Il corso della giustizia

Buongiorno,

vediamo un po' se, anche nello spirito del post di michele di venerdì, riusciamo a ragionare su un problema concreto, malgrado il caos informativo derivante dalla rivolta in Libia.

Gli spunti in questi giorni potrebbero essere due:

Mercadante
Il primo è secondo me l'assoluzione in secondo grado perchè il fatto non sussiste dall'accusa di partecipazione mafiosa dell'ex parlamentare PdL Mercadante, giunta dopo un anno di carcere e quattro anni di arresti domiciliari. 

In primo grado, nel far condannare Mercadante avevano avuto un peso rilevantee le dichiarazioni di tre pentiti ed alcune intercettazioni telefoniche, che però in appello non sono state considerate un quadro sufficiente per confermare la condanna.

In questo caso l'abominio secondo me non sta  tanto nel ribaltamento del giudizio (è proprio a questo che servono i più gradi di giudizio), che pur sottolinea la necessità che le dichiarazioni dei pentiti abbiano riscontro molto solidi, ma nei tempi che sono stati necessari a riconoscere l'innocenza dell'ex parlamentare e nel danno conseguentemente arrecatogli.
Scaglia

Il secondo è invece la liberazione dopo un anno di arresti domiciliari preventivi dell'ex Ad di fastweb Silvio Scaglia. In questo caso, in attesa di giudizio, erano stati disposti gli arresti domiciliari di una persona rientrata spontaneamente dall'estero per farsi interrogare (quindi non ritengo vi fosse un credibile rischio di fuga) e che aveva dato le dimissioni dalle cariche che ricopriva (quindi non vi erano rischi di reiterazione o alterazione delle prove).

In questo caso mi pare mancassero proprio i presupposti persino per metterlo ai domiciliari, men che meno per tenervelo un anno.

Ecco, sulla base di questi spunti, mi piacerebbe sentire proporre anche e soprattutto dall'opposizione un abbozzo di riforma della giustizia che limiti determinati arbitri, magari anche rafforzando la responsabilità personale di magistrati e giudici, e che riduca i tempi del processo, magari anche penalizzando chi intenta cause manifestamente temerarie ed infondate (che pare rappresentino una percentuale molto consistente dei ricorsi alla giustizia amministrativa).

Purtroppo il clima politico sembra dover invece portare ad altre strade: i media preferiranno buttarsi sulla condanna del deputato PdL Berruti per riciclaggio nel quadro dell'inchiesta sui diritti TV Mediaset, Il PD resterà schiacciato sui PM nella speranza che siano loro ad eliminare dalla scena politica ed il PdL resterà abbarbicato ad un insieme di norme ad personam che impediscano che la giustizia possa processare il Premier.

Ciao

Paolo
 

Siamo noi, siamo noi, i migliori dell'Italia siamo noi...

Oggi post di Michele (thanks). Io ci metto il nuovo sondaggio e due commenti finali.

No, non siamo meglio di voi.

La lettura di questa riflessione di Enrico Mentana, che sostiene che

Umberto Eco
"... quando Eco manda in visibilio il Palasharp dicendo che «non tutti gli italiani hanno la sveglia al collo che ondeggia al ritmo del bunga bunga» rassicura gli anti-berlusconiani, ma scava ancor di più il fossato con «gli altri». Quelli che in misura del 30 per cento (stando a tutti i sondaggi) voterebbero ancora oggi per il partito di Berlusconi, bunga bunga o non bunga bunga, e che ovviamente saranno ancor più motivati a farlo sentendosi dire <<Noi siamo meglio di voi>>".

mi offre uno spunto per cercare di instaurare un dialogo con coloro che votano per Berlusconi in quanto vorrei conoscere il loro pensiero.

Dichiaro per correttezza che sono anti-berlusconiano. Sono convinto però che, al di là della demonizzazione reciproca che ormai da 16 e più anni si trascina in una guerra civile strisciante fatta di una contrapposizione feroce (esagerato, mi fai venire voglia di mettere la  sigletta di Radio Londra :-) ), ci sono dei temi di questo paese che credo possano essere riconosciuti da tutti come da affrontare indifferibilmentee: la corruzione, la criminalità organizzata, la scarsa efficienza della pubblica amminstrazione (compresa la giustizia), la necessità di revisionare il nostro assetto legislativo, l’eccessivo peso del fisco, l’elevata evasione fiscale, l’elevato debito pubblico, la scarsa crescita economica. 

Ciò che ci potrebbe rendere diversi, forse, è la capacità di critica: Se si sfoglia questo blog, o quello dal quale quasi tutti i frequentatori di questo provengono, credo che sarà evidente che non manchi la critica, anche feroce, alla parte che dovrebbe rappresentarci. Posso pensare che altrettanto avvenga per voi che votate per Berlusconi?

Perché non penso che tutti voi che siete dall’altra parte dello steccato crediate “a tutti gli asini che volano”, ovvero alle crociate anticomuniste del Cavaliere, o al fatto che non abbia niente da chiarire sulle sue questioni che riguardano almeno uno i suoi processi, o anche che il conflitto d’interessi non sia un problema.

