Referendum: l'istituto ed il quorum

Buongiorno,

Demostene, il re delle filippiche
dopo le tre lunghe e noiose filippiche dei giorni scorsi in cui ho provato a spiegare il perchè sui referendum sono, in maniera più o meno convinta, favorevole a votare 4 SI, oggi chiudo il ciclo sui referendum parlando del perchè andare a votare.

Vi chiedo di credere che il fatto che la partecipazione al voto favorisca i SI mi fa sicuramente piacere, come mi farebbe piacere che un eventuale successo dei SI si traformasse in una ulteriore piccola spallata al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma non sono questi i motivi della mia posizione nè del post.

Spero di poter rassicurare sulla mia buona fede chi ne fosse scettico assicurando che, ad esempio, pur essendo stato contrario all'abrogazione del Ministero dell'Agricoltura, ero convinto della necessità di vincere nelle urne, non disertandole, anche a costo di perdere: nei referendum la partecipazione al voto secondo me ha sempre e comunque un valore, persino quando, come in alcuni dei casi in ballo in questi giorni, la formulazione è equivoca oppure l'orientamento politico per il dopo è nebuloso. E vi spiego subito il perchè.


Democrazia diretta? A questi qui?
Quando i padri costituenti scrissero la Costituzione,  appena usciti da una dittatura più che ventennale che aveva goduto di molto ampio appoggio popolare e timorosi di un PCI comunista ed ancora parzialmente rivoluzionario e poco democratico che aveva anch'esso altrettanto ampio sostegno nelle folle, diffidavano profondamente dei sistemi di democrazia diretta, prediligendo invece quelli rappresentativi. Dubitavano fondatamente e probabilmente con ottime ragioni delle capacità di discernimento degli italiani di allora, per cui le confinarono sostanzialmente in un unico istituto di cui i cittadini potevano avvalersi solo per abrogare alcune leggi e solo a stragrande maggioranza. L'esercizio della democrazia doveva essere esercitato dagli elettori sostanzialmente scegliendo i propri rappresentanti tra il meglio del Paese.

Deleghe? A questi qui?
Questo impianto non prevedeva probabilmente l'avvento di una classe politica non altrettanto seria e responsabile di chi l'aveva disegnato, classe politica che da un lato è progressivamente peggiorata sino a risultare meno preparata ed onesta dell'elettorato che dovrebbe rappresentare (convinzione personale), dall'altro ha operato ulteriormente e a sproposito nel senso di limitare il peso delle scelte individuali introducendo sbarramenti per i partiti al di sotto di una soglia minima accompagnati da sistemi di liste elettorali designate dai vertici di partito (condizione combinata esplosiva che paralizza il rinnovamento della politica italiana) e invitando ripetutamente a boicottare con il troppo facile non voto i già deboli referendum, che da decenni ormai non servono più ad esprimere l'orientamento della popolazione.

E in questa lunghissima premessa c'è il motivo per cui, secondo me, ad ogni Referendum si deve votare, indipendentemente da cosa: stiamo toccando dei livelli in cui l'influenza dell'elettorato sulla politica è minima, non potendo influire sul grosso degli eletti (che di fatto sono nominati dai partiti) nè sulla possibilità di sindacare sul loro operato (perchè troppo facilmente si farà mancare il quorum ai referendum che lo invalida).

Competente? questa qui?
Non pensiate di essere peggiori o meno preparati dei vostri politici: è evidente che non è così: quanti di voi vantano tra i propri conoscenti le stesse percentuali di pregiudicati che siedono in parlamento? quanti di voi hanno avuto bisogno di andare fino a Reggio Calabria per iscriversi all'albo professionale? Quanti di voi millantani Master alla Bocconi? Perchè dovreste accettare che la vostra competenza debba pesare meno di quella di uno dei tanti incapaci seduti su qualche poltrona parlamentare per meriti che non hanno nulla a che vedere con le capacità di intendere e volere, prima ancora che con la buona amministrazione?

