Un appello e nessun post

Buongiorno,

ho poco tempo, molti impegni e nessuna idea per il post di oggi.
Scusatemi ma, salvo sorprese da parte di qualcuno di voi, non uscirà alcun pezzo.
Mi rivolgo invece a quel 10% circa di contatti che le statistiche mi dicono provenire dall'estero, parlo a chi legge da USA e UK, da Germania e Benelux, dalla repubblica Ceca, e dalla Spagna, da Nicaragua e Paesi Salgariani come Malesia Singapore e Vietnam, dalla Svizzera e dalla Francia, dagli Emirati Arabi e dall'Islanda, dall'Australia e dal Mali (mi sta venendo la sindrome del radioamatore: tra un po' metterò le bandierine sulla mappa quando compare uno stato nuovo...): sarei personalmente interessato a sapere come all'estero sono visti l'Italia, gli italiani e la situazione italiana, aggirando il filtro del giornalismo, che rappresenta troppo spesso un punto di vista particolare e privilegiato, ma altrettanto spesso poco significativo.

Credo che la cosa possa essere interessante anche un po' per tutti gli altri lettori, per cui vi invito a buttare giù una paginetta, magari partendo anche da un episodio specifico particolare, che cercherò di pubblicare man mano.

Chi volessse coccolare la mia pigrizia può usare un formato arial 12 giustificato in OpenOffice :-) (pare il formato più gradito per far digerire un semplice copia ed incolla).

Attendo fiducioso e ringrazio.

Ciao

Paolo

A volta hanno ragione

 Secondo post del giorno!

Buongiorno,

la confusione generata intorno alle vere o presunte frequentazioni del Premier sta mascherando il fatto che, in termini di politica interna ed in linea di principio, la situazione che stiamo vivendo è molto più precaria e ballerina di quanto possa apparire.

Chi da tempo invoca le dimissioni di SB sarà probabilmente poco incline ad ammetterlo, ma la richiesta di dimissioni anche per il Presidente della Camera ha, almeno secondo me, motivo di essere con fondamento anche maggiore di quella per le dimissioni del Premier. 

E questo prospetta una situazione in cui due delle più alte cariche dello stato sono contemporaneamente e pesantemente messe in discussione, il che non è certo un motivo di stabilità.

Contrariamente a quanto qualcuno potrebbe pensare non credo che le dimissioni di Fini dovrebbero avvenire per il caso Tulliani - Montecarlo ed i suoi poco limpidi sviluppi legati da un lato a rapporti semi personali con paradisi fiscali (la documentazione richiesta fuori di rogatoria a St. Lucia) , dall’altro a promesse pubbliche (quelle di dimissioni di Fini).

La chiusura dell’inchiesta, che ha escluso l’esistenza di reato, in qualche modo lascia il Presidente della Camera con le mani libere: l’immagine è un po’ sporcata, ma la figura istituzionale è solo sfiorata dal caso, non pesantemente coinvolta: non credo sia su queste basi che si possono chiedere le dimissioni di un politico dalla carica, né le insinuazioni sugli interessi personali di Fini in questo caso sono tali da permettere di ipotizzare che il suo ruolo di garanzia possa per questo motivo venir meno. Sono concetti che chi da decenni invoca principi ipergarantisti per SB dovrebbe capire benissimo.

A farmi dire che Fini dovrebbe dimettersi per rispetto del ruolo istituzionale è il suo peso conclamato ed evidente all’interno di FLI, che senza Fini semplicemente non esisterebbe.

La situazione di Fini, in preparazione e dopo la secessione dal PDL è infatti molto cambiata, in quanto nella stessa persona sono confluiti due ruoli incompatibili quali quello attivo leader di partito e quello di presidente garante della Camera. Il che non può e non deve essere.

In realtà, tale contraddizione sussisteva sin dalla sua elezione, quando Fini, ben lungi dall’essere super partes, era già un figura di primo piano molto attiva nel PdL: pur avendo tutto sommato condotto la camera almeno nella prima parte della legislatura, la sua elezione non ha premiato una figura di garanzia, con buona pace di chi, avendolo eletto, se ne accorge solo adesso e solo perchè FLI è il principale partito di opposizione del PdL.

Ciao

Paolo

Sallusti: ecco dov'era finito il manganello mediatico!

 Primo post del giorno!

Buongiorno,

immagino che in pochi si siano meravigliati del fatto che su il Giornale, impegnandosi in un contrattacco a difesa di SB, ieri sia uscito un attacco alla PM Ilda Boccassini, protagonista in questi giorni della scena giudiziaria e politica per il rinverdito e rimpolpato affaire Ruby. A stupire potrebbe semmai essere l'eventualità che quanto riportato sia vero, vista la credibilità della testata.

In verità qualche avvisaglia dell'attacco c'era già stata, ma i colpi erano andati a vuoto, vuoi perchè mirati su un magistrato non coinvolto nell'inchiesta (ma in fondo, si sa come sono i magistrati per Sallusti: tutti uguali, stessa  faccia stessa razza...), vuoi perchè la notizia era fresca di soli quarant'anni e quindi puzzava un po', vuoi perchè la fonte non aveva esattamente tutti i crismi dell'ufficialità (un libro contro la casta dei giudici).

Ma di cosa viene accusata la Boccassini? di non poter investigare SB perchè nell'82 (!!, cioè quando l'Italia vinceva il mondiale di calcio. No, non l'ultimo, l'altro, quello prima: Zoffgentilescireacabrinitardelli... rossi, presente? sì, è vero, al Giornale sono sempre sul pezzo: mi dicono che domani usciranno titolando a piena pagina RAPITO ALDO MORO) è stata assolta dal CSM dall'accusa di aver leso l'immagine della magistratura perchè era stata vista baciarsi ed abbracciarsi con un giornalista di estrema sinistra e si era difesa affermando che si trattava di aspetti relativi alla sua sfera privata ininfuenti sulla sua attività professionale.