Noi non siamo meglio di voi, ma ci sono delle ragioni per me imperscrutabili per cui voi continuate a dare il vostro sostegno al Cavaliere: se siamo d’accordo sui temi che ho elencato sopra e che giacciono irrisolti ormai da lungo tempo, se siamo d’accordo che assistiamo ad un lento declino del paese, nonostante una promessa di una svolta in senso liberale mai arrivata (il maligno Michele si è ricordato un riferimento storico a questo tema: lo trovate qui)e nonostante che dal 2001 al 2006 e dal 2008 ad ora il governo ha potuto godere di larga maggioranza, credo che si converrà che chi è stato chiamato ad assumere la guida del paese, al di là del suo colore, non ha fatto l’interesse di tutti. 

Se tutto questo è vero abbiamo trovato un punto di contatto e allora possiamo discutere su cosa possiamo fare per rialzare la testa.

Ciao
Michele

Riprendo la linea per un paio di considerazioni mie. Concordo con gran parte di quanto scrive Michele (se no, con la sensibilità democratica che mi ritrovo lo bannavo, ovvio! :-)). 

La cosa che più mi lascia perplesso è che una considerazione ovvia come "non siamo meglio di voi" sembra non essere patrimonio in primo luogo degli intellettuali di entrambe le parti, che dovrebbero essere invece i primi a rendersene conto. 

Alessio Vinci
Giovedì sera Alessio Vinci ha passato a Matrix un servizio intitolato "il corpo delle donne" in cui per venti minuti sono passate immagini tratte esclusivamente dai media del gruppo Espresso Repubblica che evidenziavano come non sia solo Berlusconi a ledere la dignità della donna, ma anche chi è la punta di diamante nell'accusare lui ed i suoi media di farlo. 

Sarà strumentale ma è vero ed evidente. Possibile che Eco, Mauro e la De Gregorio non se ne accorgano? Possile sull'altro lato che Veneziani, Facci, Belpietro non si accorgano che ogni loro articolo sull'opposizione esordisce con pesante sarcasmo a discredito personale di chi vota all'opposizione prima ancora di (e spesso invece che) argomentare una critica alle loro scelte sia generali che nello specifico di una singola questione?

Il pio auspicio di Michele di giungere ad un confronto vero sui temi reali tra parti diverse (e di conseguenza di sbloccare la politica italiana da una impasse ormai quasi ventennale) è destinato a fallire sinchè sarà mediato attraverso costoro: l'essere di parte li ha ormai resi incapaci di leggere compiutamente la realtà: degli intellettuali falliti, anche se magari  ben celebrati e remunerati.

Il confronto dovrà eventualmente nascere e svolgersi tra altri soggetti che politici ed intellettuali ed a livello diverso.

Ciao

Paolo

E' indispensabile QUESTA politica?

Oggi, grazie a Tommaso (che ringrazio) avete il post (me l'aveva inviato ieri, ma l'ho visto solo fuori tempo massimo). Io aggiungo solo questa pagliacciata.

Buongiorno,
prendo spunto dal commento da La Stampa di ieri per esprimere due idee che mi erano venute e che Gramellini sintetizza nel suo "Buongiorno".

Ascoltando 10 secondi di Cruciani e un'oretta di Forbice, ho avuto modo di sentire la tiritera per cui non si potrebbe (come sempre) criticare il nostro PDC per gli accordi con Gheddafi. Si va da "L'hanno fatto tutti i nostri governi, di dx e di sx." a "I vicini sono come i parenti, non te li puoi scegliere e ci devi andare d'accordo." oppure a "It's realpolitik baby.". Eccetera.

Tutto vero, non dico di no, gli accordi se necessari e convenienti si fanno. Ma stiamo davvero parlando degli accordi?
Commerciale di infimo livello
In realtà no. Stiamo parlando del comportamento da "commerciale di infimo livello"  (porc! la foto di Paolo Bitta me la sono già giocata!) che B ha trasferito in politica. Quello che per conquistare il cliente gli racconta la barzelletta sporca, lo porta a troie dopo la cena nel ristorante pacchiano. Il commerciale dice cose diverse a ciascun cliente, mente per lavoro, per portare a casa l'ordine non si fa problemi a sparlare di A con B e di B con A. Questo può anche andare bene nei rapporti tra aziende, anche perché si sa che gioco si sta giocando, qual è l'obiettivo. 
Può essere un modo di fare politica? Puoi dire si a tutti, in modo irresponsabile? Quali sono i rischi? Per fare accordi con questo pazzo sanguinario, è necessario calare le braghe di tutta l'Italia con le 200 putt hostess che si convertono a pagamento, le tende, i baciamano?

Come scrive Gramellini, esiste "Quel senso del decoro e delle istituzioni che ti impone di stringere la mano a Gheddafi, ma ti impedisce di baciargliela." (E non è solo quello, come sottolineavo l'altro ieri: si tratta anche, sul lungo periodo di bieca convenienza: i regimi prima o poi finiscono, spessissimo male e quando ciò avviene è bene non essere amici del dittatore)

Il secondo tema è l'ipocrisia: è uno dei comportamenti più odiosi quando siamo nell'ambito interpersonale. Ma l'educazione è forse ipocrisia come da anni si vuole far intendere? In una riunione di lavoro se eviti di dire "cazzate" e usi l'eufemismo "fesserie" sei educato o sei ipocrita? Gli abominevoli esseri viventi che infestano molte trasmissioni televisive vomitando insulti a tutte le ore sono non-ipocriti come si autodefiniscono per giustificarsi, o sono solo feccia semianalfabeta e volgare?

franco e schietto
E ancora: il solito leghista che fa la sparata anti-rom, si autodefinisce non ipocrita, lui è schietto, sincero, dice quello che la gente pensa. Benissimo, poi però quando si rimangia tutto con giustificazioni capziose? Non c'è la vera ipocrisia qui?

