L'ennesima delusione del governo dei tecnici

Buongiorno,

la giusta pressione da parte delle parti sociali ha finalmente costretto il governo (attualmente nel limbo dell'attesa di essere sostituito e cui il minuscolo si addice in pieno) a partorire qualcosa che andasse incontro alle esigenze di una miriade di imprese messe in crisi da una P.A. che ha arbitrariamente ed unilateralmente deciso di dilatare i tempi di pagamento dei propri debiti sino a giungere ad avere l'indegno ammontare complessivo di sospesi stimato tra i 90 ed i 130 miliardi di euro.

Il percorso del provvedimento la cui pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è prevista per oggi è stato lungo e travagliato ed ha rispecchiato sicuramente più le difficoltà della politica di affrontare la realtà che quelle delle aziende agonizzanti.

Anche il risultato mi pare in linea con questo tipo di approccio, non solo per una esiguità delle risorse mobilitate (se non capisco male 40 miliardi in due anni a fronte di una richiesta tra il doppio ed il triplo), ma soprattutto per le modalità con le quali si provvederà alla copertura del finanziamento e per l'approssimazione con la quale è stato affrontato il problema nel suo complesso.

Per quanto riguarda l'approssimazione, credo che poche cose la potrebbero certificare meglio del fatto che, dopo tutto il tempo trascorso nell'attesa (mentre le aziende chiudevano e licenziavano e mentre disoccupati ed imprenditori si suicidavano!) il governo si riserva adesso (!) di effettuare un censimento puntuale dei debiti della P.A. da portare avanti nei prossimi mesi. Come dire che l'attuale provvedimento viene sostanzialmente adottato in maniera approssimativa.

Per quanto riguarda le coperture ricevo però le delusioni peggiori.

Ribadisco: dopo tutto il tempo trascorso nell'attesa (mentre le aziende chiudevano e licenziavano e mentre disoccupati ed imprenditori si suicidavano!) il governo abbandona in extremis la malaccorta idea di trovare copertura attraverso aumento dell'IRPEF (!) per decidere di accendere nuovi titoli di Stato da mandare in asta. Punto. Una misura di ardita ingegneria finanziaria, mi verrebbe da dire.

Voglio dire, a chi sarebbe potuto venire in mente di proporre (badate bene: sto dicendo proporre, non imporre) ai fornitori il pagamento attraverso titoli di Stato (che sarebbero così stati sottratti agli attuali meccanismi speculativi delle aste presumibilmente comprimendo lo spread)? E chi mai avrebbe potuto immaginare di permettere le compensazioni tra debitri e crediti (cioè permettere alle imprese di pagare IVA, contributi, … cedendo allo Stato il credito che si vanta nei suoi riguardi)? E, ancora, chi mai avrebbe potuto immaginare di rendere obbligatorio il pagamento dell'IVA a valle dell'incasso della fattura, piuttosto che a valle della data della sua emissione (almeno per quanto riguarda le fatture alla P.A.)?

Mi rendo perfettamente conto del fatto che in nessuna delle tre ipotesi che faccio c'è contenuta la copertura dell'iniziativa, anzi la terza ne richiede ulteriore, e mi rendo conto perfettamente che la copertura è indispensabile, ma sono ipotesi che operano per differirne l'esigenza ad un momento in cui le stesse avrebbero cominciato ad incidere migliorando le condizioni economiche generali, cioè quando garantire la copertura sarebbe stato più semplice ed economico da ottenere. 

Insomma, se la definizione non fosse stata sputtanata da Tremonti la chiamerei “Finanza (pochissimo) creativa”, ma piuttosto ragionevole. Qualcosa cui gli eccelsi tecnici cui con grandi speranze è stata affidata la salvezza dell'Italia non riescono ad arrivare.

Ciao

Paolo

P.S. Non credo che l'ipotesi che a beneficiare dell'iniziativa potessero essere principalmente le banche sia realistica, perchè se la cessione del credito (specialmente pro soluto) fosse una pratica diffusamente accettata sentiremmo molte meno lamentele circa la difficoltà di accesso al credito da parte di chi vanta crediti verso fornitori, né che sia legalmente possibile dicriminare i creditori sulla base della ragione sociale.

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì

più "troppo poco, troppo tardi" che "meglio tardi che mai", mi pare.

Ciao

T.

PaoloVE ha detto...

Ed il solito Wolfstep nel post "finito il cdm gabbato lo Grillo" spiega invece come io mi sia sbagliato e come i miliardi siano effettivamente dati in pasto alle banche prima che alle imprese...

Ciao

Paolo