Sarò sicuramente fazioso, ma ci sono alcuni elementi di discrepanza tra  la situazione della Boccassini nell'82 e quella odierna di SB che me le rendono estremamente difficili da confrontare.

Il primo è che la Boccassini si è fatta giudicare dall'organismo preposto, risultando assolta (non prescritta, scudata, assolta perchè il fatto non è più reato o altre menate simili: read my lips A-S-S-O-L-T-A! che parola bella e semplice, vero?). A SB questo capita meno frequentemente.

Il secondo è che l'ipotesi di reato era che la sua condotta privata recasse discredito alla categoria, non che scadesse in reati penali quali la concussione o lo sfruttamento della prostituzione minorile

Per stare largo nella tutela, immagino anche la la Boccassini trombasse (quanto meno glielo auguro): abbracciarsi, baciarsi, trombare non erano e non sono reati, la concussione e lo sfruttamento della prostituzione si. Ora, visto che sono concetti semplici vi chiedo: secondo voi per quale situazione è ipotizzabile si possa intercettare e per quale bisognerebbe invocare il rispetto della privacy? Bravi! Sallusti lei è l'unico a pensarla diversamente, mi spiace,  è un peccato: ha le capacità ma non si applica. Figuratevi quelli che lo leggono! :-)

Mi domando poi con quale coerenza il sacerdote difensore della sacralità della privacy sta sbandierando sul suo giornalaccio aspetti datati della vita sentimentale  (ed indulgendo anche in dettagli smentiti già allora) di una persona che non è sottoposta ad inchiesta alcuna, ben sapendo che attingono unicamente alla sfera personale della stessa? il succo del suo ragionamento pensiero della sua logica uffa! dell'articolo, ecco!, non era che si tratta di una cosa da non fare?

Un'altra cosa: ammettendo anche per assurdo che oltre trent'anni fa il comportamento della Boccassini potesse essere illecito e che regga il parallelo con la situazione di SB, qualcuno mi spiega come in qualche testa bacata questa cosa potrebbe modificare l'andamento di una accusa analoga?

Per concludere, ho sentito l'inizio della Zanzara ieri sera e che parte dei miei argomenti e delle mie ironie erano condivise dai due conduttori. Propongo comunque lo stesso il pezzo perchè non avevo il tempo di scriverne un altro avendo già preparato questo e perchè in trasmissione non ho sentito sottolineare sufficientemente i due aspetti chiave della questione: le ipotesi di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile da parte del Presidente del Consiglio, che fanno tutta la differenza del mondo.

Ciao

Paolo

L'essenza del centrismo

 Primo post del giorno!

Buongiorno,

ieri si è consumata la prevista farsa del voto di sfiducia al Ministro Bondi,  sfiducia che avrebbe avuto molti motivi d'essere, come sembrano documentare l'inerzia del ministro nelle questioni istituzionali (testimoniata solo parzialmente dal caso Pompei), da pratiche amministrative familistiche non smentite (almeno io non considero il riferimento a casi umani una smentita) e da sprechi ministeriali grotteschi altrettanto non smentiti (il caso Bonev).

Si trattava di un voto che avrebbe nella realtà potuto effettivamente portare alla sfiducia di un Ministro incapace, in quanto Bondi era mal tollerato dai suoi stessi compagni di partito, per il servilismo estremo, oltre che per l'incapacità istituzionale.

Se il voto non ha avuto l'esito più auspicabile ciò è avvenuto sostanzialmente per due motivi: la necessità di fare quadrato sempre, comunque e davanti a chiunque del Partito del Livore e la solita politica degli ex DC.

I quali, nelle migliori tradizioni democristiane, hanno fatto dichiarazioni di un segno, sfiduciando a parole il ministro, e trovato un pretesto per disertare il voto, operando nella pratica in senso opposto e salvandolo. In fondo hanno studiato dai Gesuiti, non sia mai che possano prendere una posizione chiara: vorrebbe dire precludersi le possibilità di fare in ogni momento accordi diversi!

Bersani prenda per cortesia nota: questa, se non se ne fosse ancora reso conto è la coerenza e la lealtà che gli italici centristi esprimono sistematicamente, e cerchi di ricordarsene quando, secondo me tra poco, qualcuno premerà per realizzare una modernissima "alleanza al centro, che attragga l'elettorato moderato, rifuggendo invece l'abbraccio della sinistra fondamentalista". Perchè con questi alleati, che sono un po' più presentabili ma non diversi da un Mastella, qualche bella coltellata in mezzo alle scapole non te la toglie nemmeno il Padreterno. Benevolmente, cristianamente e nell'interesse del Paese, ovvio.

Ciao

Paolo

Il giorno della memoria

Secondo post del giorno!

Buongiorno,

in occasione delle celebrazioni del giorno della memoria mi ritrovo a vedere che, con l'eccezione del programma mandato in onda ieri sera da La 7, che anche Francesca ci aveva per tempo segnalato e che ha parlato di un tema solo apparentemente collaterale, in Italia questa giornata ha sempre più i connotati di una celebrazione ripetitiva, stanca e retorica, cosa che trovo ingiusta e un po' preoccupante.


Trovo preoccupante il voler minimizzare e scusare quanto accaduto anche in casa nostra, perchè se pensiamo che adesso da noi certe cose non possano succedere ci priviamo degli anticorpi necessari ad impedirle, diverse ed attualizzate.