Esiste a mio parere un comportamento radicato di giustificazione per chi sbraca, cade nella volgarità, non si assume responsabilità per ciò che dice e fa, che usa la non-ipocrisia come scusa.
Ti truffo e dopo che ti ho fregato te lo dico? Beh... te l'ho detto, mica sono ipocrita.
Mi sono fatta il tuo amico e tuo figlio non assomiglia proprio al nonno? Beh... te lo dico e non puoi neanche arrabbiarti, mica sono ipocrita io.
Sparo che bisogna riaprire i forni per gli immigrati? Mica sono un ipocrita, lo dico forte e chiaro.
La conseguenza è che non sono un truffatore, una fedifraga o un razzista, sono un non-ipocrita, sono anche meglio di te (e vaffanculo, perché lo penso e non mi censuro, sono sincero).

Manca la vergogna perché manca l'assunzione di responsabilità: si considera un valore maggiore l'ammissione dell'atto rispetto all'evitare l'atto stesso. ( Come dire che se vi do una sberla e dico subito orgogliosamente "Sono stato io!" non vi fa male).

Saluti

Tommaso



...no, non fa male...

Il comune senso del pudore

Anche oggi giornata piena: meno male che c'è Tommaso che permeterà di far uscire un post  serio tra poco...

Buongiorno,

Con sommo orgoglio dichiaro finalmente concluso il sondaggio proposto una settimana fa.

Come vedete nella spalla, con un risultato assolutamente sorprendente (Oooohhh!) ventisette votanti (ovviamente tutti inveterati comunisti ed anche probabilmente omosessuali repressi) hanno liberamente e plebiscitariamente statuito con voto unanime che Sallusti vestito oggi è più osceno di Vendola nudo trent'anni fa in campeggio.

Per i lettori di questo blog quindi il comune senso del pudore non è quello dei lettori de il Giornale, che esemplifichiamo così:















ma è invece questo:


















Le "pecette" restino sempre al posto giusto e Sallusti ci perdoni la feroce campagna d'odio!

:-)

Ciao

Paolo


Il made in Italy: il turismo parte prima, gli alberghi

Oggi poco tempo e poche idee: per ora mi tocca chiedervi di accontentarvi della solita rubrica riempitiva...

 Buongiorno,

"pliis visit itali": siamo o non siamo il paese più bello del mondo? abbiamo città d'arte ineguagliabili, paesaggi incredibili, montagne bellissime, un mare che non vi dico?

E' vero o no che è per smascherare un finto tedesco basta chiedergli se è mai stato a Jesolo, Rimini o Riccione? (e se vi risponde di no è un polacco che cerca di mimetizzarsi...).

Ebbene, perchè allora in Italia non c'è nulla di simile a queste

catene di alberghi?




e, per colmo dello scorno, questa catena di alberghi



la Jolly Hotel, quella che credo fosse la principale catena italiana, è stata venduta ad NH, una catena spagnola.

Stavolta mi risparmio anche i numeri.

Ciao

Paolo

Do not disturb: libyan connection

Buongiorno,

la crisi libica sta mettendo a nudo con i fatti quale sia stata l'incoerenza e la miopia della politica estera italiana nei confronti dei paesi mediterranei ed arabi.

All'alba della crisi tunisina scrivevo queste cose, evidenziando come l'Italia stesse investendo in una politica estera estremamente rischiosa, basata su interessi economici e rapporti personalistici, ma che trascurava una cosa ovvia come richiedere che i paesi nostri partner avviassero riforme in grado di garantire migliori condizioni di vita ai propri cttadini (cosa che, per inciso, avrebbe anche comportato una riduzione della pressione migratoria verso l'Europa).

Successivamente lamentavo l'immobilismo della nostra politica estera parlando di "rivoluzioni mediterranee".

A distanza di poco più di un mese è evidente l'imbarazzo italiano, specialmente nei confronti della situazione libica: da un lato vi sono rapporti economici consolidati molto forti, dall'altro l'evidenza dei soprusi e delle atrocità commesse da Geddafi.

Il risultato di questa situazione sono delle dichiarazioni quanto meno scandalose, specialmente se paragonate alle posizioni assunte dagli altri stati occidentali.

Il nostro Premier Silvio Berlusconi, che solo pochi mesi fa aveva tributato al leader libico una accoglienza a Roma tra il trionfale, il servile ed il circense (con frizzi, lazzi, baciamano, hostess convertite all'Islam per soldi; mancava solo la donna barbuta -probabilmente era indisposta- e lo show sarebbe stato perfetto e pieno di stile), interrogato su come avesse utilizzato il rapporto particolare con il colonnello per mitigare la crisi, dichiarava di non averlo voluto disturbare, vista la gravità della situazione.

Geddafi sta ringraziando della tranquillità accordatagli bombardando con l'aviazione (credo almeno in parte fornita ed addestrata da ditte  ed esercito italiani) i dimostranti scesi in piazza contro di lui: sono sicuro che, comunque finisca la protesta libica, gli italiani non saranno ricordati come amici del popolo malgrado i cinque miliardi di euro investiti per riparare ai danni della colonizzazione (se proprio proprio servisse una conferma dell'ultimo momento di questa mia fantasiosa idea eccola qui).

