tale distanza a circa 150 Km.

Insomma un coinvolgimento grave dell'Italia in eventuale disastro nucleare all'estero dovrebbe prevedere qualcosa di ben peggiore di Chernobyl, quando i livelli di sicurezza dovrebbero essere almeno un po' migliori, voglio sperare. Quanto meno questo garantiscono i nuclearisti quando gli fa comodo.


Il SI impedirebbe per moltissimo tempo di investire nel settore, anche se migliorassero le tecnologie

Dove sta scritto? Ricordo che un Referendum, quando ancora non andava di moda invitare a far mancare molto democraticamente il voto, cancellò il Ministero dell'Agricoltura. Che venne pressochè istantaneamente ribattezzato in altro modo e continuò ad esistere in spregio alla volontà popolare. Infatti adesso si chiama Ministero delle Politiche Agricole. E allora a che serve votare SI? A rallentare il processo in corso (non che stesse andando avanti come una freccia, anzi: non si tratta mica di questioni giudiziarie del Premier) e a indicare chiaramente ai politici quale sia l'orientamento popolare adesso, in modo che ne traggano indicazione e se ne assumano eventualmente la responsabilità.

*   *   *

In sintesi, per quanto io abbia l'impressione che l'energia nucleare, correttamente gestita, potrebbe essere probabilmente "La" risorsa energetica in assoluto, mi pare che purtroppo (e sottolineo purtroppo) le difficoltà della gestione e la dimensione dei rischi e l'arretratezza / inadeguatezza delle strutture siano tali da non renderla realmente appetibile in Italia almeno in questo periodo.
Chi voglia trovare motivazioni pro nuke lo può fare qui: http://www.forumnucleare.it il sito è ben fatto e documentato, mi disturba solo che si presenti come imparziale, quando non lo è.

Ciao

Paolo
No nukes, il concerto

16 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buongiorno,

come Paolo sono per il sì, pur con tristezza.

Il punto fondamentale a mio parere è il solito: in Italia la centrale nucleare può essere costruita dalla solita ditta semimafiosa e le scorie possono essere gestite dalla solita azienda semicamorristica. Senza garanzie su questa premessa è da incoscienti correre il rischio.

Dal momento che tali garanzie non ci sono, no assoluto a centrali nucleari in Italia.

Detto questo, il rischio di incidente paradossalmente mi pare meno importante del rischio associato alla gestione ordinaria, poiché sono certo che le scorie in qualche modo me le trovo nell'acqua che bevo o sepolte in giardino.

L'incidente grave è tale per cui, che avvenga in Slovenia, in Svizzera o in Italia cambia poco, per me non sarebbe sufficiente a votare sì.

L'incidente di scarsa rilevanza, quello che magari resta nascosto, avrebbe conseguenze tali da essere confrontabili forse con l'inquinamento di una centrale termoelettrica.

Detto questo, trovo poco chiaro il post, dove si parla di concorrenzialità con il fotovoltaico prima e poi si esprime il dubbio sul fatto che quella nucleare sia "LA" fonte energetica.

In generale, non in questo post, trovo errata la contrapposizione tra le rinnovabili (e il fotovoltaico in particolare) e l'energia nucleare. Trovo anche un po' ingenuo il sogno di poter mantenere il nostro stile di vita usando vento sole e maree già che ci siamo. Tuttavia sono opinioni personali da semiignorante, per cui non mi dilungo. Sono anche maldisposto verso sproloqui sul tema fatti da chi "ha letto qualcosa su internet".

Saluti

Tommaso

PS: Metto le mani avanti esprimendo ostilità e irritazione per tutti gli espertoni che affollano i blog e che sostengono di essersi fatti una cultura per aver letto tre articoli di wikipedia e il blog di espertoni ancora più fanatici.

Credo che per esprimere opinioni circostanziate sulla scelta strategica del ricorso all'energia nucleare sia necessario avere una cultura tecnica molto specifica oltre che informazioni dettagliate sulle prospettive geopolitiche ed economiche.

Canti di Briganti ha detto...

Visto che sull'acqua mi hai citato mi permetto di segnalarti un mio articolo che contiene considerazioni giuridiche sul nucleare. Premetto che sono contrario al nucleare (per ragioni economiche soprattutto), ma il testo del quesito referendario è per me una truffa bella e buona.
Qui il link . Saluti!

http://liberlex.altervista.org/blog/2011/06/referendum-sul-nucleare-unenorme-truffa-elettorale/

francesco.caroselli ha detto...

Post di Paolo molto convincente
(i tuoi post noiosi sono quelli che apprezzo di piu!)