In Tv i film che passano non parlano praticamente mai di quanto successe in Italia, e noi cresciamo nella convinzione più o meno conscia che la cosa non ci abbia toccato se non marginalmente e che, quello che avvenne, avvenne perchè non si sapeva. 

Non fu proprio così e lo si può vedere ancora oggi, finchè le tracce ci sono ancora.

Io abito in un paese di poco più di 25 mila abitanti che ha vie piazze parchi e ville intitolate a quello fu un benefattore del paese (contribuì personalmente alla realizzazione dell'ospedale, di un asilo e di altre istituzioni benefiche, opere in gran parte ancora in uso) e fu sindaco per ben 25 anni, dal 1895 al 1920, periodo in cui gli abitanti erano meno di metà di quelli attuali. Probabilmente quell'ex sindaco era la persona più in vista e più benvista del paese. Lui e la sua famiglia furono deportati ed uccisi perchè ebrei. Davvero non si sapeva? Nessuno se n'era accorto? Una personalità così rilevante in un paese così piccolo?

E se nessuno sospettava nulla, perchè nel casale dove abita il maestro di musica di mia figlia (che un tempo era casa di semplici contadini in mezzo alla campagna) c'è ancora l'intercapedine trasformata in nascondiglio dove alcuni altri ebrei vennero nascosti e protetti? Perchè si nascondeva e proteggeva qualcuno, esponendosi a gravi rischi e togliendosi il pane di bocca per sfamarli in periodo di guerra, se non si sapeva niente dei pericoli che correvano?

E' più probabile che non si volesse sapere, persino tra le vittime, perchè la realtà può essere troppo brutta per essere accettata.

Ciao

Paolo

Scarsa visibilità dal bunker

Buongiorno,

i nostri politici stanno in questi giorni tenendo gli occhi fissi sull'ombelico di SB: gli uni per prendere la mira, gli altri per rispondere rabbiosamente al fuoco, qualcuno  per decidere se e quando tradire.

Gli aspetti più evidenti di questa situazione sono le sempre più frequenti reazioni scomposte, aggressive e violente dei rappresentanti della maggioranza, che hanno sostituito ai provocatori di professione alla Sgarbi o Brunetta dei “bastonatori mediatici” ben più aggressivi, alla Santanchè o alla La Russa. Senza parlare del crescente volume di fuoco che parte da SB e dai giornali di sua proprietà.


In questa situazione nessuno sembra accorgersi che un fattore potenzialmente rilevante per lo sviluppo economico italiano come i rapporti commerciali con i paesi mediterranei sta vivendo una fase di cambiamento improvvisa e drammatica, con il rischio per l'Italia di veder sfumare definitivamente e completamente la possibilità di sfruttare la propria vantaggiosa posizione nel Mediterraneo.

Già sembra di capire che la Cina abbia scelto come proprio hub commerciale in Europa la Grecia, approfittando della fame di liquidità che la crisi le sta imponendo e delle conseguenti condizioni particolarmente vantaggiose che i porti ellenici sono disposti ad accettare, ma con la controparte di investimenti nella logistica che i cinesi sono in grado di muovere verso Atene. E chi abbia letto anche solo l'incipit di Gomorra dovrebbe ricordare che sinora per tale ruolo l'Italia aveva una posizione privilegiata (se ciò non bastasse ci si può informare su cosa stia succedendo a Gioia Tauro, dove mi pare di capire che questo è un fattore importante della crisi del porto).

A questa situazione si stanno aggiungendo le crisi in successione del regime di Ben Alì in Tunisia prima, di Sali Berisha in Albania immediatamente dopo, ed ora, sembra, di quello di Mubarack (si, proprio il presunto zio di... :-) ) in Egitto, crisi che possono cambiare lo scenario politico in paesi nei quali abbiamo grossi investimenti economici e commesse come Tunisia ed Albania oppure che giocano un ruolo fondamentale nel garantire la stabilità politica e la pace nell'intera area mediorientale e mediterranea.

Non trovo per nulla rassicurante il sostanziale silenzio del nostro già poco brillante ministro degli esteri Frattini su questi argomenti: non vorrei che anche lui come il resto dei politici fosse in altre faccende affaccendato, e che di conseguenza l'Italia rischi di perdere uno dei pochi treni promettenti che le si offrivano senza nemmeno accorgersene.

Ciao

Paolo

Laici d'assalto

Buongiorno,

ieri la Chiesa si è finalmente espressa sulle traversie politico-sessuali che stiamo attraversando attraverso le parole del cardinal Bagnasco che ha parlato apertamente di sgomento nel paese e della necessità che la situazione venga chiarita nelle apposite sedi, contraddicendo le prime posizioni espresse invece dal cardinale Sepe qualche giorno prima a Radio 24.

E, come già successo il giorno prima a fronte delle dichiarazioni del vescovo di Padova Mons. Mattiazzo sulla morte di un militare italiano in Afghanistan si assiste ad un fenomeno di insolita inversione di ruoli: la Destra, che normalmente si fregia dell'appoggio clericale, oscilla tra un silenzio attonito e reazioni scomposte (come ovviamente quella del solito pacatissimo La Russa contro Mattiazzo), la Sinistra, di solito critica contro le intromissioni del Vaticano nella politica italiana, commenta felice ed entusiasta le posizioni espresse dai vescovi.

Entrambe le reazioni sono evidentemente strumentali: sia la Destra che la Sinistra mostrano chiaramente di non rispettare l'autorità spirituale del Vaticano a meno che la cosa non giochi a loro favore, e con un goffo salto mortale doppio e carpiato cambiano la loro prospettiva di 180° a seconda dell'opportunità.

Paradossalmente trovo che la posizione più debole venga espressa in questo momento dalla Sinistra, in questo momento gongolante per l'appoggio da Oltretevere.