Solo dopo centinaia di vittime il nostro augusto premier ha accettato di allinearsi alla posizione europea, fermo restando che non risulta abbia voluto utilizzare i forti rapporti personali ed istituzionali dal lui portati avanti per dare un forte impulso verso la moderazione.

E, a dimostrare che non si è trattato di una delle tante involontarie gaffes commesse dal nostro Presidente del Consiglio sulla scena internazionale, ci ha pensato il ministro degli esteri Frattini affermando che, per quanto riguarda la Libia e secondo il governo italiano, non si deve esportare la democrazia, malgrado questa potrebbe essere un elemento di pacificazione per uno stato sull'orlo (e forse già un po' oltre) della guerra civile.

Bella differenza da quando il governo presieduto da Berlusconi ed avente come ministro degli esteri prima lo stesso Berlusconi ad interim poi Frattini aderiva alla dottrina Bush e decideva di esportare la democrazia in Iraq, portando in uno stato dittatoriale ma in relativa pace una guerra (e la successiva guerra civile) che è costata decine di migliaia di vite (probabilmente oltre sessantamila).

La strumentalità della posizione italiana sta tutta nel volume degli interessi economici (oltre 7 miliardi di interscambio all'anno) e nel fatto che alla Libia è stato delegato senza scrupoli uno dei successi vantati dal governo: quello nel contrasto dell'immigrazione, entrambi fatti messi in discussione da un eventuale crollo del regime.

Ora la domanda è: c'è qualche altro dittatore cui, magari tardivamente, potremmo chiedere migliori condizioni di vita per i suoi cittadini utilizzando come leva i rapporti economici e personali, prima che un ribaltone ci metta nella lista dei nemici del suo popolo? 

E ancora, c'è qualcuno che abbia il coraggio e la capacità di spiegare l'opportunità di farlo al nostro Premier, che mi sembra sempre più perso nel suo egocentrismo, nel suo delirio di onnipotenza e nei suoi complessi di persecuzione?

Perchè, mentre noi restiamo immobili, quelle che avevo definito rivoluzioni mediterranee sembra possano diventare rivoluzioni arabe, ampliando l'orizzonte dei cambiamenti, visto che anche in Yemen, Bahrein ed Iran vi sono movimenti di piazza. E non è detto che debba finire, visto che gli stati dittatoriali, con enormi diseguaglianze economiche al proprio interno e una popolazione molto giovane (elementi che sinora hanno rappresentato il denominatore comune tra gli stati interessati da fermenti) sono tanti.

E, giusto per farci capire di cosa stiamo parlando, come aperitivo ci ritroviamo il petrolio a 105 $ al barile e il diesel a 1,40 € al litro alla pompa, sempre che non abbiate azioni o lavoriate per Impregilo, Unicredit, Trevi, Finmeccanica, Eni, Gemmo,..., sempre che non abitiate a Lampedusa, sempre che non stiate aspettando un contractor che vi  faccia indossare un giubbotto antiproiettile e vi scorti ad un C130 che vi rimpatri in Italia, sempre che ...

Ciao

Paolo

I rimpianti del giovane Fini

 Riporto quello che credo di aver letto nei pensieri di Gianfranco Fini in questi giorni

Vorrei che fosse un buongiorno.

Qualcuno fa finta di niente, manca solo che si metta a fischiettare con le mani in tasca, altri invece fingono di non essere mai stati completamente d'accordo con me. Qualcuno addirittura sbandiera alti ideali per giustificare il secondo tradimento in tre mesi, prima di qua, poi di là.

Eppure tutti, dal primo all'ultimo, erano con me quando si doveva votare la sfiducia e sarebbero ancora qui, se il voto di due mesi fa fosse andato diversamente ed avessimo sfiduciato Berlusconi.
Abbiamo giocato la nostra partita, abbiamo commesso qualche ingenuità , abbiamo perso la battaglia e probabilmente la guerra.

Quando il Presidente ha fissato il voto di fiducia in una data così distante credevo che il tempo giocasse dalla mia parte: FLI aveva raccolto i numeri per avere i suoi gruppi sia alla Camera che, quasi inaspettatamente, al Senato.
E sembrava che i numeri ed il consenso fossero destinati ad aumentare. Il PD ci appoggiava da sinistra: mai visto Repubblica o l'Unità scrivere cose così positive di un ex fascista, al punto di crearmi degli imbarazzi tra chi cominciava a vedermi come il compagno Fini.

E le proposte di alleanza, poi! Bersani, neanche tanto velatamente, ed apertamente Casini. E anche Rutelli, per quel che vale.

Già vedevo lo scacco al Re, e già pianificavo il dopo, con me stesso a capo del governo.
Invece non avevo visto l'arrocco: improvvisamente due giorni prima del voto sento parlare di gente mai sentita prima, Razzi, Scilipoti, Cesareo, di Responsabili, di Calearo (ma davvero questo lo ha candidato il PD? e come hanno fatto, di grazia?), di mutui, contratti, case, di tacchini e Natale.

E così il nostro Blitz va a vuoto, il Re non cade, anzi peggio, prima vacilla un po' ,  poi comincia ad attrarre chi lo aveva già abbandonato.