Ed è per questo che più passa il tempo più diventa importante che un referendum, uno qualsiasi, sfugga alla voglia della politica di mantenere l'elettorato in una condizione di minorità che (soprattutto per demeriti dei politici attuali) non ha più giustificazione e ripristini uno strumento di controllo su una politica ormai troppo autoreferenziale e distante dalle esigenze dei cittadini. Anche se la formulazione è equivoca, anche se può essere aggirato. Il messaggio ai politici arriva chiaro e diretto: in un caso dice "Fate un po' quel cazzo che volete, non mi interessa", nell'altro "Io la penso così, e voi siete lì per rappresentarmi". E' evidente quale risposta piace ai politici (trasversalmente un po' a tutti: se al PD piacesse realmente il successo di qualcuno dei referendum, ci starebbe mettendo almeno un decimo dell'impegno che hanno profuso per far eleggere Pisapia a Milano).

Perchè se una legge fosse valida, non servirebbe chiedere di non andare a votare, far saltare gli election day, tentare operazioni dilatorie e trucchetti amministrativi, fornire date sbagliate e schede elettorali con il quesito sbagliato per mantenerla in essere: basterebbe semplicemente ottenere una maggioranza di NO.

Il fatto che i quorum non vengano raggiunti, magari con percentuali bulgare di SI nelle urne, è invece la riprova che la politica è distante dal sentire dei cittadini e che, per di più, lo strumento di controllo è stato fatto inceppare. Come nel migliore dei sogni dei peggiori politici. Il referendum varrà poco, ma sempre meglio di niente: riprendiamoci almeno quello...

Ciao

Paolo
Take the power back

12 commenti:

Clem ha detto...

Ultimamente la rete è un florilegio di stronzate megalitiche sul perché l'astensione è giustificabile se non auspicabile. Che ci vuoi fare, va di moda. Per un pugno di contatti.

Sandro59 ha detto...

Right right, PaulVE!

PaoloVE ha detto...

@ Clem:


Il referendum è un istituto che per natura tende a dividere con l'accetta l'elettorato, specialmente quando viene caricato anche di significati politici che non dovrebbe avere (la spallata a SB), per cui, pur senza i picchi di cattivo gusto e di mancanza di rispetto della precedente campagna elettorale, si sentono in effetti tante posizioni apodittiche o estremamente tirate per i capelli.

Altrove anche le mie sono state definite stronzate: non ho la pretesa di postare "il Vangelo secondo PaoloVE", ma espongo i miei motivi, che ognuno può trovare validi o meno.

Lo faccio in primo luogo per chiarirmi le idee (e dover scrivere i concetti in questo mi aiuta molto).

Finchè uno ha argomenti ed un minimo di coerenza credo ci possa stare, anche l'invito a disertare le urne, specie se ritieni di poterti fidare dei politici che ti governano.

Ovviamente, come ho scritto, non condivido. Non votare, per far vincere il NO fuori dalle urne ha una contropartita, la rinuncia all'esercizio di un potere, che evidentemente per qualcuno è inferiore al successo in quella consultazione. Sarà bene che non se ne lamenti quando di questo sistema sarà vittima, perchè la ruota gira...

Ciao

Paolo

Clem ha detto...

Certamente, la ruota gira e quello che per me sono stronzate per altri scatenano 92 minuti di applausi. È solo che è statisticamente impossibile che, per esempio, su un aggregatore come Il Post siano TUTTI a scrivere apologie dell'astensione. È partito uno, ha avuto duemila contatti, e via tutti gli altri blogger affamati a seguirlo con l'hashtag. Tra l'altro, argomentando come un bambino ubriaco.

francesco.caroselli ha detto...

Anche il malefico e il tonto Parenzo ieri magnificavano la scelta dell'astensione, dicendo addirittura che è da stupidi andare a votare no.

francesco.caroselli ha detto...

il malefico sarebbe Cruciani of course
____________
Per la cronaca ieri è stata una delle puntate piu brutte degli ultimi mesi.

bart27 ha detto...

ciao a tutti, ciao Paolo VE !

piccolo
spot fatto in casa
per i referendum

http://www.youtube.com/watch?v=teEaxdEOJ7Q

ciao
bart

PaoloVE ha detto...