La Destra infatti si è appoggiata solo episodicamente e solo in alcune sue parti alla Chiesa, ciononostante si è fatta garante dei privilegi accordati al Vaticano: può vantare quindi un rapporto di relativa indipendenza, di amicizia e di protezione nei confronti dei porporati. Gli attriti di oggi sono episodici e potranno essere smussati attraverso la concessione di qualche altro privilegio (dopo l'esenzione ICI, l'assunzione dei docenti di religione, le sovvenzioni alle scuole private, cos'altro si può concedere? può bastare qualche norma che favorisca i farmacisti ed i medici obiettori di coscienza?) ad una Chiesa  che davanti a questo tipo di lusinghe ha sempre dimostrato una morale estremamente pragmatica.

La Sinistra, invece, che a parole ha sempre vantato la propria laicità ed indipendenza, sta nuovamente smentendo il DNA che ha sempre sbandierato (nuovamente nel senzo che la fusione fredda che aveva generato il PD aveva inglobato anche persinaggi per i quali la parola laicità era una bestemmia, tipo la Binetti), dimostra di essere la parte che pensa di trarre maggior vantaggio dall'eventuale alleanza, pronta a riconosce l'alta autorità delle parole della Chiesa, e quindi che la sua è ormai una laicità di maniera.

Nel fare ciò la Sinistra non ha altrettanta credibilità, né è in grado di esercitare le stesse lusinghe della Destra.  Per di più scontenta una ampia fetta dei propri elettori, convinti che la politica e la religione debbano operare su piani diversi ed indipendenti. Insomma quello della Sinistra mi pare appaia più che altro un tentativo maldestro e privo di reali attrattive, che privilegia una tattica di piccolo cabotaggio politico rinnegando una sana e lunga tradizione.

Ciao

Paolo

Sensi di colpa

Buongiorno,

Nei giorni scorsi, ascoltando le notizie al giornale radio ho avuto l'impressione che in questi giorni la parola chiave, ripetua ad ogni piè sospinto nelle dichiarazioni ufficiali, sia stata “colpa”.

A Sinistra la colpa di qualsiasi cosa (discredito internazionale, conflitto istituzionale, debito pubblico, scarsa crescita economica, corrruzione morale,...) ha un connotato chiarissimo: è attempato, usa i tacchi e talvolta la bandana, commette frequentemente gaffe internazionali, frequenta spesso e volentieri leader “diversamente democratici”, ha una grave allergia alla magistratura, una attrazione smodata verso le giovani donne, un colossale conflitto di interessi tra ruoli pubblici e privati,... Esatto! Per quanto incredibile possa sembrare quello descritto è un Presidente del Consiglio, e purtroppo è il nostro!

Emblematico di questa involuzione del pensiero politico di sinistra è stato il discorso di Veltroni al Lingotto.

L'unico politico del PD che in passato era riuscito a sostenere di non dover fare una campagna elettorale contro SB, nel discorso fatto ai suoi, quelli di Movimento Democratico, non ha saputo fare di meglio che chiedere a SB di dimettersi. Ci mancava solo un “per favore” e un “se non è di troppo disturbo”. (per inciso qualcuno spieghi a Veltroni come si arringano le proprie truppe: se i vari Kesselring, Von Paulus, Guderian, Rommel avessero arringato la Wehrmacht chiedendo gentilmente agli alleati di arrendersi, la seconda guerra mondiale probabilmente non sarebbe nemmeno iniziata. E' una regola minima che quando si parla alle proprie truppe si deve parlare a loro ed al limite ci si  deve dimostrare  forti minacciando gli avversari, ma non si deve supplicare i nemici perchè si arrendano, altrimenti ci facciamo troppo male noi).

E, come vedrete dal link qui sotto, anche FLI si sta adeguando alla linea della sinistra: c'è da chiedersi cosa sarà in grado di fare l'opposizione, nel caso riesca in qualche modo a succedere a SB, dopo che per quasi vent'anni gli ha attribuito la colpa di ogni problema italiano. Come farà a spiegare ai suoi elettori che, andato via SB, sono rimasti i problemi?

A Destra invece ogni situazione ha un colpevole diverso: i magistrati (Komunisti), Casini, i pessimisti, Fini, la crisi, gli speculatori, la sinistra, insomma tutti!

E anche qui è significativo il discorso del giorno di SB secondo cui è urgente fare la riforma della giustizia, che non si è potuta fare non per sua mancanza di volontà, ma per colpa di Casini prima e di Fini poi. Bastava risalire ancora di qualche anno ed avrebbe citato anche la Lega di Bossi.

In entrambi i casi è emblematico che le colpe vengano attribuite quasi esclusivamente all'esterno, senza particolari analisi delle proprie responsabilità.

Credo che uno psicologo ravviserebbe nel primo caso i sintomi di una ossessione, mentre nel secondo troverebbe quelli di una forma di mania di persecuzione. In nessuno dei due casi ragionevolmente lo stesso psicologo avrebbe ravvisato lucidità di pensiero e capacità di giudizio, né un atteggiamento positivo e propositivo, che sono caratteristiche necessarie in un leader.

Ciao

Paolo


Il rogo dei libri

Secondo post del giorno!

Buongiorno,

Per il post di oggi prendo spunto da una situazione locale già segnalata anche da Francesca nei giorni scorsi.

Mi piacerebbe chiamare in causa in prima battuta Cruciani, riferendomi a questo, ma sarebbe sicuramente dargli una responsabilità che non ha, in quanto esprimeva da privato cittadino il proprio dissenso con le posizioni sostenute da Fred Vargas nel modo che preferiva, avendone pieno diritto e titolo. Gli avrei anche riconosciuto il diritto di invitare anche gli ascoltatori al boicottaggio (che sarebbe stata comunque una incoerenza ancora più grande, da parte sua), pensate un po'.