E tutto va in rovina. Casini? e chi lo sente più? Rutelli? contasse qualcosa... Bersani? adesso, invece che a noi parla alla Lega. Le possibili alleanze si sono dissolte. E con loro si sta dissolvendo il gruppo al Senato. D'altra parte sapevo che una parte mi aveva seguito per convenienza, è ovvio che mi lascerà per lo stesso motivo, come qualcuno ha già cominciato a fare.

E adesso cosa vedo? Lo scenario peggiore.

Abbiamo indebolito il Re al costo delle nostre vite (politiche intendo), ma ci è sopravvissuto e ci ha sconfitti: adesso rischiamo due anni di immobilità politica per il paese e due anni di politiche ad personam. E la cosa peggiore è che alle elezioni FLI, che pensava di riformare la destra italiana, rischia di contare come il partito di Rutelli, che manco ricordo come si chiama. E adesso sarà difficile anche far digerire il mio doppio ruolo di leader di partito e contemporaneamente Presidente della Camera. Rischio di contare meno del Trota. Chissà se sono in tempo per riappacificarmi con Silvio prima della fine della legislatura...

Ecco, se n'è andato anche Barbareschi. In fondo non tutto il male vien per nuocere: almeno ci risparmiamo un po' di ridicolo...

Riprendo la linea: la cosa peggiore è che, in qualche modo, molto probabilmente ho perso la scommessa  che saremmo andati al voto in primavera e devo una birra ad Authan! Al di là degli scherzi, l'agonia di FLI sembra dimostrare che in Italia non esiste spazio per una destra liberale, moderata e moderna, come Fini diceva di voler provare a costruire.

Ciao

Paolo

Il made in Italy: almeno la pizza... per piacere!

Buongiorno,

nulla al mondo caratterizza l'italia come la sua cucina ed in particolare il più tipico dei suoi piatti:

LA PIZZA!

E' quindi con soddisfazione ed orgoglio patrio che vi annuncio che il gruppo YUM! Brands che,oltre a KFC e Taco Bell, possiede questa catena:













ed ha
Fatturato (2006): 9 miliardi di $
Dipendenti (2006): 52.000
Presente in oltre 100 Paesi

 vede un temibile concorrente nell' affine gruppo Autogrill, che possiede la catena Spizzico.



ed ha
Fatturato (2009): 5,7 miliardi di €
Dipendenti (2009): 67.000
Presente in 42 Paesi.


Evvai, stavolta quasi ce la facciamo!... fa un po' inca**are che la pizza, loro, non la sanno proprio fare, ciononostante fatturano più di noi...

Ciao

Paolo

Il made in Italy: il caffè!

Causa pigrizia estrema riservatezza della "Legione Straniera" questa settimana non sono in grado di pubblicare la rubrica "L'Italia vista da fuori". Spero che quella sul made in Italy vi faccia arrabbiare a sufficienza... Comunque mi sto organizzando con PayPal per organizzare la raccolta fondi per andare un po' in giro all'estero e riferirvi: ho già in mente: L'italia vista dalle Maldive, da Copacabana, da Ibiza, Mikonos... :-)

Buongiorno,

qual'è la prima cosa che fa l'italiano medio appena rimpatria da un viaggio? Non punta il bar più vicino (non importa se è quello dell'Autogrill) e si beve un

CAFFE'

come Dio comanda? Perchè il caffè italiano è insindacabilmente il migliore. 
Quindi, sapete se c'è una azienda italiana che regga il confronto con questa?


Fatturato (2010): 2,6 miliardi di $
Dipendenti (2006): 125.000
Presente in 55 Paesi


Io avevo pensato invano a questi due:


Fatturato (2007): 270 milioni di €
Dipendenti (2007): 700








Fatturato (2009): 1 miliardo di €
Dipendenti : 700



Ancora una volta, nemmeno insieme e col cambio favorevole...

Ciao

Paolo


L'allegro governo del Family Day

Buongiorno,

quello di oggi è un post che nasce da una sana indignazione, alla faccia di chi del non indignarsi mai ha fatto una professione. E sono contento del fatto che mi siano stati forniti dei dati che oggettivano la radicatissima e fortissima impressione che questo governo stia penalizzando giovani e famiglie. Dati che spero di contribuire a diffondere e che arrivano, via Phastidio.net e lavoce.info da qui

Questo governo aveva promesso una politica rivolta alla famiglia, alle donne ed ai giovani. Aveva quindi promosso il Family Day e aveva cooptato ministre giovani come la Gelmini, la Meloni e la Carfagna, simboli di questa nuova politica. Donne, giovani, in carriera, che hanno riempito pagine di giornali di gossip con storie di fidanzamenti, matrimoni e maternità (ovviamente al lavoro).

In materia c'è stata domenica una serie di manifestazioni che stigmatizzavano  invece il comportamento personale del Presidente del Consiglio nei confronti delle giovani donne. Erano manifestazioni che davano ragione alle affermazioni di un paio d'anni fa della sottosegretaria al nulla o giù di lì Santanchè, che un tempo affermava  “Le donne per andare in Parlamento lo possono fare solo con me. Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perchè Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali” e cui da destra, ammantati di mutande, si è risposto dando dei moralisti ai manifestanti, secondo me talvolta anche a ragione.