@ bart:

chi si rivede!

Ciao

Paolo

mariolino ha detto...

@ francesco caroselli.
Ma come fai ad ascoltare ancora ogni sera La Zanzara?

Ogni tanto capita anche a me di sintonizzarmi dalle 19:30 alle 20:00
Stasera mi sono bastati cinque minuti.
Ho spedito a Cruciani due mail di ingiurie.
Lo infastiscono quelli che scioperano, quelli che protestano.
Lo infastidiscono i cantanti e le personalità che si schierano per il SI.
Lo infastidiscono tutti quelli che vanno a votare.
Ha fatto un monumento a Castelli che ha perorato le ragioni dell'astensione.
Ha annunciato orgogliosamente che lui non voterà.
Faziosissimo.
Ma a Radio 24 esiste un Direttore? Perchè non lo licenziano in tronco?
Anche Parenzo ha annunciato che non vota perchè è a Roma! Prenda il treno il parenzino e esprima un suo diritto. Che, se si ha un briciolo di coscienza civile, dovrebbe essere anche un dovere.
Vadano a cagare tutti e due.

Brunetta ieri sera: una scimmia urlatrice con la bava alla bocca.
Questi sono i ministri del nostro Parlamento.
Forse ce li meritiamo.

Spero tanto che il quorum sia raggiunto.
Ma se non lo sarà, ce ne faremo una ragione.

Michele R. ha detto...

@Mariolino
...Lo infastidiscono i cantanti e poi manda di continuo l'insulso inno dei responsabili.
C'era una volta un programma che per certi versi era l'annozero della radio, che dava voce alla gente comune esattamente come ha fatto Michele Santoro, per questo, al di là della scarsa simpatia del conduttore, era interessante e stimolante "la zanzara": si riusciva a farsi un idea di cosa pensasse la gente comune delle faccende dell'attualità.
Ma in questo ultimo anno e mezzo la trasmissione è cambiata perché il conduttore ha sempre dato più spazio al teatrino della politica e a tutte le inconcludenti cazzate che passano per il capo ai nostri politici, e meno spazio per gli interventi degli ascoltatori che al massimo saranno 4,5 in 2 ore e passa di trasmissione. Passa la canzone dei responsabili, o "meno male che silvio c'è", intervengono quasi sempre i soliti 4 politici tignosi (Santanché, Borghezio, Sgarbi...) che nessuno caga. Ma cosa vuoi che gliene freghi alla gente di tutto ciò?

Sandro59 ha detto...

Quel simpatico Carlo che con estrema facilità usa definire "stronzate" le altrui opinioni, pare si ritenga liberale e garantista.
Poi scrive cosette come questa:

[Carlo scrive:
10 giugno 2011 alle 13:49

Una cosa e’ seguire un iter. Un’altra e’ prendere la decisione di liberare Battisti. E questa, ovviamente e purtroppo, spetta ad uno stato sovrano diverso dal tuo e da quello del governo. Gli Stati Uniti hanno deciso, a suo tempo, di togliersi dalle palle la Baraldini. Questo non obbliga il Brasile a fare altrettanto con Battisti.

Posso riconoscere una pecca del governo: quella di aspettare la decisione di Lula e compagni di merende anziche’ inviare in Brasile un paio di agenti dei servizi di sicurezza brutti, cattivi e sadici a scovare il verme di cui sopra, pestarlo a sangue come si merita e riportarlo in Italia su una sedia a rotelle.]

E non ho voglia di andare a cercare cosa ha scritto sui fatti di Genova (G8)...

mariolino ha detto...

Scambi di battute fra me e Santalmassi.
Prima qui:
http://santalmassiaschienadritta.blogspot.com/2011/06/meno-1.html
E poi qua:
http://santalmassiaschienadritta.blogspot.com/2011/06/caro-mariolino.html
Non ho tempo per fare i collegamenti ipertestuali.
Ciao e buon referendum.
Ciao