La prima notizia che segnalo è che l'assessore alla cultura della provincia di Venezia Speranzon aveva manifestato l'intenzione di invitare ufficialmente le biblioteche dei comuni veneziani a “mettere al bando” I libri degli autori che avevano espresso solidarietà a Cesare Battisti. Scarpa, Cacucci, Dazieri, Carlotto, solo per dirne alcuni. Chissà quale posizione ha l'assessore rispetto a Saviano, spesso tirato in causa per una firma ritrattata... 

La seconda è che, per non essere da meno l'assessore regionale veneto alla Pubblica istruzione Donazzan ha deciso di rilanciare estendendo l'invito a tutte le scuole del Veneto.

Ora, credo che iniziative simili possano essere prese a titolo personale, ma trovo che sia sbagliato e pericoloso, che una figura istituzionale lo faccia in via ufficiale. Perchè è comunque sbagliato impedire la diffusione di pensiero e cultura, anche quando non li si condivida.

L'idea poi che degli assessori che operano nel settore della cultura e dell'istruzione possano pensare di percorre delle strade così apertamente illiberali, se non addirittura oppressive della libertà, mi lascia a dir poco perplesso. Perchè si sa dove si parte, ma anche dove qualche volta si è arrivati, giocando al rilancio su certi argomenti. 

E, nella storia, l'indice dei libri ed I roghi dei libri hanno sempre contraddistinto dei regimi infausti.

Da parte dei due assessori mi sarei dovuto aspettare una critica nei confronti degli scrittori indicati, ed un entrare nel merito di quanto sostengono o di un personale ostracismo nei loro confronti, ma di certo non l'ostracismo istituzionale. In fondo credo ancora di vivere in un paese che vorrebbe tutelare la libertà di opinione. Non avendo visto nulla di ciò, non posso che pensare che siano, come troppo spesso accade, inadatti al ruolo.

E, nel finale, mi piacerebbe chiedere a Cruciani, che si dichiarava un tempo pienamente d'accordo con l'affermazione di Guzzanti secondo cui "Lo stesso atto di bruciare una bandiera è un gesto simbolicamente genocida: esprime il desiderio di mettere al rogo un popolo, un'etnia.”, se non ritiene di dover stigmatizzare un gesto che per parallelismo è simbolicamente distruttore della libertà di pensiero ed espressione. 

Ciao

Paolo

Il fattore distorcente

Buongiorno,

Oggi doppio post: il primo è di Michele:

Dall’articolo di Sara Nicoli sul Fatto Quotidiano del 19/01/2011 a pagina 4:

"…Il capo dello stato si sarebbe limitato a sottolineare che quelle contestate al premier sono “gravi ipotesi di reato” e che il presidente è “ben consapevole del turbamento dell’opinione pubblica”. Dunque, c’ è bisogno che tutta la vicenda sia chiarita al più presto.
Di rimando il Cavaliere ha risposto di “essere sempre stato assolto e di essere un perseguitato giudiziario”. Per questo, “sono tranquillissimo”. Una frase che avrebbe irritato Napolitano. Al punto da ribattere, ironicamente, perché allora “non va a farsi processare”. Pare che B. l’abbia presa come una battuta, ma non era ovviamente così. …"



Con questo incipit voglio ragionare intorno a quanto sentito da Mario Sechi, il direttore de “il Tempo” ospite a “nove in punto” di Oscar Giannino il 18/01/2011, che affermava due concetti che sono il fulcro del pensiero berlusconiano di questi anni - anche per rispondere (so che era un po’ scherzoso il tono caro Paolo!) a chi parlava di tifosi di una parte e dell'altra – in sostanza:
  • L’uso politico della magistratura, e il fatto che Berlusconi è un perseguitato giudiziario, e che comunque è sempre stato assolto.
  • Il fatto che senza la sua discesa in campo, la sinistra avrebbe preso il sopravvento, e che non c’ è altro leader come lui.

Sul primo punto, ponendo che sia vero che B. è sempre stato assolto (e non è così), proprio per questo motivo dovrebbe riporre fiducia nei giudici e nel sistema giudiziario, che, lo ricordo, è fatto di un’accusa, di una difesa e di un giudice terzo che giudica in base alle prove fornite dalle parti. Ma forse è il caso di ricordare che il PDC negli anni ha subito una serie di procedimenti giudiziari, alcuni conclusi con una assoluzione (non sono Travaglio che ricorda tutto), mentre in altri il nostro è letteralmente svicolato facendosi leggi autoassolutorie ad hoc come per il falso in bilancio, o temporeggiando e legiferando (tanto per cambiare) in modo che i suoi processi andassero in prescrizione. E’ un perseguitato? Può darsi, ma si può anche pensare che SIA una persona abituata a combinarne una dietro l’altra e a non dar conto di quello che fa a nessuno. 

Quindi nell’incertezza …colpevole, innocente, perseguitato o meno… sarebbe giusto che chiarisse il più velocemente possibile le sue pendenze (soprattutto agli occhi di non l’ha votato che solo così potrà riconoscerlo come un legittimo, anche se contraddittorio, rappresentante), cosa mai fatto adducendo la solita scusa di comodo delle toghe rosse.

Anche sul secondo punto, a proposito del timore – di comodo - della ascesa al governo della sinistra ci sarebbe qualcosa da dire. In fondo il centro sinistra ha governato dal 1996 al 2001, e dal 2006 al 2008 e non mi sembra che siano successe rivoluzioni.