Il fatto che nessuna montagna di mutande sporche nè gruppuscolo di ululanti supporter potrà mai negare è che gli atti pubblici del governo presieduto da Silvio Berlusconi hanno pesantissimamente penalizzato giovani, donne e famiglie, negando brutalmente quanto promesso e mortificando quelle categorie. E la misura di tutto ciò sta nei tagli apportati alle voci di bilancio nella tabella qui sotto.

FONDI STATALI DI CARATTERE SOCIALE (Bilancio di previsione dello Stato - milioni di euro)

                                                             2008      2009      2010      2011      2012      2013

Fondo per le politiche della famiglia         346,5     186,6      185,3      52,5       52,5     31,4
Fondo pari opportunità                              64,4       30,0       3,3         2,2        2,2       2,2
Fondo politiche giovanili                           137,4      79,8       94,1       32,9       32,9      26,1
Fondo infanzia e adolescenza                   43,9       43,9       40,0       40,0       40,0      40,0
Fondo per le politiche sociali (*)               929,3     583,9     435,3      75,3       70,0      44,6
Fondo non autosufficienza                       300,0      400,0    400,0       0,0         0,0         0,0
Fondo affitto                                            205,6     161,8     143,8      33,5       33,9      14,3
Fondo inclusione immigrati                      100,0        0,0         0,0        0,0         0,0        0,0
Fondo servizi infanzia                              100,0     100,0        0,0        0,0         0,0        0,0
Fondo servizio civile                                 299,6     171,4     170,3    113,0     113,0    113,0
 
TOTALE                                                 2520,0    1750,6   1472,0   349,4     344,5    271,6
 
(variazione % sull'anno precedente)                       -30,5%   -15,9%  -76,3%   -1,4%  -21,2%

(*) al netto degli oneri relativi ai diritti soggettivi, qualsiasi cosa ciò significhi


Insomma, queste voci verranno tagliate complessivamente di circa il 90% tra il 2008 ed il 2013, con tagli già per metà effettuati. E di questo, se permettete, c'è da indignarsi ben più che dei divertimenti notturni del Premier, e c'è ben di più per cui riempire le piazze (il che è una critica cerchiobottista ad una opposizione incapace).

E non si dica che i tagli sono resi necessari dalla crisi, perchè è noto che noi, dalla crisi, usciremo meglio degli altri. Il problema è convincerli, gli altri, specialmente quelli che dalla crisi sono praticamente già usciti.

Il governo del fare. Si, un culo così alle categorie più deboli!

Ciao

Paolo

Annunciaziò! Annunciaziò! Anche questo fine settimana posterò sia il sabato che la domenica. Non so se riuscirò a postare la rubrica "L'Italia vista da fuori", ma qualcosa uscirà. Leggete numerosi e godetevi il fine settimana (io lo farò)...

Il made in Italy: l'abbigliamento

Oggi ho poco tempo ed ancor meno idee: anticipo quindi i due micro post che avevo programmato per sabato. e domenica. Questo significa che la rubrica "L'Italia vista da fuori "necessiterebbe urgentemente un pezzo. Chi, all'estero, ha orecchie, intenda. Magari dalle pendici di un vulcano islandese :-)

Buongiorno,

la settimana scorsa si è ragionato del settorer dell'arredo, ma oggi si punta al bersaglio grosso: la moda! chi, se non gli italiani, primeggia nel mondo nel settore dell'

ABBIGLIAMENTO?


Adesso indicatemi una azienda italiana del settore che stia a livello di questa:



Fatturato (2010): 12,3 miliardi di €
Dipendenti: 50.000
Presente in 38 Paesi

Io avevo pensato a sproposito a queste due:

Fatturato (2009): 2 miliardi di €
Dipendenti (2009): 9500
Presente in 120 Paesi




          Fatturato (2007): 1,7 miliardi di €
          Dipendenti (2007): 4600
          Presente in 37 Paesi







No, nemmeno insieme...

Ciao

Paolo

L'Italia vista da fuori: Germania

Oggi ho poco tempo ed ancor meno idee: anticipo quindi i due micro post che avevo programmato per sabato. e domenica. Questo significa che la rubrica "L'Italia vista da fuori "necessiterebbe urgentemente un pezzo. Chi, all'estero, ha orecchie, intenda. Magari dalle pendici di un vulcano islandese :-)

Bongiorno,

in tema di come veniamo visti all'estero credo possa essere significativo un punto di vista un po' particolare dalla Germania.


Lo trovate qui. Come vedete non mi sono ammazzato di lavoro (si tranquillizzi chi aveva qualche timore in materia): una immagine vale mille parole, qui ce n'è ben due ed il blog linkato è di un ascoltatore almeno occasionale de La Zanzara che spero mi perdoni la citazione e che ringrazio.

Ciao

Paolo

Il club degli allegri suicidi

 Oggi mi sento burlone: non perdetevi il sondaggio di spalla!

Buongiorno,

oggi vi chiederò un piccolo sforzo di immaginazione.

Fate finta di vivere in una satrapia poco costituzionale.
 
Fate finta che il satrapo per qualche motivo stia perdendo il proprio potere.
 
Fate finta che la crisi sia arrivata a un punto tale che basterebbe poco poco poco per buttarlo giù, travolto da incapacità, menzogne, corruzione dilagante e scandali.
 
Fate finta che la crisi sia tale che probabilmente il satrapo cadrebbe da solo, basterebbe aspettare stando attenti a non essere travolti dal crollo.

