Buongiorno,
sino alla mattina dell'altro giorno avevo un'idea abbastanza distaccata circa la mia posizione sulla legge Fiano che vieta (ri - vieta?) l'utilizzo di simboli fascisti: sono favorevole a vietare la produzione e la vendita tutta l'orribile paccottiglia che si vede con sempre maggior frequenza ed imbarazzo il località di villeggiatura e/o aree di servizio (dalle bottigilie di vino con dittatori in etichetta ai busti in ottone o finto marmo, dai manganelli con fascistissimo slogan alle magliette/felpe identitarie), il cui unico motivo d'essere è fornire semi d'odio ed alimento ad ideologie condannate dalla storia senza possibilità d'appello, mentre sono contrario a rimettere mano a monumenti, simboli e vestigia storiche testimonianza (magari anche spiacevole) del periodo.
Immagino che lo sfoggio di tale abbigliamento, che normalmente penso sia stato confinato in ambienti più consoni e meno esposti al pubblico, sia stato collegato proprio all'approvazione alla Camera della legge Fiano: ciononostante mi offre un motivo in più per essere favorevole alla legge.
Di cretini incapaci di confinare nell'ambito di un comportamento civile le proprie pulsioni e rispettare gli spazi e la libertà degli altri ce n'è più di quanti siamo portati a pensare e sono più vicini a noi di quanto crediamo (e di quanto personalmente vorrei).
Proviamo a limitarli un po', che male non fa.
Ciao
Paolo
1 commento:
Buondì,
concordo. Giusto distinguere tra la memoria storica - vera - e la nostalgia per un'ideologia perniciosa. Penso che i venditori di gadget fascisti possano senza troppo sforzo trovarsi nuove linee di mercato, magari tali da non contribuire all'orgoglio di gente con idee pericolose.
Il fascismo che ritorna non ha bisogno di saluti romani e del faccione di Predappione, giusto opporre un minimo di resistenza a chi crede ancora in tali simboli.
Saluti
T.
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