Sono poi fiorite con il tempo una serie di leggende metropolitane, che fanno della figura del presidente del consiglio (quando c’è lui) il capo supremo del paese, come se la nostra fosse una repubblica presidenziale come quella Francese o Americana, e non parlamentare. Nella prima repubblica ogni partito aveva più di un leader - magari non ingombrante come Berlusconi - dietro cui si formavano le correnti. Il problema dal mio modesto punto di vista è che Berlusconi è un’anomalia non solo per i dubbi mai chiariti sul suo passato così come per i suoi affari, ma perché è massivo e, così come buco nero è un fattore distorsivo dello spazio-tempo intorno a sé tanto da catturare la luce e la materia delle stelle in prossimità all'orizzonte degli eventi, così il Cavaliere ha distorto lo spazio della politica, facendo di sè l'orizzonte degli eventi (perché senza di lui non succede e non deve succedere niente), negando la possibilità di formazione e crescita di nuovi soggetti (anzi, con l’esclusione di Bossi, causando la moria dei leader di altri partiti), e al contempo portandosi dietro una serie di riciclati e sopravvissuti di mani pulite.

Beh, una volta che il Cavaliere sarà scomparso dalla scena politica spero che la politica italiana si ridisegnerà in meglio, consegnandoci finalmente una destra e una sinistra normali, come ci sono in altre democrazie europee.

Ciao
Paolo

Buttarla in rissa

Buongiorno,

purtroppo le notizie di cui si continua a parlare ruotano tutte e solo attorno al caso Ruby, sul quale ho francamente poco d'altro da dire: faccio veramente fatica a scrivere qualcosa, men che meno di originale.

L'unica novità è rappresentata dalla controffensiva degli indagati, che si muove, come impropriamente ha fatto il materiale su cui sono fondate le accuse, sui media, principalmente quelli di Mediaset.
Fede sbandiera il faldone dell'inchiesta reso pubblico nei giorni scorsi, Ruby rilascia interviste strappalacrime da Signorini, il Presidente del Consiglio rilascia dichiarazioni ai Promotori della libertà, ben sapendo che saranno riprese dai media.
Il tutto spostando ulteriormente il piano dello scontro un passo più in là verso la consueta rissa: invece di rimanere nel perimetro delle enunciazione della propria innocenza e dell'esibizione di eventuali prove o indizi a discolpa (anzi, della fantomatica fidanzata “ad orologeria” o “a sua insaputa”, come preferite, si sono perse le tracce appena si è avuta l'impressione che fosse una strategia difensiva frettolosa ed inefficace), le risposte sono immediatamente saltate all'attacco contro i magistrati, minacciati apertamente di punizioni, e cui viene attribuita la responsabilità di voler sovvertire i risultati elettorali, calpestare la Costituzione, violare le leggi, … 
Ad aggiungere confusione il Premier dichiara in materia su cui non è competente, decidendo che il tribunale di Milano non è competente, che “I fatti che mi vengono contestati sono stati commessi nella mia qualità di presidente del Consiglio" (!) e dunque tutto deve andare al tribunale ministri, che le risorse impiegate nell'inchiesta sono state sproporzionate rispetto alla gravità dei fatti ipotizzati, che si è in presenza di una inaccettabile violazione della privacy degli intercettati, che gli inviti del Presidente della Repubblica vanno trascurati se non irrisi...

Insomma nulla che porti verso un chiarimento della situazione.
La conclusione è ovvia: urge una legge che riformi il ruolo dei magistrati. Perchè se mi accusano è ovvio che sono sovversivi e comunisti.

Tutto già sentito, stantio, come le difese sempre più stanche e sempre meno convinte che comunque gli alleati politici non stanno facendo mancare,come gli attachi dell'opposizione che (con l'eccezione di FLI, confortata dai sondaggi più recenti che la danno in crescita e fondamentale in qualsiasi coalizione di governo) invoca  le dimissioni senza convinzione.

Mi aspetto che anche la Chiesa faccia sentire un suo sussurro, che dica che no, così non va, ma che c'è comunque il perdono cristiano e che comunque è pronta all'incasso, in fondo l'eliminazione dell'educazione sessuale val bene un'orgetta, così avremmo esaurito il solito giro.

Invece delle solite cose scontate a me invece serve veramente una boccata di aria pura, ossigeno.

Ciao

Paolo


ULTIMA ORA! : "Sono fiero di appartenere a uno Stato in cui un premier può essere investigato come un semplice cittadino. Un premier non può essere al di sopra della legge, ma nemmeno al di sotto. Se devo scegliere fra me, la consapevolezza di essere innocente, e il fatto che restando al mio posto possa mettere in grave imbarazzo il Paese che amo e che ho l’onore di rappresentare, non ho dubbi: mi faccio da parte perché anche il primo ministro dev’essere giudicato come gli altri." Sorpresi, vero? Infatti era Ehud Olmert. Scherzetto. Ringrazio Phastidio.net per la citazione.

Dal nostro inviato al Politico di Roma

Secondo post di oggi!

Dedicato ai lettori “tifosi”. Chiedo solo di fare un piccolo sforzo di immaginazione: immaginate che sia Sandro Ciotti a parlare.

[mode Ciotti ON]

Buongiorno gentili ascoltatori,

interveniamo dal Politico di Roma mentre il match tra Premier Team e Minority F.C. Entra nel terzo anno con il risultato di zero a zero.


Il gioco continua ad essere sterile e pressochè inguardabile, con il Premier Team che punta tutto sul suo unico attaccante per giocare di rimessa ed il Minority che nell'ultimo anno ha iniziato un pressing sterile perchè incapace di evolvere in azioni offensive pericolose, con l'unica eccezione di quella che ha portata la mezzapunta Fini a lambire il palo alla sinistra del portiere al 14 dicembre con un tiro ostacolato dai suoi stessi compagni di squadra.