Vorrei aggiungere qualche differenza fra le rinnovabili e le centrali nucleari nucleari.
Le prime sono "diffuse" le seconde sono una "concentrazione".
Le prime appartengono ai tanti piccoli proprietari che si fanno l'impianto, le seconde sono di un unico proprietario.
Investire sulle rinnovabili significa investire "modularmente". Ogni impianto comincia subito a produrre senza aspettare anni prima della fine della megastruttura.
Le rinnovabili creano piu posti di lavoro, anche come indotto e pervasività sul territorio.
Fra 20 anni Sole, Vento , maree e calore della terra ci saranno ancora, mentre invece l'uranio chissà quanto costerà al ritmo di esaurimento di oggi.

La Francia ci vende la sua elettricità sottocosto, perchè smettere di comprarla se facendoci le nostre centrali pagheremmo la corrente elettrica di piu?
I francesi si sono invischiati con il nucleare agli inizi degli anni 50. Fu una scelta militare molto costosa e per ammortizzare i costi decisero anche di usarla per il civile.
Risultato ora in Francia sono pieni di elettricità e non sanno che farsene...
provate a controllare nelle case dei francesi: ll riscaldamento è elettrico, non esistono fornelli con la fiamma, usano l'elettricità persino per riscaldarsi il cibo.
Furbissimi....

Clem ha detto...

L'incipit è un po' qualunquista, se posso permettermi. Ogni attività umana comporta un rischio (principio ALARA), quindi tutta la intro che culmina nell'incipit della sezione successiva, "Ammettiamo che esista una centrale sicura", è da subito sbagliata nell'approccio. Non esiste né esisterà mai alcunché di sicuro.
(Possiamo poi discutere di come Chernobyl e Fukushima siano dovuti a motivi DIVERSI, quindi cosa c'entrano i richiami alle rassicurazioni che non si sarebbe ripetuto; oppure discutere di come Chernobyl fosse dovuto ad una gigantesca cappellata umana, e di Fukushima come un problema sorto dopo il terremoto del secolo. Magari altrove).
Se continuiamo a cercare il sicuro al 100% non accetteremo mai niente, TAV, eolico, antani, niente, non nel mio giardino, però voglio l'elettricità per la televisione o piango, ecco.
Un plauso per il link di Zuliani, quell'uomo lo stimo tantissimo e se mi capita gli offro una birra.
Infine: per rassicurare che si investirà ancora nel settore (immagino ricerca inclusa) citi come esempio un pezzo di burocrazia, un ministero, che salva se stesso. Emh...
Detto questo, voto si anche io, per motivi, come Canti di Briganti, più correlati all'economicità della cosa. E poi diciamocelo, con il referendum passato abbiamo buttato via un'enorme know how e ormai il treno l'abbiamo perso, inutile rincorrerlo ora.

francesco.caroselli ha detto...

Clem inutile rincorrerlo proprio ora che tu lo stanno mollando...
I motivi per rifiutare il nucleare sono cosi tanti che non si sa quale enunciare prima, se la sicurezza o l'economicità.

francesco.caroselli ha detto...

No so se ieri avete sentito la zanzara ma in trasmissione c'è stato il deputato europeo del PD Pirillo.
Mister Preferenza. piu di 115.000
Ecco lui rappresenta il marcio piu marcio che ci sia.
(potrei raccontarvi la storia di un pregetto sul censimento degli ulivi che è costato milioni di euro e non ha prodotto nulla se non solo molto consulenze e niente di concreto).

Inutile sottolineare che Cruciani l'ha trovato subito simpatico...
quell'uomo ha una morbosa attrazione verso i farabutti....

PaoloVE ha detto...

@ Tommaso:

il nucleare è una tecnologia ancora molto giovane e relativamente poco esplorata in molti aspetti, a partire dal materiale da cui trarre energia(Sinora si utilizzano sostanzialmente su Uranio e Plutonio, ma si sta sperimentando il Torio). Il che significa che presenta elevati margini di miglioramento e disponibilità di fonti ancora inesplorati, pur essendo attualmente già quasi allineato come costi a fonti tradizionali ben più sfruttate.

Ha anche alcuni pregi che le rinnovabili non hanno e difficilmente potranno avere (ad esempio permette entro certi limiti di regolare la produzione a piacimento).

Inoltre non richiede lo sfruttamento di enormi superfici come alcune rinnovabili (che possono andare molto bene per gli usi domestici, ma, nel momento in cui devono alimentare una fonderia dimostrano dei grossi limiti), pregio non da poco in un paese antropizzato come il nostro.

