Mi sa che a Grillo, a Roma, va di culo

Buongiorno,

ai tempi dell'ingloriosa ed i ndecente fine del mandato ad Ignazio Marino, ma anche dopo, durante la mortificante campagna elettorale per l'elezione del Sindaco della Capitale, in molti sospettarono (ed i 5 Stelle giunsero a sostenerlo anche pubblicamente), che Roma fosse una polpetta avvelenata lasciata a bella posta da Renzi per avvelenare il suo primo avversario politico.

Una polpetta avvelenata perchè, da un lato, dopo che già alcuni anni fa era stato possibile approvare il bilancio solo grazie ad una legge nazionale ad hoc, dopo il caos derivato da Roma Capitale, dopo lo sfascio e l'esplosione del debito delle municipalizzate, era evidente che l'amministrazione della Capitale richiede una squadra di amministratori esperti, competenti e coesi di un livello che forse in Italia non è presente, mentre, dall'altro, era evidente che i fallimenti di Alemanno prima e di Marino poi avrebbero comunque sospinto un grillino sulla poltrona del sindaco.

Il fastidio di ascoltare

Buongiorno,

l'uscita stizzita del confermato ministro Poletti volta a minimizzare la portata .del problema dell'emigrazione dal nostro Paese (successivamente parzialmente rettificata) non ha in realtà alcuna valenza sul piano dell'analisi del problema, ma mostra chiaramente come Poletti (e purtroppo la cerchia cui appartiene) si ostini a non voler vedere nè affrontare i problemi che la realtà sta ponendo davanti al nostro governo.

Sono sempre di più gli italiani che trovano una realtà migliore all'estero (il che significa che l'Italia è sempre meno competitiva rispetto agli altri Stati in cui si emigra) e che, avendone la possibilità (il che significa avendo skill, professionalità, competenze,...), emigrano (portandosi dietro il loro bagaglio di capacità)?


Errori di autocritica

Buongiorno,

domenica ho avuto modo di ascoltare a spizzichi e bocconi (ero intento in attività gastronomico culinarie) parte dell'assemblea nazionale del PD trasmessa da Radio Radicale, un'assemblea di un certo peso dopo la sconfessione rimediata dal partito in capo al governo nel referendum costituzionale.

Sono rimasto prevedibilmente deluso dalla relazione del segretario Matteo Renzi, la cui assunzione di responsabilità rispetto alla sconfitta può sembrare personale, piena ed ampia ("Ho perso, anzi ho straperso"), ma rimane solo nella forma, visto che quando si passa all'analisi delle cause l'ex primo ministro, supportato anche da altri interventui, propone un mix tra:

Babbo Natale ha fatto un regalo in anticipo

Buongiorno,

Babbo Natale ha anticipato a tutti gli juventini l'ormai tradizionale (o quasi) titolo simbolico di campioni d'inverno.

Agli altri: carbone!

:-)

Ciao

Paolo

La fotocopia nemmeno tanto sbiadita del governo Renzi

Buongiorno,

spero di essere smentito perchè ho una gran brutta impressione davanti all'elenco dei ministri che compongono il neonato governo Gentiloni, quella di essere davanti alla fotocopia sbiadita del precedente governo, una fotocopia generata da quanto di più simile esiste ad un reincarico di andreottiana memoria.

Dopo che ogni analista politico ha sostenuto (a posteriori, lo ammetto) che il risultato del referendum di secca bocciatura delle riforme costituzionali è stato determinato in maniera prevalente da una sorta di tanto ampio quanto indebito voto contro l'ex Premier ed il suo governo, a cosa andiamo incontro?

NO: un successo di cui non esultare

Buongiorno,

per vari motivi non riesco a condividere l'entusiasmo con cui alcuni (in realtà fortunatamente non molti) hanno accolto l'ampio successo del NO al referendum costituzionale.

Il primo, quello più epidermico e banale, consiste nella qualità della compagnia. L'esibizione di certi figuri della politica schierati per il NO è stato secondo me l'elemento più forte utilzzato da Renzi per promuovere il SI (non che anche tra le fila dei proponenti mancassero perle dello stesso stampo, beninteso), ma una cosa è votare accidentalmente (e quasi certamente per motivi diversi) come Brunetta e Salvini, un'altra è festeggiarci insieme. 

A tutto c'è un limite, anche per me (1).

Referendum e dintorni: il giorno dopo

Buongiorno,

provo a fare un po' di considerazioni, sicuramente non originali, sul risultato del referendum con cui l'Italia, a larghissima maggioranza e con gran partecipazione, ha inequivocabilmente respinto in un colpo solo la proposta di riforma costituzionale ed il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ad essa aveva incatenato sè stesso e, nei suoi auspici, una buona fetta del futuro del Paese.

Come premesso, per margine e partecipazione, il risultato non è equivocabile: ad essere stati bocciati senza appello sono sia la proposta di riforma, che consideravo pessima, che Renzi, sul cui restante operato ho un giudizio comunque molto critico ma un po' migliore (1).

Tutto quello che non avreste voluto sapere sul referendum ma ho già scritto. Ed altro...

Buongiorno,

approfitto per riordinare ed integrare minimamente quanto ho già scritto sulle motivazioni che mi porteranno a votare NO sulla scheda referendaria di domani.

A chi interessi, le mie motivazioni stanno in questi post:
 e, in parte, in
Ma non è tutto, perchè su questo referendum si sono scaricate molte cose che vanno al di là dell'aspetto costituzionale.

Personaggi pubblici, personaggi estremi: Lapo Elkann

Buongiorno,

passare da Fidel a Lapo mi ha fatto venire i crampi alle dita con cui digito sulla tastiera per la differenza (direi addirittura antropologica) tra i due, ma, se i protagonisti sono così distanti, non lo è il modo manicheo con cui mi pare vengano trattate le loro tristi vicende.

Possibile che anche in questo caso non esista la possibilità di vedere quanto mare sta nel mezzo tra l'affermare che non è successo nulla, sono solo affari suoi, libero e padronissimo di divertirsi come vuole e dall'altro lato irriderlo come un pervertito privo di qualsiasi morale?

Personaggi pubblici, personaggi estremi, informazione: Fidel Castro

Buongiorno,

la morte dell'ormai novantenne ex comandante di Cuba Fidel Castro ha portato i giornali a parlare della sua parabola storica e politica, senza peraltro che in giro si vedesse alcunchè di simile ad una valutazione dei pro e dei contro del suo operato.

Da un lato vi è chi in Castro vede solo il rivoluzionario e romantico liberatore dall'oppressione di una dittatura fascistoide e corrotta, dall'altro chi vede solo il dittatore comunista che reprime i diritti civili degli oppositori e frena lo sviluppo economico del suo popolo. 

E nessuno dalle pagine dei giornali sembra voler vedere quanto sta nel mezzo, quanto cioè porta ad una valutazione meno estrema ma probabilmente più realistica, partendo da contesto, storia, vincoli e condizionamenti esterni.