Quello che vediamo in campo non è agonismo, ma decisamente gioco falloso, ed il Premier Team sta contestando sistematicamente con veeemenza ogni decisione arbitrale a suo sfavore, anche nelle situazioni in cui le decisioni sono più chiaramente corrette, mentre il Minority continua a chiedere l'espulsione dell'unica punta avversaria ad ogni suo minimo accenno di fallo o simulazione, nella speranza di riuscire a sbloccare in questo modo il risultato.

Dal punto di vista tecnico l'unica novità è rappresentata dal cambio del modulo difensivo del Premier Team, che ha inserito l'inesperto Mario Sechi per rimediare alle sempre più grosse incomprensioni del trio Feltri Sallusti Belpietro. Sechi, pur dando fiato alla difesa spaziando da “La versione di Oscar” a “Ballarò” non sembra avere l'incisività necessaria a garantire un consolidamento della difesa nel settore centrale: si pensi che il suo migliore pezzo sinora è stato il “Chi potrà dire al blocco sociale che lo ha eletto che SB è caduto per questioni di lenzuola?”. Pezzo cui anche politici di serie inferiori sono in grado di rispondere con un semplice “Gli stessi che hanno spiegato la caduta di Marrazzo ai suoi elettori” oppure facendo notare che paragonare la prostituzione minorile con una semplice questione di lenzuola è come paragonare una rapina a mano armata con l'aver saltato la fila in banca.

Il tasso agonistico, o per meglio dire la fallosità, del Premier Team è molto aumentato dopo il rientro in campo dagli spogliatoi, dove secondo voci degli addetti ai lavori, avrebbe avuto luogo un insolito festino con giovani inservienti, utilizzato nel tentativo di motivare i giocatori e distendere i nervi della loro punta.

La partita sembra però destinata alla sospensione anticipata, se dovesse continuare il clima quasi di intimidazione nei confronti della quaterna arbitrale, i cui interventi sono peraltro stati imprecisi e fuori tempo, comunque incapaci di placare gli animi.

Da quello che stiamo vedendo solo la prodezza di un giocatore inatteso o un improbabile episodio improvviso potrebbero modificare il risultato di zero a zero, ma in campo non si vede giocatore in grado segnare la differenza.

Il risultato di zero a zero, visto l'andamento delle due squadre e l'orribile spettacolo che stanno dando è un risultato inutile, che non serve a nessuna delle due squadre né fa bene al campionato, ma sul quale dobbiamo ripassare la linea allo studio.

[mode Ciotti OFF]

Spero almeno di avervi strappato un sorriso!

Ciao

Paolo


Pochi sussurri e molte grida

Buongiorno,

primo post di oggi!

Sono sconcertato dalla confusione che si sta creando attorno agli sviluppi del caso Ruby, ma trovo inconcepibile che l'intero mondo politico abbia di fatto sospeso qualsiasi attività per questo motivo, pur in presenza di situazioni e problemi sicuramente degni di importanza.

Trovo che una volta di più il nostro ministro della difesa abbia dimostrato l'inopportunità dei suoi interventi, precipitandosi ad avvalorare l'esistenza di una fantomatica fidanzata del Premier mentre probabilmente la sua attenzione sarebbe stata meglio riposta sulla situazione afgana, dove i talebani ci hanno inflitto nuove vittime.

Penso che i media avrebbero avuto di che parlare più utilmente ragionando sulle nuove dichiarazioni di Marchionne, che da un lato smentisce nuovamente il fatto che il “modello Pomigliano” dovesse essere limitato a quell'unico caso particolarissimo, proponendosi come scontato di estenderlo a tutti gli stabilimenti italiani, dall'altro per la prima volta promette una reale modernizzazione dei rapporti tra Fiat ed i suoi dipendenti offrendo loro una prospettiva di partecipazione agli utili.

Ho l'impressione che la sproporzione tra lo stato delle accuse (per ora basate su dichiarazioni ed intercettazioni), il sensazionalismo che ci viene alimentato intorno da politici e media e la tranquillità che servirebbe ai magistrati per poter effettuare le indagini con la dovuta serenità sia enorme.

Mi sento invece confortato nelle mie sicurezze vedendo che Cruciani nella trasmissione di ieri sera, ha abbandonato la sua unica causa pubblica (quella nobile per l'estradizione di Battisti,) per la quale aveva annunciato la propria presenza al parlamento europeo, per buttarsi nella caciara più banale.

Ciao

Paolo

CMM: vi giuro che il riferimento al ministro non era desiderato: volevo la canzone per l'ovvio riferimento alla situazione ma non ne ho trovato altre versioni...



La fine dei dittatori

Buongiorno,

secondo post di oggi!

quanto in questi giorni sta succedendo in Tunisia meriterebbe da parte italiana una attenzione maggiore, non solo per i rapporti esistenti con quel Paese, consolidati significativamente in termini politici tra l'ex dittatore Ben Alì e Craxi (e confermati negli anni successivi da tutti i governi italiani), e rinforzati da investimenti economici (molte aziende italiane hanno delocalizzato o aperto cantieri in Tunisia) e da flussi turistici, ma anche perchè la fine della dittatura di Ben Alì è paradigmatica di come possono crollare alcuni regimi totalitari, che abbiano privilegiato troppo la dimensione personalistica del potere. In queste situazioni molto spesso la fine del potere personale del dittatore annulla di fatto la realtà dello stato, e travolge anche le alleanze e gli accordi stipulati. Molto spesso anzi, chi aveva sottoscritto accordi con il dittatore viene considerato un nemico, perchè visto come sostenitore dall'esterno del dittatore.