Il satrapo, al massimo potrebbe restare seduto sul trono, impossibilitato a fare alcunchè, privo di qualsiasi reale potere: la caricatura grottesca di sè stesso.

Cosa c'è? Mi dite che immaginare tutto ciò non richiede sforzo? Ok, ok, avete perfettamente ragione, fin qui è tutto troppo facile.

Ma lo sforzo inizia adesso, perchè vi chiederò cosa potrebbe impedire all'opposizione di impossessarsi del potere.

Mumble Mumble Mumble... Ci avete pensato abbastanza? Una risposta potrebbe essere: tagliarsi le vene, magari per lungo, così, giusto per essere sicuri dell'infausto risultato.

Ed infatti, con una perfetta manovra a tenaglia, PD ed FLI attaccano l'opposizione ai fianchi con perfetto sincronismo, utilizzando il più micidiale degli attacchi: deludere la propria base elettorale.

Sul fianco sinistro l'opposizione viene attaccata dalle dichiarazioni di Bersani che apre alla Lega. Quanti giorni sono passati dall'asilo di Fossalta di cui parlavo qui prima che Bersani dichiarasse "sappiamo che non siete razzisti" in una intervista a La Padania? cinque? sei? e qualcuno può aspettarsi che la base segua compatta il segretario su questa strada?

Contemporaneamente sul fianco destro l'opposizione subisce un affondo dal congresso fondativo di FLI, dove si svolge uno psicodramma che porta al limite della scissione per i motivi meno facilmente accettabili da una base partecipante come quella che sta seguendo Fini: questioni correntizie e di poltrone ai vertici. Manco la vecchia DC. L'ideale per motivare le truppe di un partito neonato che voglia rinnovare la politica.

Le truppe dell'opposizione, viste minacciate le linee di ritirate e quelle logistiche dalla doppia contemporanea offensiva, saranno costrette a correre ai ripari, ridimensionando la propria posizione, sempre che non sbandino definitivamente.

Con una opposizione così il nostro Augusto Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi può dormire tra due guanciali. O tra due opime paia di nude chiappe femminili, a suo desiderio e per suo gaudio. E persino programmare l'incoronazione per la successione di uno qualsiasi dei suoi figli o sodali, come più gli aggrada.

Eh!, avete ancora ragione voi, purtroppo. Nemmeno immaginare questo richiedeva un grande sforzo di immaginazione.

Una volta si pensava che la sinistra fosse afflitta dalla sindrome di Tafazzi: evidentemente era una sottovalutazione, visto che è tutta l'opposizione a soffrire di manie suicide.

Ciao

Paolo

Problem Solving Vs Problem Hiding?

 Sono certo che il pezzo di Clem che ho pubblicato sabato meritasse miglior fortuna. Lo consiglio pertanto a chi se lo fosse perso. Lo trovate qui. Credo che effettuerò un'altra prova o due di postare nel fine settimana., poi si vedrà. Adesso, a chi interessa, il post del giorno.

Buongiorno,

I crolli del regime di ben Alì prima e di quello di Mubarack poi stanno innescando una serie di conseguenze che ci appaiono per ora poco chiare. Bouteflicka in Algeria riuscirà a restare in sella resistendo alla piazza? cosa succederà in Libia il 17 febbraio, quando il colonnello Geddafi avrà modo di misurare la portata della giornata della collera e, forse per la prima volta, del dissenso interno? e quanto profondi potranno essere i cambiamenti che dovremo affrontare? Una prima idea la stiamo avendo a Lampedusa, dove da alcuni giorni stanno arrivando barconi carichi di profughi, con un ritmo superiore a qualsiasi altro precedente. 

Apparentemente anche stavolta ci siamo fatti trovare perfettamente impreparati davanti all'emergenza, al punto di aver atteso che fosse stato riempito con 1500 persone il campo da calcio prima di riaprire il centro d'accoglienza. Le assicurazioni fornite tempo fa dal dittatore libico di essere in grado di bloccare il flusso dei disperati verso l'Italia non stanno servendo a granchè, nè paiono sensate le lamentele di Maroni sulla lentezza dell'apparato europeo nel prendere provvediamenti, quando non ci siamo fatti sentire quando il problema era prevedibilissimo, ma abbiamo atteso che fosse scoppiato.

E questa situazione richiede una riflessione, perchè accompagnata pochi giorni fa da una analoga smentita nei fatti dei successi già molto rumorosamente vantati dal governo, allora relativamente alla gestione dei rifiuti a Napoli. 

Sia nella gestione dell'immigrazione che in quella dei rifiuti il governo ha scelto di non operare sulle origini del problema, preferendo nascondere la polvere sotto il tappeto. Riaprire discariche già esaurite e dotare la Libia di motovedette non sono state soluzioni, perchè la produzione di troppi rifiuti indifferenziati in un caso e una pressione demografica enorme nell'altro si sono dimostrati dei motori troppo forti per essere arrestati con provvedimenti tampone.

Che questo governo abbia spesso varato provvedimenti che privilegiavano aspetti di immagine rispetto a quelli di sostanza non è una novità (ricordate la social card?): questi provvedimenti paiono inserirsi perettamente in questa linea politica.

Era evidente che non si arresta la fuga da un continente misero ed in esplosione demografica con poche motovedette, ma che serviva lavorare per migliorare le condizioni economiche ed i diritti umani in Africa, ma in questo senso si è fatto pochissimo se non nulla (credo che sul fronte dei diritti umani la nostra scelta di dirottare i profughi sui campi  di raccolta nel deserto libico sia anzi un enorme passo indietro).