@ Clem:

non riesco a seguirti: il riferimento alla "centrale sicura" lo sto facendo per evidenziare che, rispetto al Giappone, l'Italia presenta purtroppo in aggiunta un problema sistemico associato alle loro gestioni molto rilevante nella sicurezza delle infrastrutture: nulla di qualunquistico, ma la valutazione che nella nostra realtà non basta dimensionare in termini antisismici la centrale (e sperare di averci azzeccato, a differenza di quanto successo in Giappone), perchè è il contesto a non essere adeguato. E questo,putroppo, non è qualunquismo è un dato di fatto: la centrale di Trino, durante l'alluvione, conteneva scorie ed era irraggiungibile per i tecnici.

Ovviamente non pretendo che una centrale garantisca una sicurezza al 100%, il problema, come evidenzio, è che, a fronte del danno potenziale enormemente più grande di quello che devo considerare con le altre fonti, sono costretto a chiedere un livello di sicurezza enormemente più grande.

Come diceva un amico, non mi farei problemi particolari a riempire di centrali nucleari un deserto, perchè nuclearizzare qualche provincia di deserto è un problema confinato alle vite degli operatori, un rischio che in qualche modo è confrontabile con quello che mi impongono altre tecnologie, ma in Italia di deserti non ce n'è...

Confesso che sentirmi dare del qualunquista mi sta infastidendo: state attenti sia tu che Pale, il prossimo che ci si prova lo meno! :-)

Ciao

Paolo, il suscettibile

Michele R. ha detto...

concordo con il pensiero di caroselli: i post più noiosi sono quelli più interessanti. Sono contrario al nucleare per le ragioni che hai ben spiegato nel post e anche, come detto da clem, perché il treno lo abbiamo perso 23 anni fa, dal momento che le avevamo le centrali nucleari dovevamo tenercele, ora è troppo tardi.

Ps: Nota di curiosità: ho lavorato come elettricista in una base militare con un reattore nucleare per ricerche dal 1989 al 1991, presso Pisa. Il centro si chiamava Camen, poi diventato Cresam e attualmente si chiama Cisam
Qualche notizia si puo leggere qua:
www.meetup.com/liguria-1/messages/boards/thread/3951585?thread=3951585

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo,

concordo del tutto con quanto dici nel commento @me, probabilmente il mio primo commento era poco chiaro.

Come ho scritto nel mio commento, ha poco senso per quello che so io da profano, proporre come alternative nucleare e rinnovabili, non foss'altro perché le seconde sono fonti discontinue. Il nucleare è alternativo alle centrali termoelettriche, o all'acquisto dall'estero di energia. Non si sostiene la richiesta di energia elettrica solo con i pannelli che tanto entusiasmano i miei colleghi con il tetto a sud e la testa a nordest.

Quello che non capivo del post è quando sostieni che la scelta nucleare sarebbe antieconomica, visto l'abbassarsi dei prezzi del fotovoltaico, ma poi alla fine dici che è "LA fonte di energia" e nel commento @me rilanci la "gioventù" dell'atomo, cosa che a me fa venire in mente anche un possibile costo inferiore per il futuro.

Darti del qualunquista mi pare un utilizzo errato del vocabolo.

Saluti

T.

PaoloVE ha detto...

@ tommaso:

"Darti del qualunquista mi pare un utilizzo errato del vocabolo"

Ho sempre sostenuto che le minacce sono sempre il migliore strumento dialettico :-)

Ciao

Paolo

mariolino ha detto...

Riporto di seguito come mi esprimerò sui quesiti referendari e le mie motivazioni in sintesi.

Legittimo impedimento
SI senza se e senza ma.
C'è bisogno di spiegare perchè?
Perchè Berlusconi ha rotto li coglioni!

Nucleare
SUPERSI idem c.s.
Senza entrare nel merito delle problematiche di costruzione e gestione delle centrali e del pericolo che esse comportano....non voglio scaricare su figli, pronipoti, discendenti e migliaia di generazioni future il problema delle scorie nucleari gestite e smaltite dalle eco-mafie. Perchè in Italia succederebbe così. Avremmo suolo e mare contaminati in maniera irreversibile.

Acqua
SI con qualche incertezza.
Assodato che non trattasi di vendere l'acqua ai privati ma solo di appaltarne la gestione, ho avuto qualche difficoltà a decidere. Alla fine la gestione pubblica ha prevalso. Faccio due ragionamenti al limite per chiarire.
Fra una pubblica amministrazione ladrona e una cricca di ladroni privati, il male minore è il pubblico. Un'amministrazione ladrona e inefficiente la si può sempre mandare a casa. Una cricca privata truffaldina è molto più difficile da estirpare specialmente se miliardaria e usa le armi della corruzione.
Anche nel caso opposto di gestioni pubbliche e private oneste e efficienti, scelgo senza indugi il pubblico. Perchè il privato opera per guadagnare e alla fine il prodotto finale acqua costerebbe di più.