Negli anni recenti l'Italia ha stretto molti accordi politici e commerciali, specialmente nel settore energetico, con paesi a “democrazia limitata” (vi piace l'eufemismo?): i leader di Russia, Libia, Kazakistan, … hanno visto l'attivismo nei loro confronti di SB, che ha intessuto con loro dei rapporti che sono un misto tra il pubblico ed il personale. Questo cosa comporta?



Nel caso più rilevante (quello della Russia) non credo sussistano reali motivi di timore: il regime di Putin, pur essendo personalistico, sembra stia costruendo una struttura statuale robusta e stabile, che sopravviverà alla persona che la sta creando. Dopo Putin (e stiamo ragionevolmente parlando di un futuro remoto) gli accordi ed i rapporti con la Russia prevedibilmente non subiranno scossoni.

I timori semmai hanno buon motivo di essere negli altri casi, per i quali il tramonto del dittatore potrebbe coincidere con qualche probabilità con quello della struttura stessa dello stato: sareste pronti a scommettere sulla sopravvivenza del regime libico alla morte di Geddafi o di quello kazako a Nazarbayev? E quindi che fine faranno gli accordi e gli investimenti in Libia se al colonnello dovesse succedere un suo oppositore? E in Kazakistan? Cosa succederà alle nostre forniture di gas se domani quei due stati dovessero considerarci loro nemici perchè abbiamo contribuito a sostenere ed arricchire la dittatura attuale?

Ecco, la questione tunisina dovrebbe portarci a riflettere un momento se ha senso una politica energetica ed estera basata  in larga parte su scommesse ad alto rischio.

Ciao

Paolo 

Sesso!

Buongiorno,

primo post di oggi!

Il ritorno di fiamma sul caso Ruby sta monopolizzando l'informazione italiana in questi giorni, mostrandone il peggio in termini di faziosità.

Da un lato si dà per scontato che SB sia colpevole di qualsiasi reato di natura sessuale, si riesumano i precedenti casi Noemi e D'Addario, si esclude che  il Premier possa avere qualsiasi tipo di rapporto stabile, si gode della pubblicazione di atti giudiziari che sarebbe bene restassero per ora coperti, chiedendo si neghi anche formalmente al solo premier alcuni diritti quali quello alla privacy, dall'altro si nega pervicacemente ogni remota possibilità di addebito, si urla al consueto complotto delle toghe rosse, si giunge a negare l'esistenza stessa dei reati, non la loro applicabilità al caso specifico. Per non parlare del fatto che si dovrebbe essere considerati colpevoli solo al terzo grado di un giudizio che si lavora alacremente perchè non abbia mai luogo.


Analogamente avviene per quanto riguarda le conseguenze di questi eventuali comportamenti: per gli uni corrompe le menti delle giovani generazioni e sfregia l'immagine dell'Italia nel mondo, per gli altri SB è un riferimento sempre disponibile ad aiutare chi ne abbia bisogno, e poi vi ricordate la calorosa accoglienza ed i favorevoli articoli esteri in occasione degli incontri con Putin, Geddafi,...

Tutto ascrivibile molto più al tifo da stadio che all'informazione.

E' evidente che, con dei media che fanno propaganda invece che informazione, la maggior parte della gente sceglierà di credere alla versione che gli piace di più, non avendo gli strumenti per comprendere qual'è quella più verosimile. In questo contesto è perfettamente inutile che qualcuno dica cosa crede in materia. Per una parte SB apparirà come un capitano che conduce la nave all'affondamento perchè trascura il comando in preda a satiriasi, per l'altra un affascinante seduttore vittima di una casta di aguzzini comunisti travestiti da giudici e magistrati.

Non dirò perciò se credo ai dettagli piccanti che si leggono ovunque: quello che credo invece sia importante è che si pensi ad un eventuale dopo, quale che sia.

Già dopo la fuoriuscita di FLI e la risicata fiducia a SB è stato dato l'alibi per non dover fare riforme ed interesse del Paese e gli è stata tolta la possibilità di accentrare tutte le decisioni: ogni singolo capriccio di ogni singolo parlamentare dal 14 dicembre è diventato potenziale oggetto di trattativa per la risicatezza dei margini. Si è definitivamente chiusa la possibilità di governare questa legislatura con fermezza e, poichè siamo un Paese bigotto e bacchettone, questo potrebbe essere un altro colpo alla credibilità di SB e potrebbe segnare la fine del governo.

Ma continuo a non vedere alternativa politica possibile: il centro si è ingrandito e resta pronto a non prendere una posizione (al governo stiamo quasi così, nelle regioni quasi cosà -ma con qualche eccezione-, in provincia decideremo caso per caso, nei comuni liberi tutti, nell'interesse nostro del Paese, ovviamente), la sinistra non ha ancora iniziato a concepire una alternativa, a destra, uscito Fini non esiste un leader alternativo: in tutto l'arco politico italiano non vedo chi possa raccogliere (con i numeri dalla sua) l'eredità di SB, né nell'immediato, né dopo una eventuale campagna elettorale (che sappiamo bene quanto giochi a favore dell'attuale premier).

In questo momento mi pare che le possibilità in caso di crisi siano sostanzialmente due: un governo tecnico (sempre che riesca a racimolare i voti necessari) oppure la conferma (elezioni o meno) di SB o di una sua controfigura un po' più guardabile, un Medvedev italiano, per intenderci, che rassicuri chi ha investito politicamente ed economicamente su SB e sia meno vulnerabile.

E queste prospettive, che secondo me non configurano alcuna svolta e nessun cambio, non giustificano tutta l'eccitazione che c'è nell'aria...

Ciao

Paolo