Resta da capire se i motivi di queste scelte siano stati legati ad una impossibilità di operare diversamente oppure ad errori di valutazione. E, visto anche il tardivo appoggio espresso dal nostro Premier a Mubarack quando la situazione era ormai completamente compromessa, con il rischio di contribuire ad incrudire la situazione nell'immediato e compromettere i futuri rapporti con l'Egitto che verrà, mi sento di propendere per questa seconda ipotesi.

La cosa paradossale è che non mi stupirei se il Presidente del Consiglio riuscisse ad approfittare di una emergenza che quanto meno non ha voluto provare a prevenire, per cavalcarla mediaticamente come ha già fatto per molte altre prima con promesse eccezionali.

Ciao

Paolo

Silvin Hood, un governante in calzamaglia

Buongiorno,

qui bisogna stare attenti, perchè non siamo in Inghilterra.

Lì, al più, ti poteva capitare che, nella foresta di Sherwood, un bandito gentile come Robin Hood, derubasse i ricchi per dare ai poveri, realizzando così in modo rozzo ed inelegante una ridistribuzione del reddito verso i più bisognosi.

Non voglio entrare nel merito di dire se l'operato del brigante anglosassone fosse giusto o meno.

Posso però dire che quello che sta realizzando Silvin Hood nella foresta di Italwood è sicuramente molto diverso, perchè, se è vero che entrambi mettono le mani nelle tasche di chi hanno davanti, Silvin Hood si guarda bene dal ridistribuire il maltolto secondo criteri di merito o necessità. Facciamo un po' di esempi di questi giorni.

Ad esempio, avete sentito del sovrapprezzo di un euro sul biglietto del cinema? Ecco, mi fa venire in mente che parte di quei soldi, tolti a tutti gli spettatori (con l'eccezione di quelli dei cinema parrocchiali, chissà perchè :-)) magari potrebbero in parte essere necessari per coprire le spese di qualche delegazione bulgara al festival di Venezia. Che probabilmente ne ha meno bisogno degli spettatori stessi.

Oppure vi hanno detto nulla delle multe europee all'Italia per il mancato pagamento delle penali per lo splafonamento delle quote latte? I 30 milioni di € necessari a pagare all'Europa una multa per permettere ai circa 500 allevatori che, dopo aver prodotto latte oltre il lecito, non avevano pagato la multa prevista nè subito, nè  successivamente in forma rateizzata e ridotta (ma non vi vene il sospetto che questi siano proprio intenzionati a non pagare e basta?) di ritardare ulteriormente il pagamento del dovuto, bene quei 30 milioni di €, saranno tratti da fondi destinati ad interventi sociali. Insomma, si ruba ai poveri per dare ai disonesti.

E, per finire, vi faccio una piccola domanda: qual'è la provincia più ricca d'Italia? Si, è anche l'unica cui lo Stato destina più soldi di quanti glie ne chieda: Bolzano (si lo so, loro non si sentono italiani e bla bla bla...). Ebbene, in questi giorni, in cambio di un benevolo supporto ad un governo vacillante da parte del locale partitello del SVP, agli abitanti di Bolzano viene soddisfatto pressochè qualsiasi capriccio in materia di parchi, monumenti, caserme, mentre a tutto il resto d'Italia viene chiesto di tirare la cinghia e tagliare spese anche nel campo di servizi fondamentali come la scuola e la sanità.

Insomma, nella foresta di Italwood, quando con preoccupante frequenza vi mettono le mani nelle tasche, sappiate che quei soldi andranno a chi sa bene come utilizzarli, perchè è già abituato ad averne molti altri...

Altro che quel patetico brigante inglese che li dava a degli straccioni che li finivano subito.

E non state lì a sofisticare e spaccare il capello in quettro ricordando che vi avevano garantito che non vi avrebbero infilato le mani nelle tasche. Vi avevano detto anche che avrebbero risolto in due settimane il problema dei rifiuti a Napoli, che non avreste più visto barconi di disperati a Lampedusa, che la crisi l'avevate nella testa, ... Insomma, siete voi i boccaloni.


Ciao

Paolo

Il made in Italy: l'arredamento

Buongiorno,

Provo a sfatare un po' di miti nei quali spesso ci crogioliamo acriticamente pensando di essere la punta di diamante mondiale in settori dove la nostra fantasia, la nostra creatività, la nostra cultura, la nostra storia ed un sacco di altre fanfaluche dovrebbero ovviare a tutto il resto e renderci primi ed unici al mondo.

I settori nei quali non dovremmo temere alcuna concorrenza, quindi. Vi va bene se oggi, per iniziare, parliamo del settore dell'

ARREDAMENTO?


Qualcuno di voi è in grado di indicarmi una ditta italiana che possa confrontarsi con questa?


Fatturato (2009): 21,5 miliardi di €
Dipendenti  (2009): 122.000
Presente in 39 Paesi


Avevo pensato a queste, ma siamo ben lontani:

Fatturato (2007): 200 milioni di €
Dipendenti (2007): 500
Presente in 50 Paesi




Fatturato (2006): 250 milioni di €
Dipendenti (2006): 1500
Presente in 80 Paesi


Ciao

Paolo