Ho spedito queste righe ad alcuni amici.
Un amico milanese, un tempo di centro-destra, mi ha risposto così:

Mario,
Ti stupirà ma sono d'accordo con te.
Anche se:
La Sicilia resterà senza acqua o meglio con l'acqua nei bacini che non arriva nelle case.
La corrente continueremo a comperarla in Francia (nucleare).
Mafia/camorra/ndrangheta butteranno nel nostro mare le scorie francesi.
Con l'esito del referendum i nostri governanti DX+SX si spazzeranno il c...

Però salviamo almeno il principio
Ciao

Clem ha detto...

Sostituite qualunquista con una parola a caso a vostro piacimento. Già che ci siete, noterete che è vicinissimo alla parola "incipit" e alla voce "è" del verbo essere. Noterete che il nome "Paolo" non appare nel contesto.
Aggiungo che allora non ho capito questo passaggio:
Dopo Chernobyl si era detto che nelle centrali occidentali i livelli di sicurezza e di trasparenza nelle comunicazioni erano ben diverse. Fukushima lo ha ampiamente smentito.

PaoloVE ha detto...

@ Clem:

:-) touchè. Hai visto che bella coda di paglia ho? :-)

Dopo Chernobyl per anni gli esperti si erano affannati a spiegare che sia l'incidente che la sua pessima gestione successiva non sarebbero mai potuti avvenire nei paesi occidentali perchè frutto di una mentalità burocratica ex sovietica.

Il guasto infatti si verificò perchè era stato sottovalutato il rischio di una particolare procedura che si era voluto sperimentare e le conseguenze furono amplificate dal fatto che le autorità cercarono di minimizzare gli effetti dell'incidente, cosa che ritardò l'assunzione di provvedimenti adeguati. Tutte cose che in occidente non si sarebbero potute verificare, ci dicevano.

A Fukushima, realtà occidentale che nulla aveva a che fare con l'ex URSS, si è verificato un incidente di gravità confrontabile (per fortuna non uguale) perchè era stato sottovalutato il rischio che uno tsunami (prevedibile nella terra dei terremoti) potesse bloccare i generatori elettrici. Inoltre gestori ed autorità hanno passato settimane a cercar di minimizzare entità dei danni e delle conseguenze che esperti da remoto indicarono da subito essere ben superiori a quelle ammesse da Tepco e governo giapponese.

Non mi pare ci siano grandi differenze tra le due situazioni...

Ciao

Paolo

Clem ha detto...

Aaaah ok. Non riuscivo a capire, perché il senso sembrava tipo "a Fukushima è successo lo stesso che a Chernobyl". Ora ho capito, grazie.
Anche se continuo a non apprezzare il parallelo tra i due disastri. A Fukushima Dai 1 la tolleranza fissata per il rischio terremoto/tsunami era inadeguata al terremoto più forte mai registrato in Giappone. (Io spesso dico "del secolo", invece mi han detto che è proprio "della storia giapponese".
A Chernobyl, invece, gli idiuz hanno disconnesso i tre quarti dei sistemi di sicurezza perché "duh, vediamo cosa succede, ghaaaa, ehe ehe ehe", a Fukushima c'è stato un terremoto di magnitudo nove e rotti con tsunami relativo annesso.
Io continuo a non essere d'accordo con il parallelo, che mi sembra un po' spalmato sottile. (che suona molto meglio di qualunquista! :D

PaoloVE ha detto...

@ Clem:

Nel paese dei terremoti hanno sottovalutato il sisma, nel paese della vodka hanno sottovalutato l'ebbrezza alcoolica. Il parallelo finisce qui. Per ora sembra anche nelle conseguenze, per fortuna.

Il fatto è che, per certi versi, a Fukushima siamo stati fortunati ed è andata bene, visto i mezzi improvvisati con i quali sono stati compiuti gli interventi che hanno lentamente stabilizzato la situazione: poteva andare ben peggio contro ogni irragionevole rassicurazione precedente.

Sarà anche qualunquista (e messa così sicuramente lo è) ma ti ricordo che l'Italia è il Paese delle mafie e delle clientele: immagina che subappaltatori avremmo nella costruzione delle centrali e nella gestione delle scorie e quali potrebbero essere le conseguenze...

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@Paolo
Guarda che in giappone esiste la Yakuza che mi pare che non sia da meno della 'ndrangheta, cosa nostra, o camorra. Anche questa organizzazione criminale riesce ad insediare i propri uomini nei consigli di amministrazione delle aziende...